venerdì 2 dicembre 2011

[Padre - Figlio I] E' tutta una questione di sensibilità


Io sono molto diverso da mio padre per cultura e sensibilità.
La differenza culturale non dovrebbe essere così palese, perché a ben vedere le basi sono le stesse, ma cambia e di molto la strada che poi ho intrapreso dal punto di vista relazionale, intellettuale, contestuale e sociale.
Per quanto riguarda la sensibilità, questa è diretta conseguenza delle altre differenze. Non dico che lui sia un orso delle caverne e io un fine esteta, diciamo che io, avendo avuto più tempo da dedicare alla ricerca ed allo studio del "bello", ho avuto modo di esercitare di più la mia emotività.

Tutto questo preambolo è necessario, per poter arrivare a rispondere a questa domanda:
Perché il rapporto che mio padre aveva con me quando ero piccolo è così diverso da quello tra me e il bimbo?

Ed è una tendenza generale. Infatti, a meno di casi eccezionali di padri degli anni '70 particolarmente illuminati o di padri di oggi sciagurati, la trasformazione del rapporto padre-figlio è da considerarsi generazionale.
Perché i nonni ai loro tempi non cambiava il pannolino.
Mentre io sono quasi più bravo della bionda in questa arte.
Perché i nonni ai loro tempi non stavano troppo a giocare con i loro figli, almeno fino a quando non diventavano abbastanza grandi (diciamo 6 anni).
Mentre io passo tantissimo tempo a giocare con lui, sia ora, sia quando era più piccolo.
Perché i nonni ai loro tempi, quando i bambini si svegliavano di notte, non andavano a coccolarli.
Mentre io e la biondina ci dividiamo equamente questo compito.
Perché i nonni ai loro tempi non avevano molto tempo da dedicare alla famiglia, un po' perché magari lavoravano più di adesso, un po' perché era normale alla sera uscire e andare al bar.
Mentre io dedico quasi tutto il mio tempo libero al bimbo e alla biondina (e al bar non ci sono mai andato).
Perché i nonni ai loro tempi non dicevano molto spesso ai loro figli ti voglio bene.
Mentre io lo dico continuamente (e prima o poi o il bimbo comincerà a dirmelo anche lui spontaneamente, oppure si stuferà e mi dirà di smetterla).

E questa non è una critica a mio padre per come mi ha cresciuto, perchè ho avuto un infanzia felice e credo di essere cresciuto in serenità e equilibrio. Quindi lui non ha sbagliato.

Ma tornando alle differenze di approccio, la risposta alla domanda che mi sono fatto prima è che si tratta di una differenza di sensibilità.
Io (e tutta la mia generazione) ho una sensibilità diversa rispetto a quella di mio padre.
Oltre a essere padre cerco, per alcuni aspetti, di essere anche madre.

Questo è un bene o è un male per la crescita di mio figlio?

Questi ed altri aspetti nei prossimi post ...

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