venerdì 29 aprile 2011

Emozioni - Malaussène

Dopo un venerdì saltato in quanto troppo impegnato, ritorna l'appuntamento con le cose belle dal mondo dell'intrattenimento non contemporaneo.
Parliamo di libri.
Ho letto molto nel periodo in cui andavo all'università, perché non c'è niente di meglio che leggere sul treno.
E se poi uno ha poco più di vent'anni e nessuna preoccupazione al mondo (proprio nessuna no, ma comunque le preoccupazioni dei vent'anni sono poca cosa), quei quaranta minuti all'andata e altrettanti al ritorno, sono un angolo di paradiso tranquillo in cui non pensare a nulla e immergersi nelle vite immaginate dallo scrittore di turno.
In questo caso, per la serie romanzi leggeri e divertenti, ho cominciato a leggere i libri del professor Pennac che era circa il 1994 e dopo il primo non mi sono fermato fino ad averli letti tutti.
Il linguaggio è semplicemente geniale, o perlomeno era la cosa più fresca e spassosa che mi era capitato di leggere fino ad allora. I personaggi sono totalmente improbabili ma comunque plausibili e calati nella realtà. Nelle storie c'è comunque, nascosto dietro l'humor, l'intrigo da romanzo giallo.


E' impossibile non affezionarsi a tutta la tribù: Benjamin capofamiglia non per scelta che di professione fa il capro espiatorio, Julie la giornalista intraprendente che si innamora dello sfigato, Thérèse la veggente, Julius il cane con le crisi epilettiche ...
Ho fatto anche proseliti, infatti ricordo almeno due mie amiche a cui ho passato i libri per leggerli ed entrambe mi hanno ringraziato (spero non solo per gentilezza).

L'anno che sono andato a Parigi avrei voluto visitare Belleville, ma non lo proposi ai miei compagni di viaggio, certo che  non avrebbero capito.

giovedì 28 aprile 2011

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi.

Solo che quelli che vogliamo noi sono, in questo caso, quadrupedi.
Per Pasqua abbiamo dribblato pranzi dai nonni e, complice due giornate discrete tendenti al bello, ne abbiamo approfittato per fare due gite che avevamo in mente già da qualche mese.

Pasqua al parco faunistico le Cornelle in provincia di Bergamo: uno zoo con gli animali della savana. Siamo partiti preparati e dopo aver studiato, infatti il bimbo si è portato la sua borsina con gli animaletti di plastica e ogni animale che conosceva gli faceva vedere il suo omonimo in scala. Come i questo caso con l'elefante.

Il giorno di pasquetta siamo andati invece al Cowboyland in provincia di Pavia: parco di divertimenti a tema western dove tra villaggi indiani, polverosi saloon e spettacoli quasi comici sulla dura vita dei mandriani, si poteva anche interagire con i numerosi animali presenti. Quindi il bimbo si è fatto un giro a cavallo di un pony e ha dato da mangiare ai daini, assieme alla cowgirl e alla mamma.

Entrambe ottime scelte ma il bimbo è sembrato apprezzare maggiormente il West che l'Africa anche perché avrà si visto il leone, ma era in gabbia, mentre sul cavallo ci è salito. Vuoi mettere a differenza?

martedì 26 aprile 2011

Dov'è il bimbo? - Quarta parte (+ sorpresona)

Questa puntata del serial chiamato "del nascondino" riporta sempre alla specialità centro commerciale, ma oltre alla fase classica del nascondersi e chiamarmi, questa volta mi ha fatto la sorpresa.
Perché anche a chiamarlo stavolta non usciva dal suo nascondiglio, e, anzi, sembrava nascondersi sempre più.
Quindi tu ti avvicini per vedere cosa si è inventato di nuovo per non uscire, e vieni aggredito da un odore famigliare ma, in quel contesto, inquietante.
Si, perché è un bimbo pudico, e nel momento del bisogno preferisce nascondersi.
Che la cacca viene meglio in solitudine.

venerdì 22 aprile 2011

Quando si dice il destino ...

Due giorni fa mi è capitato sott'occhio il giornale locale della mia provincia che in prima pagina riportava la morte di un ragazzo di 36 anni di un paese vicino.
Già il fatto che un mio coetaneo possa lasciarci è sempre una notizia che mi mette addosso una tale inquietudine da farmi fermare un attimo a pensare.
Ma leggendo tutto l'articolo mi si è aperta una voragine sotto i piedi che mi ha inghiottito.

Paolo è morto a seguito di un infarto che lo ha colpito qualche minuto dopo aver tagliato il traguardo della maratona di Milano. Era la sua prima maratona, corsa con il tempo di 3 ore e 55 minuti. Dopo aver raggiunto l'arrivo, il tempo di rendersi conto di avercela fatta e un malore lo colpisce. Subito soccorso muore dopo quasi sei giorni di coma all'ospedale.

Questa la cronaca nuda di quanto è successo.
Ma quello che fa male sono le analogie con quanto ho vissuto.
Era un mio coetaneo.
Abbiamo scelto entrambi Milano per la nostra prima maratona.
Abbiamo fatto tempi simili.
Entrambi abbiamo tagliato il traguardo felici e spossati.
Entrambi dopo pochissimo tempo siamo stati male per lo sforzo.
Solo che a me si è rivoltato lo stomaco, a lui si è spezzato il cuore.

Naturalmente molti diranno che se l'è cercata. Che certi sforzi non si fanno se non si è allenati. Che prima di affrontare certe sfide era meglio accertarsi del proprio stato di salute.
Già in rete si vedono interventi sull'accaduto che, oltre a ricordare l'amico, cercano di mettere in guardia sui rischi che si corrono ad esagerare.
Io non conoscevo Paolo, ma me lo immagino come un ragazzo coscenzioso, che non ha fatto il passo più lungo della gamba, che si è allenato con misura e con diligenza, che aveva fatto le regolari visite mediche e le prove sotto sforzo. Che curava il suo corpo come quella macchina perfetta che è.

Detto questo, rimane solo il fato.
Era destino.

Qualche giorno fa ho scherzato dicendo che raccomandavo l'anima a Filippide: colui che morì dopo aver corso la prima maratona.
Ora questa battuta assume un nuovo sapore amaro.
E ora devo essere consapevole che è toccato a lui, ma poteva tranquillamente toccare anche a me.

mercoledì 20 aprile 2011

18° Manifestazione podistica - Miradolo Terme 17/04/2011

Tantissima gente per questo appuntamento in collina.
Nelle colline tra Graffignana, Miradolo, S. Colombano, dove vai vai trovi sempre un bel percorso.
Anche domenica tragitto moooolto impegnativo per 19 km corsi con la biondina tra viti e boschi.
In questo periodo le viti sono potate, legate sui loro tralci e ordinate in attesa del risveglio primaverile e dell'esplosione estiva.
I boschi invece non sono ancora troppo fitti da dar problemi nel camminarci dentro, ma sono già sufficentemente verdi ed in alcuni casi già fioriti (come gli ippocastani).
La considerazione finale è che anche nella bassa padana, se cerchi bene, trovi degli splendidi scorci di natura.

martedì 19 aprile 2011

... e intanto i figli crescono.

Oggi ci sono da spegnere due candeline.
Le spegne il bimbo.
Ed assieme a lui compie due anni la nostra famiglia.
Perchè due anni fa, alle tre di notte dopo due giornate intense e indimenticabili, assieme al bimbo è nata una nuova consapevolezza.

La consapevolezza di essere famiglia.
La consapevolezza della responsabilità.
La consapevolezza che, qualunque cosa succeda, io e la biondina non saremo mai più soli al mondo.

Buon compleanno bimbo!

domenica 17 aprile 2011

Tapis roulant

Ha visto qualche volta la sua mamma che ci correva su quest'inverno e si è innamorto del tapis roulant.
Ogni tanto si ferma per vedere l'effetto che fa farsi trasportare all'indietro, e allora lo devi spingere in avanti per non farlo cadere.
I genitori sono orgogliosi dello spirito sportivo dimostrato dal pargolo.

venerdì 15 aprile 2011

Emozioni - Dylan Dog

Ne ho già parlato.
Ma mi preme chiarirlo ancora una volta: il fumetto non è una cosa da bambini.
Non lo è nella misura in cui uno non considera roba da bambini la letteratura, il cinema, la musica e tutto il resto.
Se ne potrebbe fare un discorso di qualità, ma in questa maniera si rafforza il parallelismo tra fumetto e arte figurativa in generale.
Partiamo quindi con inserire i fumetti nell'angolo Emozioni, partendo dal primo fumetto che non fosse il settimanale di Topolino che abbia mai acquistato. E che peraltro continuo ad acquistare ancora adesso.
Dylan Dog.

Perchè continuo a comprarlo ancora adesso? E' ancora come circa vent'anni fa?
Data la struttura seriale rigorosa di un prodotto simile, la qualità generale di 25 anni di storie è necessariamente e banalmente altalenante. Anzi, leggendo qua e la forum e interventi di chi lo segue, sembra che la forza, l'evocatività e il sentimento delle prime storie di Sclavi siano andati via via scemando.
E in effetti, tranne rari casi (Recchioni, Barbato e pochi altri) spesso quando ho finito un albo non provo più quel turbamento di quand'ero ragazzino.
Però ci sono affezionato, e per me comprare l'albo mensile e tutti gli speciali che escono durante l'anno è un appuntamento irrinunciabile.
E ancora adesso escono ogni tanto alcune storie che divertono e che stupiscono il bambino che c'è in me.

Prendiamo ad esempio i primi cento numeri (per non esagerare) e cerchiamo di rievocare dei momenti veramente emozionanti tramite le copertine:

N.26
Probabilmente la migliore copertina di sempre.

N. 30
Albo memorabile per due motivi: i disegni di Castellini e le citazioni
dei film di Nicholson (Shining e Qualcuno volò sul nido del cuculo)

N. 34
Se nel buio tutto tace, sentirai Mana Cerace,
arrivar senza rumore, con il passo del terrore.
Sguardo cieco e riso torvo, l'han sepolto e non è morto.
Uno due, tre e quattro ha gli artigli come un gatto,
tre e quattro,cinque e sei fossi in te io scapperei,
sei e sette, otto e nove vorrei tanto essere altrove.
Ma se il buio ancora dura, possiam solo aver paura,
che soltanto può la luce ammazzar Mana Cerace!
Uno due,due e tre questa volta tocca a te,
quattro cinque, cinque e sei è la morte proprio lei.

N. 56
Il primo albo in assoluto comprato da me: maggio 1991.
Per i numeri precedenti ho successivamente recuperato le ristampe.

N. 74
Marina e la giovinezza di Dylan

N. 83
Tipico esempio di "Horror della porta accanto"

N. 100
... e Dylan se ne và a bordo del suo galeone.
... e con questo ho tralasciato Morgana, il gatto Cagliostro, Kim, i vampiri, il negozio Safarà, la Zona del Crepuscolo, i conigli rosa, ... e solo nei primi 100 numeri della serie regolare.

Lunga vita all'horror italiano.
... e poi, giuda ballerino, dove lo trovate un altro eroe dei fumetti che suona il clarinetto come il sottoscritto?

mercoledì 13 aprile 2011

Due anni fa, calma apparente


Era il 13 aprile 2009, un lunedì.
Il giorno dopo Pasqua, il lunedì dell'Angelo.
Al calore dei primi soli primaverili una biondina affaticata dal peso e con le caviglie gonfie si distende al sole sulla sdraio a rilassarsi e a far prendere aria al panzone.
E da dentro il panzone sembrano apprezzare, a giudicare dal movimento che ha creato quel bozzo duro sulla parte sinistra.
Quattro giorni dopo (un piovoso venedì 17) quella stessa biondina si sveglia alle sette di mattina con degli strani dolori e una perdita di sangue.
Un vortice di ospedale, dolore, ansia, paura, speranza, preghiere e gioia durato fino alle quattro di domenica mattina.

E la vita non è più la stessa.

lunedì 11 aprile 2011

Milano City Marathon 10-04-2011

Io il traguardo non l'ho vissuto.
Ho vissuto la partenza.
Ho vissuto tutti e 42 i fottutissimi kilometri.
Ma all'arrivo ero altro da me stesso. Ero trasfigurato.
Avevo una botta di adrenalina addosso data dall'incitamento e dall'emozione che non ero perfettamente lucido. Avevo la pelle d'oca su tutto il corpo nonostante i quasi 30 gradi.

Ma ce l'ho fatta!!
L'ho finita con un tempo decente (3:58:31), ma sono arrivato alla fine straziato!

Rispetto al post precedente è successo quasi tutto quello che temevo: sono partito troppo veloce, sono crollato miseramente sul finale, il caldo mi ha distrutto, lo stomaco mi si è rivoltato contro e il crollo delle prestazioni mi ha portato anche a camminare per circa un km attorno al 38°.

42 km per punti:
- la partenza con la fanfara dei bersaglieri a suonare l'inno d'Italia;
- il colpo di cannone;
- il passaggio sotto l'arco della partenza con Paradise City dei G'nR;
- le ragazze che corrono con il gonnellino e quello invece con i pantaloncini e il perizoma ;-)
- quelli della staffetta che mi superano a velocità folle;
- tutta l'acqua che mi sono versato addosso per rinfrescarmi;
- il passaggio davanti al duomo;
- gli automobilisti che urlavano contro i vigili;
- un automobilista che ci ha gridato di andare a correre nei campi (e noi corridori che gli davamo del pirla);
- il peacer delle 4 ore che incitava i corridori con cori da marines e hip hip hurrà;
- la staffetta delle ragazze che correvano vestite da conigliette;
- i volontari e qualche raro cittadino che ci incitava;
- smoot criminal (cantato dagli Alien Ant Farm) sparato a palla dagli autoparlanti il 39° km;
- cambio dei negrita cantato da una cover band al 41°;
- l'arrivo e l'abbraccio con il max che ha corso quasi tutto il tempo con me.

Questo è quanto di bello mi ricorderò quando fra qualche anno mi capiterà in mano la medaglia ricordo.

Quello invece che mi ricorderò comunque, ma con un altro spirito è la sofferenza che mi ha accompagnato per gli ultimi km, i crampi alle gambe all'arrivo e lo stomaco che mi ha abbandonato e mi ha costretto (mentre tornavo in macchina) a fermarmi in tangenziale a sboccare in una piazzola tutti i liquidi che avevo bevuto e quel pezzo di banana che ho incautamente mangiato in un ristoro verso la fine.

Oggi ho dolori dappertutto: alle gambe ma soprattutto alle spalle (ho corso troppo rigido).
Ma comunque, come aveva scritto sulla maglietta un corridore:

pain is temporary
pride is forever
 
... e io oggi sono, nonostante tutto,  un uomo diverso.
Ho corso la mia prima maratona, ed ho raggiunto la consapevolezza che, quando mi impegno, posso fare cose incredibili.

sabato 9 aprile 2011

Pettorale numero 8093

Domani Maratona di Milano
Mancano poche ore e la scimmia sale.

Cose che potrebbero andare male:
- Potrei stramazzare dal caldo visto che domani sono previsti fino a 30 gradi a mezzogiorno;
- La tensione e la strizza potrebbero giocarmi un brutto scherzo alla pancia;
- Potrei non aver fatto abbastanza lunghi e trovarmi a tre quarti senza benzina;
- Potrei partire troppo veloce sulle ali dell'entusiasmo e trovarmi a tre quarti senza benzina;
- Potrei, per qualsiasi motivo, dormire male stanotte e essere troppo stanco domattina;
- Potrei ...

Più che un post era un esorcismo.
Raccomando la mia anima a Filippide!!

venerdì 8 aprile 2011

Emozioni - ER Medici in prima linea

Era il 2002 quando a casa mia (quella vecchia) si consumò l'atto culminante di un grande psicodramma collettivo.
Collettivo perchè sia mia madre che mia sorella seguivano questa serie televisiva praticamente da quando fu trasmessa la prima puntata su rai2 nel 1996, ma soprattutto mia mamma amava i due dottori protagonisti maschili della serie: dott. Greene e dott. Ross.
Bene, nella diciottesima puntata dell'ottava serie il dottor Greene lascia il suo lavoro al pronto soccorso perchè gravemente malato e in fase terminale.
Il video seguente è praticamente l'abbandono di ciccio ai colleghi.
Da guardare con di fianco i kleenex.

Questo era uno deli aspetti che preferivo della serie: le situazioni strappalacrime con tonnellate di buonismo di fondo. Gli americani le sanno fare bene queste cose!
Non contenti, gli sceneggiatori, dopo aver fatto ammalare Mark, tre puntate dopo lo fanno anche morire e quel video è rimasto nel mio immaginario, probabilmente soprattutto per la colonna sonora che, con gli anni, ho ricercato e scaricato sull'i-pod.
Over the rainbow di Israel Kamakawiwo'ole.
Qui i kleenex temo non bastino più.

Al di la del singolo episodio, medici in prima linea è la serie che ho amato di più (si, anche di più di Lost) e ho seguito con assiduità fino alla fine della quindicesima stagione nel 2009.
Altri momenti emozionanti così a caso:
- La morte di "missile" Romano
- L'abbandono di Ross
- Il ferimento di Carter e la morte di Lucy
- La storia tra Kovač e Lockhart
- Gli scherzi fatti a Carter quando era uno studente novellino
- La morte di Gallant
- Quanto erano cazzoni Greene e Ross
- Carter e Kovač in Congo e nel Darfur
- Quei buffoni di Barnett e Morris
- L'episodio girato da Tarantino
- I paramedici

Come c'era da aspettarsi, le ultime serie erano solo un pallido spettro di quanto visto negli anni passati, anche perchè i protagonisti erano tutti cambiati ed erano rimaste solo le seconde linee a portare avanti lo spettacolo.
Il confronto tra Carol Hathaway e Samantha Taggart è impietoso.
Anche se brava, Neela Rasgotra non sarà ricordata come Elizabeth Corday.
ecc.
E' un po il destino di qualunque cosa abbia successo nel cirtuito dell'intrattenimento: quasi mai una serie finisce con il botto all'apice del successo, ma cerca di spremere il format fino a quasi deformarlo.

Ultime considerazioni:
- ER è stato il capostipite di quello tsunami di medical-drama che alla fine ha un po stuccato, ma grazie al cielo è nato anche Scrubs.
- Da '96 tutti i medici di pronto soccorso si sentono quantomeno inadeguati alla mansione confrontando la loro realtà lavorativa quotidiana con quanto uscito dalla mente degli sceneggiatori.
- Il County General Hospital di Chicago è un bordello.

giovedì 7 aprile 2011

Meglio in quattro?

Si.
Forse.
No.

Che vuol dire: ok, in tre si stà benissimo, ma ... che dici biondina, lo facciamo un fratellino (meglio sorellina) al bimbo?
Questa è una domanda che mi faccio / ci facciamo da un po di tempo, perchè a 36 anni non c'è molto da sfogliar verze ... o adesso o mai più.
Ne abbiamo parlato molto ultimamente, visto anche che è periodo di nascite tra gli amici, e forse siamo giunti ad una conclusione.
Meglio in quattro? Probabilmente si, ma ... anche no.

Siamo stati super-mega-uber-ultra fortunati una volta ad avere una gravidanza quasi ottima, un parto impegnativo ma naturale e senza complicazioni, un bimbo bellissimo, sano e intelligente. Non ce la sentiamo di sfidare una volta di più la sorte e ci godiamo tutto questo bendidio.
Forse è un ragionamento un po egoista. Forse il bimbo tra qualche anno ci chiederà risentito di regalargli una sorellina con cui giocare. Ma, a meno di eventi improbabili e incidenti di percorso francamente facili da evitare, la mia famiglia rimarrà composta da un papà, una mamma bionda e da un bimbo figo.

Meglio in tre.

martedì 5 aprile 2011

Un altro tatto'e. Ma questo è più grosso!

Come a tutti i bambini, anche al mio piaccioni i camion, le ruspe e le macchine grandi in generale. Ma soprattutto gli piacciono i trattori.
Qualche giorno fa avevamo visto il trattore da salotto.
Bene, questo è quello da cortile, con addirittura il rimorchio ribaltabile.
Da cavalcare e spingere con i pedali. Oppure, molto più comodo, da far trainare dai nonni o dagli zii.
Piccoli contadini crescono.

lunedì 4 aprile 2011

12 x mezz’ora FIASP Lodi 02/04/2011

Altra tapasciata a squadre.
Che però diventa sempre meno tapasciata e sempre più competizione tirata alla morte.
Gara ancora più importante di quella di settembre, in quanto era organizzata dal comitato provinciale. Per stavolta abbiamo cercato di fare le cose per benino e il mio gruppo ha portato ben due squadre a correre, formate in modo omogeneo per aspettativa. Io e la biondina eravamo nell'elenco della squadra "A", quella dei professionisti (che qui non si scherza mica).
Il risultato?
Rullo di tamburi ..... TERZIIII !!!!
classifica
Yea!! Vai cosììì!!!    Siamo una squadra fortissimi!!

Risultato di tutto rispetto, e soddisfazione personale per l'ottima performance ;-)
Temevo, visto che l'allenamento in vista della maratona di domenica prossima mi aveva fatto lavorare per quattro mesi sulla resistenza a discapito della velocità, di aver perso smalto su distanze così brevi.
Invece ho migliorato rispetto a settembre, seppur di poco.

Anche stavolta è venuto il bimbo a fare il tifo ai genitori, ma fortunatamente ci hanno raggiunto anche i nonni, così l'hanno fatto giocare loro e noi ci siamo divertiti e rilassati.

venerdì 1 aprile 2011

Emozioni - Rocky


Si parla di nuovo di un film, quindi è logico aspettarsi uno spezzone di video o, al limite, un fotogramma con il dialogo.
Invece no.
Ma non perché non ci sia niente di questo che valga la pena di ricordare in questo film (anzi!), ma perché il vero capolavoro è la colonna sonora.
Nello specifico parliamo di un pezzo strumentale che parte in sordina ma che raggiunge vette di lirismo fuori scala (ascoltate bene la parte degli ottoni in generale e dei corni in particolare).
Una colonna sonora da combattimento, di quelle che ti pompano autostima, convinzione e determinazione.
Dapprima si ascolta saltellando sul posto e mandando diretti all'aria, possibilmente con una felpa con cappuccio ben calato in testa. Poi, arrivati all'apice, bisogna togliersi il cappuccio, pugni e faccia al cielo e gridare con tutto il fiato: ADRIAAAANAAAA!!!!!!
Non ho mai fatto la prova, ma temo che se provassi ad usare questa musica durante una corsa, la botta di adrenalina sarebbe così forte da mandarmi in fuorigiri.