martedì 30 agosto 2011

In campeggio sì, ma con la casetta

Albergo o appartamento. Da lì non si scappa.
L'unica volta in cui sono andato in vacanza e non ero in una struttura ricettiva canonica è stato millantamila anni fa in cui, con la biondina e gli amici della vita, osai un campeggio per un viaggio a Roma e successivo mare.
Ma non mi sono trovato molto bene. Sono scomodo in una canadese, non sono a mio agio in un bagno pubblico e non sono avvezzo alla vita sociale che si fa nei campeggi, dove il tuo vicino di tenda spesso diventa anche il tuo amico.
Stesso motivo per cui non sono neanche un animale da villaggio vacanze.
Per carità, ci sono stato e mi sono anche divertito, ma non ho partecipato molto alla vita da villaggio: nessuna gara sportiva, nessun gioco aperitivo e poca interazione con gli animatori.

Ma il bimbo ha cambiato anche questo.
Partiti dal presupposto che lui si potesse divertire un monte in un campeggio con piscina, parco giochi, verde e aree comunque a prova di bambino, abbiamo passato la settimana appena trascorsa in una casa mobile (sì, quelle che danno ai terremotati) al Camping Park Albatros a San Vincenzo in provincia di Livorno.

In mezzo alla pineta
Il presupposto era corretto e ci siamo divertiti un mondo e un po'.
La casa mobile nel camping è un buon compromesso tra la semplicità e la libertà di un appartamento (anche se la casetta era un po spartana, soprattuto in quanto a dimensioni) e la comodità di avere tutto a disposizione e a misura di turista come in un villaggio vacanze.

E come in un villaggio vacanze bisognava portare il braccialetto.
E si sa quanto a noi tre piacciono i braccialetti tutti uguali.
Per "a misura di turista" intendo soprattutto "a misura di nano".

Reinterpretazione libera del gioco della dama.
Come la fantastichevolissima e mai abbastanza lodata piscina-laguna, dove ci facevamo venire le branchie a furia di stare ammollo.
Praticamente un enorme stagno di quaranta centimetri di profondità dove i bimbi di qualunque età potevano scorrazzare liberamente e in quasi totale tranquillità. Il quasi deriva solo dalla presenza, ogni tanto, di orde di uruk-hai di circa dieci anni che calavano con incedere vandalo e distruttivo persi in chissà quale loro fantasia guerresca travolgendo tutto quello che trovavano sul loro cammino, nani duenni compresi.

E per calarsi nella parte del selvaggio gli abbiamo comprato una spada.
Praticamente un enorme siringone da usare come pistola ad acqua.
Aggiungiamoci anche una settimana di tempo bellissimo (al contrario delle nostre ultime vacanze in posti molto più blasonati) e un mare fantastico, ed avrete la ricetta per una settimana ideale di mare divertente e rilassante.

Mare parente stretto di quella della vicinissima isola d'Elba.
E la tanto decantata versilia deve solo stare muta.
Chicca finale, prima di tornare a casa e per evitare il picco del traffico del sabato mattina da rientro, abbiamo fatto una gita a Volterra, e, come tutti, ci siamo innamorati delle colline senesi.
Ci siamo ripromessi di venire a vederle in primavera.

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