domenica 30 dicembre 2012

2013 coming soon


Ascoltando il Mozart's Clarinet concerto in A major, K. 622 sei qui seduto a letto la notte del 30 dicembre ricordando il 2012 e cercando di immaginarti il 2013.

Quest'anno te lo sei portato a casa senza infamia e senza lode, stretto com'è stato tra le preoccupazioni economico-finanziarie, i pensieri per la parte più anziana della famiglia che non è più presente nella tua quotidianità (ma neanche a se stessa), i dubbi lavorativi e la (a volte) stancante routine famigliare. Fortuna c'è dall'altra parte la crescita della tua creatura, la comparsa della tua nipotina, le soddisfazioni nelle tue passioni del tempo libero e una salute se non di ferro, quantomeno sufficientemente solida.

Per il 2013 puoi solo augurarti serenità, tranquillità e armonia.
Ti auguri quei tratti di felicità che rendono il percorso degno di essere intrapreso.
Ti auguri la solidità che la vita necessita per essere vissuta a testa alta.
Ti auguri il lusso di poter scegliere, in qualsiasi campo.
E infine ti auguri di poterti permettere ancora quel sorriso sulle labbra che si merita qualsiasi uomo di buona volontà.

Andiamo incontro all'anno nuovo e abbracciamolo con gioia.
Lui ricambierà l'abbraccio con tenerezza

sabato 29 dicembre 2012

Corso di nuoto upgrade

 
Per chi si chiede il perché dell'upgrade, il motivo è che sei passato al livello superiore. Il precedente è da leggere qui.

Quando si passa da queste parti ti si sente sempre parlare di sport. Sempre di corsa, al limite un po di bici ogni tanto. Ma c'è anche tanta, tanta acqua.
Non ne parli molto su queste pagine, perché in effetti non è che c'è molto di interessante e simpatico da dire tutte le volte. Il nuoto, se possibile, è uno sport ancora più individuale della corsa: si entra in vasca e se anche se sei in tipo dieci in corsia, non riesci neanche a scambiare due parole con i tuoi colleghi. C'è solo la fatica, il silenzio e lo sforzo un filo noioso.
Ma ti piace nuotare.

L'anno scorso frequentavi quello che veniva definito il corso di nuoto per adulti: mezz'ora di ginnastica a terra e mezz'ora di nuoto in vasca, alla fine si riusciva a fare al massimo un kilometro di nuoto. Ma più di tanto non puoi ottenere da questo corso.
Allora quest'anno si cambia.
Il nuovo corso si chiama minimaster: il martedì e il venerdì dalle 20 alle 21. Minimaster, perché il master vero e proprio propone tre allenamenti a settimana, ma poi te quando corri?

La tua istruttrice la conosci abbastanza bene perché è stata l'insegnate del bimbo quando gli anni passati andava il lunedì mattina in piscina accompagnato da mamma o papà. Solo che allora era solo divertimento, ora ti fa trottare mica male.
Al corso siete iscritti in circa una quindicina, e avete a disposizione due corsie. La tua corsia abituale è quella di quelli che vanno forte, però sei sempre quello che chiude la fila. Sei il più scarso tra i bravi, o, se preferisci, il più bravo tra gli scarsi.
Perché in corsia con te ci sono due ragazze (molto giovani rispetto a te) che fino all'anno scorso facevano le gare, due ragazzi (anche loro schifosamente giovani) che oltre ad essere fisicatissimi sono anche essi stessi istruttori in quella piscina e per finire il buon marco che si diletta di triathlon, tanto che stà diventando il tuo personal trainer.

La prima volta che hai preso parte la corso, ai primi di ottobre, dopo due mesi che non entravi in piscina, sei tornato a casa praticamente sfatto, senza quasi più la forza di alzare un braccio. Poi piano piano le cose sono migliorate e ora i tuoi 2 - 2,5 km li fai quasi in scioltezza e con uno stile che è decisamente migliorato.
Tutto questo naturalmente sarà la base per nuovi mirabolanti traguardi di triathlon che per ora non hai ancora deciso. Nel frattempo alleniamo la tecnica e il fisico.
Sì perché, particolare da non sottovalutare, il nuoto ad un certo livello asciuga e irrobustisce. E tra qualche anno ti si potrà vedere così:

Intendi quello con la cravatta ... che vi credevate?

giovedì 27 dicembre 2012

L'altra attrice (non protagonista)

Per ringraziare i bambini dell'asilo che l'ultima settimana di scuola hanno messo in scena la rappresentazione del presepe per i genitori, i nonni e tutti gli amici, alcune mamme hanno voluto ricambiare con uno spettacolo per Natale.
Quindi venerdì scorso, ultimo giorno prima delle luuuunghe vacanze natalizie, alle 10 di mattina c'era un appuntamento immancabile, quasi a livello della recita del bimbo: la biondina ballava.

Ha passato parecchi lunedì sera fuori a fare le prove, raccontandoti di passi difficilissimi, di figure coreografiche complicatissime e di una tensione artistica che la faceva tremare al pensiero del debutto. Ma se l'è cavata alla grandissima!
Nel salone grande delle suore, una quarantina tra mamme e insegnanti (più un paio di guest stars come un papà e un nonno) si sono esibite di fronte a tutti i bimbi dell'istituto e ad alcuni tra papà e nonni.
Il titolo dello spettacolo era Natale nel mondo e, con la guida dei tre magi, i gruppi di ballo si sono alternati sul palco per presentare un balletto africano, sudamericano, australiano e italiano.
La biondina era nel gruppo australiano e il dress code prevedeva bermuda da bagno fiorati, maglietta, infradito e occhiali da sole (e tu, quando ti aveva parlato di balletto, già sognavi di vederla in tutù).
Agevoliamo il filmato ad imperitura memoria:
 

 
L'esibizione della biondina è stata quella che ha strappato più applausi alla platea entusiasta.
Ed alla fine tutte insieme sul palco con bandiere di tutti gli stati del mondo per un crescendo coreografico degno dei varietà del sabato sera di una volta.
 
 
E' stata una settimana veramente intensa quella in preparazione al Natale, piena di momenti emozionanti e soddisfazioni. E andare all'asilo è molto bello: fa bene al bimbo e fa bene anche ai suoi genitori!

martedì 18 dicembre 2012

Attore protagonista

Qualche giorno fa nella tua bacheca di facebook è comparsa questa scansione di un disegno dell'asilo:


... seguita dal retro del disegno:
 e ieri è arrivato il giorno.

Come si può immaginare a casa tua è da tempo che si attende con trepidazione e un pizzico di apprensione questo storico momento, anche perché finora non eravamo riusciti ad estorcere molte informazioni al bimbo su quello che stavano preparando. Lui è già omertoso di suo su tutto quello che succede all'asilo e in particolare sulla recita sei giusto riuscito a estorcergli piccoli pezzi di canzoncine e poesie, prima che si trinceri dietro un irremovibile non so, non ricordo.

Un'informazione però la biondina era riuscita a rubarla alla maestra annalisa portapazienza: il bimbo avrebbe interpretato Gesù bambino.
Oppure, detto in un altro modo: sarebbe stato l'attore protagonista della rappresentazione.
Con allegate tutte le raccomandazioni del caso: tenetelo riguardato, non fatelo ammalare proprio quel giorno, anzi, alla mattina tenetelo a casa, portatemelo dopo pranzo subito prima della recita, in modo che non sia troppo stanco e non crolli addormentato sul palco!
E così è stato: lunedì alle due di pomeriggio (tanto che c'è stata anche una mezz'oretta di nanna) tutta la famiglia si è presentata nel teatrino dell'asilo ad assistere alla sacra rappresentazione. Per tutta la famiglia intendi anche tutti e quattro i nonni.

Ed è stato tutto bellissimo.
Ci sono stati balletti, canzoni, momenti emozionanti e momenti divertenti.
C'erano le bambine di sei anni vestite da stelline, vere star dello spettacolo che cantavano e ballavano con una presenza scenica invidiabile.
C'erano un gruppo di pecorelle che si sono presentate sul palco ballando il chacha, accompagnate da due improbabili pastorelli canterini.
Ma soprattutto ci sono stati tutti i fantastici bambini che ci hanno fatto ridere fino alle lacrime e ci hanno fatto commuovere. Personalmente i momenti più belli sono stati quando il bimbo è entrato sul palco la prima volta vestito da angioletto con le ali dorate accompagnato da un suo amichetto più grande e poi quando, dopo il cambio d'abito, si è ripresentato nei panni di Gesù scortato da due angioletti fino in mezzo a Maria e Giuseppe.
E in quel momento ha detto la madre di tutte le battute, solo due linee di monologo ma che hanno fatto venire giù il teatro dagli applausi:
Buon Natale a tutti, vi voglio bene!

Qui di seguito l'unica poesia che il bimbo si ricorda perfettamente, tanto da regalartene almeno una declamazione al giorno.

 

domenica 16 dicembre 2012

Io non sono tra i furbi

Ogni tanto corri.
Questa cosa mi sa che l'hai anche scritta da qualche parte.

Tra le cose che scrivi, quando parli dei tuoi allenamenti e delle tue gare, pensi che traspaia abbastanza chiaramente la componente di fatica, di sofferenza, di disagio o più semplicemente di difficoltà.
Perchè, soprattutto in questo periodo dell'anno, allenarsi significa sfidare le condizioni avverse: acqua, neve, nebbia, ghiaccio, freddo e buio sono i tuoi compagni di allenamento che non ti lasciano mai.
Alcuni esempi: correre mentre nevica, correre mentre diluvia, pedalare a -7°C.
Un altro esempio più recente: stamattina i tuoi compari di corsa sono intenzionati a fare un giretto medio (una ventina di kilometri), ma la tua tabella di allenamento per la tua prossima gara (ne parlerai, lo prometti) ti propone il primo lungo di 28 km. Allora che fai? Idea, parti prima di loro, in modo da fare quella decina di chilometri in più per raggiungere il tuo obbiettivo. Solo che partire prima segnifica uscire di casa alle 7. Ma due giorni dopo Santa Lucia è praticamente ancora notte. E corri i primi venti minuti al buio.




Ma non basta. Perchè la nebbia non si alza e i meno due gradi a due giorni da una nevicata vuol dire correre, dove la strada non è stata ben pulita, su una lastra di ghiaccio. Questa cosa, se va bene ti fa fare il doppio della fatica perchè un passo perde metà della forza scivolando indietro, se va male voli per terra rischiando di farti seriamente male (vero max?).
Quindi quando ne avevi la possibilità cercavi di correre sul bordo strada, sulla neve ghiacciata che scricchiola come la crosticina della crema catalana.


Quando parli di queste cose con quelli che conosci (personalmente o su facebook) susciti reazioni diverse a seconda dell'interlocutore.
Ci sono quelli che condividono i tuoi interessi e apprezzano.
Ci sono quelli che ti ammirano, ma che consapevolmente affermano di essere troppo pigri o indolenti per fare cose come quelle sopra elencate.
Ci sono quelli che pensano le peggio cose di te, ma sono abbastanza educati da non darti del pirla.
... poi c'è tua sorella, che del pirla te lo da senza problemi.

Dice il saggio: quando il gioco si fa duro ... i furbi rimangono a casa a dormire!

giovedì 13 dicembre 2012

Pillole di saggezza 4

Animaletti servizievoli
Premessa: quando è seduto sul water a fare la cacca, il bimbo diventa inspiegabilmente loquace e fantasioso.
Sai papà, io faccio la cacca quando sento le formichine che si muovono.
... le formichine??!!??!?
Sì, quando devo fare la cacca, le formichine nella pancia si muovono e la buttano fuori dal mio culetto.
Ah, che brave queste formichine!
... si sono gentili.

Autocompiacimento
Poi Annalisa mi ha aiutato a mangiare la pastasciutta.
Questa insegnate è proprio brava e gentile!
Si, Annalisa è bravissima quasi quanto me.

Come in tintoria
Ma bimbo, stai attento quando mangi! Ti sei sporcato tutti i pantaloni!
Ma non ti preoccupare papà, li diamo alla nonna Pinuccia. Lei è bravissima a togliere le macchie!

lunedì 10 dicembre 2012

5° Gippo Bike - Lodi 09/12/2012

Sabato, scambiando messaggi via facebook con un tuo amico, lui ti faceva l'imbocca al lupo per il tuo giro in bicicletta programmato per domenica mattina, soprattutto viste le pessime condizioni meteorologiche. Tu, che quando c'è da spacconeggiare sei un drago, hai risposto: non esistono condizioni avverse, ma solo uomini arrendevoli.

Gli uomini arrendevoli erano a casa a dormire.
Torniamo seri.

Era già qualche tempo che, pungolata da un tuo collega malato di due ruote, inseguivi le proposte di alcuni gruppi ciclistici locali, con la voglia di fare un giro organizzato in mountain bike. Un po' la versione a pedali delle tapasciate FIASP. Ma per colpa principalmente delle suddette campestri, non eri ancora riuscito a incastrarne una nella tua rutilante vita sociale.
L'occasione giusta dovevi trovarla a dicembre.
Due giorni dopo una nevicata.
Nel bel mezzo di quella che Studio aperto ha definita come la "bufera dell'Immacolata".


Te e la biondina, bardati come meglio potevate, vi siete fatti trovare allo 8,30 alla partenza, con un po' di apprensione e tanta curiosità. Alla fine eravate in 85 e, seguendo il capocomitiva con il cappello da babbo natale, siete partiti verso le stradine agricole lungo Adda.
La prima metà della passeggiata è stata una sofferenza: la temperatura in aperta campagna ha raggiunto i -7°C e il fondo completamente ghiacciato ha creato molti problemi a tutti i partecipanti. Ad un certo punto vi siete fermati ad aspettare i ritardatari nel bel mezzo della nebbia e in quel momento un partecipante ha dovuto abbandonare e cercare rifugio in una cascina vicina per quella che sembrava una congestione.

-Ma secondo te dove siamo?
-Siamo a Corte Palasio.
-Ma no l'abbiamo appena passato, siamo a Abbadia Cerreto.
-... secondo me siamo in Scozia.
Non hai mai sofferto il freddo così tanto in vita tua. Soprattutto le mani erano quasi congelate, senza sensibilità nelle dita. E come te erano in queste condizioni quasi tutti, tanto che quando ci si fermava, erano tutti a battere le mani, manco al festival di Sanremo.

Poi però la nebbia si è ritirata, ed è uscito il sole che ha portato la temperatura attorno allo zero.
E dopo un ristoro volante con un bel thè bollente, la passeggiata è molto migliorata: percorso in single track in mezzo a neve e fango, discese da fare con bici a mano e salite in cui si scivolava senza appello. Tutto il catalogo di quello che te e la biondina vi sareste aspettati da una passeggiata in mountain bike.

Tipo così
Sei tornato a casa un po tardi rispetto a quanto avevi previsto, ma quello ci stà.
La fregatura è che quando torni a casa da correre, una doccia, una lavatrice e passa la paura. Invece domenica pomeriggio te e la biondina avete dovuto impegnare un bel po' di tempo nel far tornare guardabili le bici.


Alla fine ti sei divertito un sacco.
E il rischio è che hai aggiunto un'altra passione (che ti succhierà tempo ed energie) a quelle che già avevi.

Non vedi l'ora!

venerdì 7 dicembre 2012

L'amico Brian

Non bastava Mario Immaginario, l'amico del bimbo che eccelle in tutti gli sport del mondo, ora c'è un altra proiezione dell'immaginazione bambina che vaga nella tua casa.
Ad essere precisi non si può parlare di vagare nella casa, perché Brian (questo è il suo nome) vive nello specchio del bagno grande.
E ha una sua storia piuttosto incasinata figlia di alcune impressioni del papà e della mamma e influssi del mondo del bimbo. a dirla tutta è nato dalla fantasia tua e della biondina, quando, piccolissimo, il bimbo biondo con gli occhi azzurri poteva sembrarti un austriaco (in quel caso si chiamava Hans, ma non ha avuto molto successo) o uno di quei bambini americani belli e sani.
Brian è un bimbo che vive in California, più precisamente a Radiator Spring, quindi parla inglese, fa surf e gli piacciono gli hamburger.
Brian e il bimbo sono amici, anche se si vedono solo pochi minuti al giorno (quando fa il bagnetto) e poi ognuno va per la sua strada.

Il mondo interiore del bimbo è molto affollato. Finora è gente simpatica, sono bravi ragazzi.
Anche se difficilmente riuscirai a conoscerli anche tu.

mercoledì 5 dicembre 2012

XII Walking Together - Somaglia 05/12/2012


Questa è l'ultima, lo giuri!
O meglio, questa è l'ultima del 2012. Perché il comitato lodigiano FIASP chiude la sua stagione con la campestre di Somaglia e dà l'appuntamento a fine gennaio con Melegnano.
E visto che era l'ultima volevi chiudere con il botto per vivacizzare sul finale un'annata povera dal punto di vista delle partecipazioni alle scampagnate del lodigiano. E allora un bel giretto di (quasi) 21 km nella prima vera domenica di inverno (dal punto di vista delle temperature) ti ha fatto solo piacere.
Questa corsa è il primo anno che la facevi, mentre la biondina è recidiva, solo che l'anno scorso in questa giornata c'era talmente tanta nebbia che se gli avessero detto di aver corso nel pese vicino, a lei sarebbe sembrato plausibile. Invece stavolta, dopo una settimana di pioggia quasi ininterrotta, domenica mattina la giornata è fredda e ventosa, ma almeno non piove.
Il percorso è bello, in parte su asfalto, in parte su strade campestri fortunatamente non troppo infangate e buona parte sull'argine maestro sinistro del Po.

Foto rubata da google earth
L'argine è uno splendido modo di entrare in contatto con il grande fiume. Un punto di vista privilegiato data la posizione rialzata e l'estrema vicinanza per scoprire che anche un panorama che ai più potrebbe sembrare noioso, invece sà essere affascinante se guardato con occhio semplice.

Tornando all'aspetto sportivo: ottimo allenamento condotto a passo maratona (che per te significa 5'20" - 5'30" al km), rilassato senza mai forzare, corso assieme al max ed al suo amico angelo. C'erano anche la biondina e la zia stordita, che hanno corso rispettivamente 21 e 14 km. Ottimo allenamento anche per loro.

Per quanto riguarda l'organizzazione, pollice su per la scelta del riconoscimento agli atleti di tipo natalizio (un ottimo panettone che a casa tua durerà quanto un gatto in tangenziale), mentre il pollice giù lo merita il ristoro finale, dove ti sei dovuto accontentare di qualche biscotto e fetta biscottata con la marmellata, perché la parte più buona (il salame) al tuo arrivo era già finita.
... o forse lo fanno apposta per incentivarti ad arrivare prima e quindi a correre più veloce!

lunedì 3 dicembre 2012

Bisogno primario

... quello di votare alle primarie.

Il titolo era solo una scusa per fare una battuta che ti girava in testa già da qualche giorno.
Il fatto è che per la prima volta in vita tua hai partecipato ad un momento squisitamente politico che non aveva il sapore dell'obbligo. Hai preso parte ad un momento di democrazia che va oltre alla semplice consultazione politica. E questa cosa, oltre a farti un po' strano, ti ha fatto sentire bene.
Al di là del risultato.
Sì, perché il risultato non è stato quello che avresti voluto.

Passo indietro per spiegare fatto ed antefatto.
In prospettiva delle elezioni politiche dell'anno prossimo, il PD decide (come in effetti ha già fatto altre volte di recente) di fare eleggere il candidato premier ai suoi elettori. Questa cosa in altri momenti ti avrebbe lasciato freddo e non saresti andato a votare, ma stavolta è stato diverso e i motivi erano due.
Il primo è che in un momento in cui tutti danno la colpa della crisi economica alla politica in quanto tale e non al cattivo governo, ti sembrava un segnale utile quello di non scappare dalla politica, ma cercare di usarla per cambiare le cose. In un momento come questo la soluzione non è e non deve essere quella dell'astensionismo, del boicottaggio o del voto di protesta populista (leggasi M5S), ma per contrasto quella dell'impegno politico serio e costruttivo. Per quanto ti riguarda il tuo impegno politico che prima era nullo, attualmente si declina nello sforzo di informarsi, cercare di capire e votare alle primarie. Forse è un po' poco, ma è già un inizio.
Il secondo motivo del tuo voto è che per una volta un candidato ti aveva convinto. Questo candidato era Renzi.

Non sei mai stato un estremista se non forse in gioventù, in cui ti piaceva atteggiarti da antagonista di sinistra, ma tutto il tuo antagonismo finiva subito dopo l'enunciazione del concetto. Non hai mai dato credito a quelle derive massimaliste che, indipententemente dalla parte da cui vengono proposte, ti promettono la soluzione dei problemi mediante una formuletta quasi magica (es: la secessione del nord, l'imposizione di politiche ecologiche estremiste, l'applicazione di un rigore talebano, ecc.). Per dirla semplice, sei convinto che la politica è l'arte di applicare la mediazione necessaria, senza facili proclami o stravolgimenti repentini.

E a te in Renzi pareva di scorgere in effetti quel giusto equilibrio tra sobrietà e rinnovamento. Quell'intelligenza politica che gli faceva dire cose piuttosto forti sotto il profilo dell'impatto sulla struttura partitica (come ad esempio promettere un limite di legislature a cui si può partecipare), ma senza farle diventare il solo punto del programma di governo, come se questo fatto da solo potesse risolvere i problemi del paese.
O almeno, questo è quello che tu hai percepito ed elaborato.

Invece alla fine ha vinto Bersani.
Va bene anche così, intendiamoci. La prossima primavera voterai lui. Perché sei sicuro che stavolta la sinistra qualcosa può averla imparata.
Quindi voterai non tappandoti il naso perché "è il meno peggio", ma con la speranza che sia meglio.

... altirmenti questa potrebbe essere l'alternativa!

mercoledì 28 novembre 2012

Tutte le sere prima di addormentarsi

Sul comodino di fianco al tuo letto si può trovare (oltre alla sveglia, il garmin per le corse e alcuni fumetti) il reparto letture del bimbo. Nello specifico si parla di alcuni giornali settimanali di Cars, il libro di Cars, l'album delle figurine di Cars e l'incubo ricorrente delle tue sere prima di addormentarti: il depliant con la mappa di Minitalia.
La presenza di Saetta McQueen anche nella tua camera da letto ti può dare la misura di quanto è potente e capillare la macchina del marketing di Disney-Pixar. E delle enormi capacità di persuasione monomaniaca dei bambini nei confronti dei poveri genitori indifesi. Non credi sia nè necessario nè utile spendere altre parole sull'argomento.
La presenza di un depliant pubblicitario invece va' spiegata.


Quando sei andato alla Minitalia-Leolandia la prima volta, la stessa sera mentre eravate tutti nel lettone hai avuto la brillante idea (e questo la biondina te lo rinfaccia ancora adesso) di prendere la cartina usata nel pomeriggio per ripassare i momenti più belli della giornata. Ti era sembrata una bella idea. Ti sei detto: serve a sviluppare la memoria del bimbo e la capacità visiva di leggere le cartine. Solo che questa, come tante altre cose, ti si è rivoltata contro.

Da allora, ma ancora di più da quando ci sei andato la seconda volta, tutte le sere che il buon dio manda in terra, appena andati tutti e tre nel lettone e prima di addormentarsi lui ti fa la solita domanda: papà, mi dici quanta strada abbiamo fatto alla Minitalia?


E qui comincia il rito che comprende sempre le stesse fasi e le stesse parole, perché i bimbi hanno questa capacità di ricordare soprattutto le cose inutili.

Abbiamo parcheggiato qui poi io sono andato in biglietteria a comperare il biglietto.
E io dov'ero?
Te e la mamma eravate qui all'ingresso ad aspettarmi. Poi siamo entrati e siamo andati alla minitalia: siamo entrati in sardegna, poi la liguria, il piemonte ... (e devi dirli tutti giusti, altrimenti ti riprende)... Poi siamo entrati dove ci sono i giochi e siamo saliti su questo trenino.
Papà, ma è più veloce questo trenino o quell'altro dall'altra parte?

...
Poi siamo andati a vedere gli animali. C'erano le pecore, le capre, i maialini, le mucche, i cavalli, e le galline.
Ti sei dimenticato gli asinelli.
Ah, già. Poi c'erano le gabbie degli uccelli.
Papà, non erano uccelli, erano pappagalli.

...
Poi, prima di uscire siamo andati nelle stanze dove c'erano gli altri animali strani.
Prima mi dici quello dei ragni, poi quello dei pesci.
Sì, in questo locale c'erano i ragni, le lucertole, i serpenti e i coccodrilli.
E le ragnatele di spaidermen.
Poi c'era la stanza con tutti i pesci: gli squali, le murene, e che cosa facevano le murene?
(apre e chiude la bocca come se volesse mordere l'aria)
Bravo, poi c'erano le altre vasche. Ma qual'era la vasca più bella?
Quella con tutti i nemini piccoli (i pesci pagliaccio come Nemo) che nuotavano velocissimi. Ssswwwiss.

...
E poi siamo usciti, siamo andati al parcheggio a prendere la macchina e siamo tornati a casa con l'autostrada.
FINITO!!

E' talmente in fissa con sta cosa che l'altra sera, mentre lui era appena andato sul lettone e te e la biondina eravate ancora in bagno, facendo occhiolino l'hai scovato che era già pronto con la cartina aperta sul piumone e si era già portato avanti, con il ditino sul suo percorso immaginario, farfugliando di trenini, pappagalli, squali, regioni e ragnatele.

domenica 25 novembre 2012

Corsa delle rane - Magherno (PV) 25/11/2012

In attesa di cominciare (tra un paio di settimane) la preparazione specifica della tua prossima maratona, una campestre nuova in cui non eri mai stato non fa certo male.


In mancanza di un appuntamento del FIASP Lodi (c'era una maratonina nel capoluogo, ma è stata annullata qualche mese fa) a te e a molta altra gente non resta che espatriare nella provincia di Pavia, anche se Magherno è più vicino a casa tua che Lodi.
Del tuo gruppetto non eravate tantissimi: solo te, Max e la biondina, perchè tra gente infortunata, gente fuori forma che fa il giro corto, gente che dice che viene e poi invece buca perchè troppo stanca (ciao, zia stordita), è proprio vero che quando il gioco si fa duro, i duri cominicano a giocare.

Hai fatto 18 km (che poi erano 17, ormai di sto' fatto non ti stupisci più) in tranquillità, con il cosiddetto "passo maratona", chiacchierando amabilmente e guardandoti in giro, vista la provvidenziale assenza di nebbia. Il percorso ti è piaciuto molto: quasi totalmente sterrato, con soli due attraversamenti di strade provinciali comunque poco trafficate, ma di quello sterrato buono, senza passaggi in campi arati (come capita da qualche parte) e con un solo tratto brutto in cui bisognava camminare.
Ho scoperto lungo le rive del Lambro meridionale, alcuni bei posticini e addirittura un paio di laghetti molto ben tenuti e degni di miglior causa.



Campestre molto ben organizzata e discretamente partecipata.
Di quelle dall'anima ruspante: basti dire che il premio di riconoscimento era un bottiglione di vino rosso e che al ristoro finale c'era, oltre ai panini col salame e mortadella, anche i ravioli in brodo.
Ti è capitato altre volte di provare altri ristori importanti e di metterti a mangiare il risotto con la salsiccia alle dieci di mattina.
Ma i ravioli no, è troppo anche per te.

mercoledì 21 novembre 2012

Elogio alla banda - Parte II: gli anni della formazione

Seconda parte della narrazione di un pezzo della tua vita: dopo il primo approccio comincia l'apprendistato e l'integrazione nel gruppo.
Questo il link alla prima parte.


Come dicevi, sei "entrato nella banda" che avevi 8 anni, e per i primi, diciamo, cinque anni, l'hai fondamentalmente subìta.
Questo espressione, che può sembrare forte, non significa che non ti piaceva, anzi, ma rappresenta il tuo essere bambino e quindi il fare con ordine quello che i grandi ti dicevano.
Il mercoledì e il sabato pomeriggio in sede a studiare, poi le uscite al mercoledì sera insieme a tutto il gruppo, le prime uscite in sfilata con la divisa a marciare e far fita di suonare, i primi concerti in chiesa o in piazza del paese, con tutti i parenti che venivano a vedere quant'era carino quel bambino con la divisa.
Che a pensarci adesso, guardando ora i bambini che, come me allora, cominciano a uscire inquadrati, dovevi essere ben ridicolo. Piccolino, leggermente sovrappeso, con la giacca rossa e i pantaloni blu elettrico molto più grandi di te (questo solo all'inizio, poi sono diventati attillati), con il cappello da carabiniere in testa, con il clarinetto in bocca e lo sguardo che vagava a destra e sinistra nello sforzo di stare in fila e di mantenere il passo.
Ridicolo, dicevi. O al più tenero.


E intanto suonavi le parti del 3° o 2° clarinetto, sforzandoti di trasformare quel suono sgraziato e stonato che riuscivi a produrre solo con grande sforzo, nella melodia delicata e leggera che i primi clarinetti riuscivano a fare senza evidente sforzo. Gasandoti abbestia quando riuscivi a fare una marcia tutta intera senza sbagliare, quando riuscivi a suonare un pezzo con tre bemolli o (orrore) tre diesis o quando riuscivi a tenere il passo lento delle processioni religiose.

Le parti più divertenti erano le prove del pomeriggio, con tutti gli allievi della tua età o quasi, con cui dopo aver suonato giocavi con quello che può divertirti a 10 anni, in attesa che il tuo interesse per le altre bambine e per le majorette (sì, in quegli anni insieme alla banda c'erano quelle che si facevano chiamare atlete twirling, ma sono durate pochi anni della tua presenza) si trasformasse in qualcosa di più profondo e complicato.


Ma le prove del mercoledì sera con tutta la banda erano invece qualcosa di più articolato. Ti sembra di ricordare che i primi anni l'ambiente era un po più rigido e serio di adesso, con i "vecchi" che ti riprendevano se facevi casino e con il maestro che ti scrutava severo dal suo podio da cui tutto vedeva.
Ma forse è solo la tua immaginazione di bambino timido e suggestionabile.


... continua ...

domenica 18 novembre 2012

Pillole di saggezza 3

Senza vergogna
Premessa: conversazione riportata da annalisaportapazienza (la sua insegnate dell'asilo) in modo letterale
Annalisa, stavo pensando ... mi sento un pò stanco. Posso prendere orso e ciuccio e venire in braccio a te così mi fai un po di coccole?

Bonjour finesse
Papà, oggi all'asilo mi faceva male il naso.
Davvero? Ma cos'hai fatto, hai picchiato contro qualcosa?
No, il bibi non era fuori ma dentro il nasino.
Ma allora come hai fatto a farti male?
Forse mi sono scaccolato troppo!

Un bimbo educato
Ciao bimbo. Io esco, vado a correre.
Ah, va bene papà, divertiti con la corsa. E salutami i tuoi amici!

venerdì 16 novembre 2012

Ciuconno & Bear

E' inglese.
... o meglio, una parola è banalmente inglese, mentre l'altra è il termine in lingua hobbit (anche se lui dice che è la lingua britannica) del ciuccio.


Questi due sono i migliori amici del bimbo.
Di orso hai già parlato, puoi solo dire che la situazione stà peggiorando, e non sai quanto ancora questo feticcio potrà ancora sopportare l'amore morboso e possessivo che gli piomba addosso tutti i giorni. E' sempre più liso e vuoto, tanto che la nonna ha già dovuto intervenire già un paio di volte a cucire le orecchie e altri punti in cui le dita del bimbo insistono nell'operazione di pizzicamento.

Nuovo confronto fotografico tra orso e il suo fratello bello

L'altro è il ciuccio.
A tre anni e mezzo ci sono un sacco di bimbi che l'hanno abbandonato definitivamente, e bimbi che invece non hanno praticamente mai cominciato ad usarlo. Il bimbo invece ne è completamente schiavo.
Ma non nel ciuccio in generale, ma di quel ciuccio in particolare. Questo avrà circa due anni e mezzo e non sei mai riusciti a cambiarlo. Ci hai provato più di una volta a sostituire quel pezzo di caucciù, se non altro per meri motivi igienici, che oramai ha perfino cambiato colore tanto è invecchiato, ma non c'è mai stato niente da fare, alla fine per farlo calmare bisognava ridargli il suo ciuconno.

Il bimbo e i suoi due feticci sono un trio indissolubile che si unisce per dormire, quando si va in macchina e quando stà sul divano a guardare la televisione. Praticamente servono a calmarlo e rilassarlo. Tanto che lui li porta all'asilo, ma restano nel suo zainetto fino all'ora della nanna, quando riemergono per permettergli di addormentarsi sereno.
Tu e la biondina non avete mai insistito troppo per torglierli, perché siete sicuri che comunque perderà quest'abitudine spontaneamente con il tempo, ma gli avete inculcato un certo senso quasi di vergogna per cui, in presenza di persone estranee alla sua famiglia, lui toglie il ciuccio o si nasconde.

A questo proposito si riporta questo spassosissimo aneddoto riportato dalla sua maestra d'asilo annalisa portapazienza. Qualche giorno fa il bimbo era in piena crisi di abbandono all'asilo (seppur tardiva rispetto all'inizio della scuola). Non voleva essere portato alla  mattina e piangeva come un matto quando poi veniva "abbandonato" dalla sua mamma in classe. Passati qualche minuto dal saluto della sua mamma, e visto che ancora non riusciva a consolarsi di questo fatto (nonostante le coccole della premurosissima insegnante), chiede il permesso ad annalisa di andare a "prendere una cosa nel suo zainetto". Lei naturalmente gli concede di uscire, ma incuriosita lo osserva senza farsi vedere. E lui che ha fatto? Ha aperto il suo armadietto, ha preso il ciuccio e, nascondendosi dietro l'anta per non farsi vedere da nessuno, ha fatto un dieci secondi di ciucciata che annalisa portapazienza da dieci metri ha sentito il tipico rumore di risucchio convulso. Poi, come se niente fosse, ha rimesso tutto a posto e è ritornato in classe finalmente tranquillo a giocare con i suoi amici.
Immagine degna dei drogati in crisi di astinenza.

mercoledì 14 novembre 2012

II Lodi relay marathon - 11/11/2012

Il post dedicato all'edizione dell'anno scorso lo concludevi dicendo:

Bella.
Mi è piaciuta.
L'anno prossimo ancora.

E, in effetti, quest'anno si bissa.



La differenza fondamentale rispetto all'anno precedente è meteorologica: l'anno scorso, giornata limpida ma molto fredda, questa domenica acqua da allerta maltempo.
Ma a te, che dopo il diluvio della mezza di Monza correre sotto l'acqua non fa più paura, ti sei fatto trovare pronto e scattante sulla linea di partenza per la seconda frazione della maratona. Ma, naturalmente non eri solo, perchè a condividere la seconda frazione c'erano assieme a te anche la biondina e la zia stordita, parti della seconda e terza squadra del comune gruppo podistico.

La gara è stata fortemente condizionata dall'acqua che veniva: il cappellino che hai indossato faceva funzione di grondaia per evitare che ti piovesse negli occhi, e la pioggia è stata incessante per quasi tutta la frazione, trasformando l'esistente 40% di percorso sterraro in una gara ad ostacoli per evitare le pozzanghere più grosse. Magia quest'ultima che ti è riuscita solo poche volte, trasformando le tue scarpe da corsa in catini pieni d'acqua.
Nonostante questo sei soddisfatto dei tuoi numeri: 46' 18" per fare circa 10km e mezzo, una media che hai tenuto solo all'ultima Deejay Ten, con condizioni di tempo e di fondo molto più favorevoli.
E con un percorso molto più stimolante.
Non che non fosse bella paesisticamente questa corsa: stiamo parlando comunque di una parte nei boschi e sulle rive dell'Adda e di un passaggio nel centro di Lodi (che è bello perchè da' visibilità ma ha lo svantaggio di farti correre in piazza davanti al duomo con il traffico pedonale dell'ora di punta), ma la formula a staffetta di un percorso di 10 km ti ha obbligato a correre tutto il percorso da solo, senza riferimenti e chiedendoti spesso se non avevi sbagliato strada all'incrocio precedente.

Puoi però lamentarti del fatto che probabilmente gli organizzatori della corsa non hanno letto il tuo post dell'anno scorso (cosa di cui sinceramente non ti capaciti) e non hanno colto i tuoi suggerimenti per rendere la gara migliore. E li riproponi: servirebbe più attenzione al passaggio in centro per dare visibilità e lustro alla manifestazione, anche nell'ottica dell'obbiettivo benefico dello stesso, e dare soddisfazione alla parte competitiva della corsa stilando una classifica finale.

Stavolta però, visto che gli organizzatori persistono nel loro peccato mortale ignorando questo fantastico blog, gli scrivi tu.

domenica 11 novembre 2012

Piccoli allevatori crescono 5

Nuova puntata del serial sulla strana nuova tendenza che stiamo registrando nella bassa lodigiana: i giovani stanno tornando ai lavori nei campi!

Una delle cose immancabili quando si va al campo è il giretto sul trattore. Lì dal nonno ci sono una serie di trattori tra cui scegliere, tra cui anche un paio di grossi cabinati abbastanza recenti con anche la pala caricatrice frontale, ma stranamente a lui piace di più "la piccola" un trattorino che ha pressappoco la tua età (splendidi quasi quarantenni).
Tanto che se per caso la piccola ha qualche attrezzo attaccato, piuttosto che usare un altro trattore libero, bisogna per forza fare il giro della cascina con il rimorchio.

Come in questo caso:


Che poi è l'unico motivo per cui girare a novembre con l'imballatrice.

venerdì 9 novembre 2012

Emozioni - Nina Zilli

Fino a qualche tempo fa in casa tua il piccolo paesino di Gossolengo (PC) era famoso per un ristorante dove si mangia bene, ma bene bene in modo assurdo. Specialità piacentine: gnocco fritto, affettati e formaggi, pisarei e fasò con dell'ottimo ortrugo.
Poi qualche anno fa il nome del paesino ti è balzato all'occhio come paese natale di una delle giovani cantanti italiane più promettenti e non figlia dei talent. Maria Chiara Fraschetta, che come nome d'arte si è scelta il nome impegnativo di Nina Simone e il cognome della madre.

Lunedì sera, dopo aver comprato i biglietti su internet appena quattro giorni prima (visto che non era prevista e la data l'hai scovata per caso surfando), tu, la biondina e la zia stordita siete andati agli Arcimboldi, per il concerto di Nina Zilli.


La ragazza stà portando in tour il secondo album L'amore è femmina che è presente sul tuo ipod, anche se con una rotazione inferiore rispetto al primo Sempre lontano che preferisci, vista anche la maggioranza di canzone in levare.
Quasi due ore di ottima musica di questi due album e qualche cover di alcune splendide canzoni di quelle con l'anima, come Etta James, Diana Ross, Nina Simone e Mina.
Nel frattempo si permette anche tre cambi d'abito, da vera diva, e te non puoi che apprezzare il notevole tasso di femminità e sexappeal.

Voce splendida con un controllo dal vivo paragonabile a gente come Giorgia, che per te è e rimane la pietra di paragone tecnica.

L'unico appunto che ti senti di fare riguarda la band, che è certamente ottima per quel genere di musica, ma sarebbe potuto essere al top con l'aggiunta di un paio di coriste e un paio di fiati un più (assieme alla tromba e al sax tenore, avresti visto bene un trombone, ma sopattutto un sax baritono, che con il blues e il tempo in levare ci và a nozze).

Ma si sono fatti perdonare con la sorpresina finale, finiti anche i saluti:


... e brava Nina Zilli!

Viva il blues!
Viva il soul!
... e viva i pisarei e fasò!

martedì 6 novembre 2012

Un'altra scusa per correre

Uno dei giochi preferiti del bimbo in cortile è il correre attorno alla casa.

Papà, facciamo questo gioco: io sono Saetta e tu sei Chick Hicks. Si parte da qui e si torna dopo il giro.

Con tutto il campionario di spinte fuori strada, di pneumatici esplosi e di soste per fare la benzina. Da fare migliaia di volte. Che uno si chiede come è possibile che un bimbo di tre anni e mezzo possa avere una resistenza maggiore di un formidabile trentottenne maratoneta e triathleta.
Mah ...

Comunque, oltre al giro secco di qualifica, un'altra specialità del circuito è la gara di giocattoli a spinta. I giocattoli suoi preferiti sono quelle cinesate che vendono soprattutto alle bancarelle dei dolciumi nelle feste di paese. Che, a pensarci bene, saranno anche cinesate, ma te le fanno pagare come delle BMW.
Di seguito il parco macchine attualmente a disposizione (dico attualmente perchè la vita media di una vetura simile in mano al bimbo è scandalosamente breve) e che comprende una moto finto Valentino Rossi, una macchina finto Saetta McQueen, un elicottero e un quad.

Tutte con almeno un giro di nastro isolante in vari punti.
Perchè come riscaldamento si fa l'autoscontro.

Ma qui la parte divertente è inventarsi tutte le volte un percorso diverso da fare.

Papà, facciamo un percorso strano con i birilli?
Sì, dai. Così poi facciamo le gare!
No, ho avuto un idea: io corro e tu mi conometi!

NB: non è un errore di battitura, è che lui dice proprio così.


domenica 4 novembre 2012

Zucche vuote

Un bel fine settimana lungo di quelli che quando arrivano li aspetti come se fosse Natale.
Questo è stato il ponte dei morti.
Ma se si scrive festa di Ognissanti, anche dalle nostre parti si legge festa di Halloween.

Il bimbo non conosce bene tutta la storia delle streghe, dei mostri o di tutto il resto, un po' perché noi non l'abbiamo mai nominata e poi perché in un asilo di suore non penso che festeggino questo evento, ma è innegabile che alla fine ne rimanesse affascinato.

Venerdì, visto che era prevista una bella giornata e che era un bel po di mesi che lo nominava tanto gli era piaciuto quando c'eravamo stati in primavera, siamo andati in provincia di Bergamo al parco dei divertimenti Minitalia Leolandia.

Benvenuti!
Stavolta il bimbo non era per niente interessato alla parte minitalia del parco (anche perché i trenini erano fermi) e non vedeva l'ora di andare sulle attrazioni più adrenaliniche, come la sua preferita: il frullatore!



Al papà e mamma sono piaciute tantissimo l'ambiente e l'atmosfera: tutti i lavoratori e molti clienti (grandi e piccini) travestiti da streghe, fantasmi, mostri, sia in versione molto casalinga, sia in versione professionale, con costumi bellissimi e - immagino - costosissimi.


Tutto il parco era pieno di ragnatele, zucche, mostri, ragni giganti e fantasmi.



Zucche vuote, mostri orrendi, streghe spaventose, vampiri che vogliono succhiarti il sangue e morti che camminano.
Ma è una festa o è il consiglio regionale lombardo?

lunedì 29 ottobre 2012

Elogio alla banda - Parte I: gli inizi

Gruppo Folkloristico Musicale di S.Colombano al Lambro.
Foto ufficiale più recente: maggio 2012.


Era il settembre dell'82 e un piccolo (ma rotondo) bimbo di quasi otto anni che sapeva a malapena leggere l'italiano, decide che è ora di imparare a leggere anche la musica.
E comincia ad "andare alla banda".

Questa è la versione romantica, ma la versione reale è molto più figlia del caso che di una precisa volontà. Perché se davvero a un bambino interessa la musica, di solito è attratto da strumenti come il pianoforte, o la chitarra, e se sceglie la musica bandistica è perché c'è una tradizione famigliare che porta in quella direzione.
Invece nella tua famiglia la musica stava a zero.
Però c'era un amico di famiglia che suonava e aveva convinto la figlia, allora tua grande amica, a imparare a suonare nella banda. E i tuoi genitori: ma prova, c'è anche Alessandra, così non vai da solo.
E un po' controvoglia, un po' incuriosito cominci con le lezioni teoriche di musica: un anno di solfeggio. Che a proporlo ad un bambino del giorno d'oggi è una follia: il ragazzo se vuole venire a suonare gli devi dare il più presto possibile in mano uno strumento, sennò quello si stufa e dopo un mese va a fare altro. Ma trent'anni fa, che ci vuoi fare, eravamo più tonti e facevamo sempre tutto quello che i più grandi ci dicevano senza fiatare. Quindi, ripeto, quasi un anno in cui il sabato pomeriggio andavi a lezione di solfeggio dal maestro di teoria, e in quell'anno hai solfeggiato quasi tutto il Bona.


Poi, quando il maestro di teoria ti dava il permesso, cominciavi ad andare a lezione anche il mercoledì pomeriggio con il maestro di banda che ti insegnava il tuo strumento. A 8-9 anni non avevi le idee ben chiare e, anche se le avessi avute, erano i grandi che decidevano per te.
E quindi, dopo averti fatto provare anche un ottone come la tromba, decisero che avresti suonato il clarinetto.
E a complicare il tuo rapporto con le edizioni Ricordi, al signor Pasquale Bona si affianca anche il sig. Jean-Xavier Lefèvre.


Se qualcuno vuole ridere di te, questo è l'indice:
-Tavola delle posizioni del Clarinetto sistema Muller.
-Tavola delle posizioni del Clarinetto sistema Bohm.
-Esercizi per la scala Diatonica Naturale.
-Salti.
-Articolazioni varie.
-Studio dell'espressione.
-Esercizi per la Scala Cromatica.
-Studietti sugli intervalli.
-Scale Diatoniche e Arpeggi nelle 24 tonalità maggiori e minori.
-Esercizi in diversi tonalità.
-Esercizi sull'articolazione.
-Esercizi progressivi.
-Studietti melodici.
-Studietti per il ritmo e le articolazioni.

E dopo i primi approcci con lo strumento cominciano le prove delle marce bandistiche, quelle che poi farai in sfilata, e ancora più tardi, lo studio delle parti concertistiche, quelle che (anche lì, deciderà il maestro quando sarai pronto) suonerai anche alle prove con tutto il resto della banda, e non solo gli allievi, il mercoledì sera.

E così inizi a entrare in una grande famiglia (perché con il tempo è quello che diventa) che ti insegna uno strumento, ma anche la responsabilità e l'appartenenza.

Cose che ti porti dietro ancora adesso, dopo circa 30 (trenta) anni.


... continua ...

giovedì 25 ottobre 2012

I lavoretti

Dalle nostre parti vengono chiamati così gli oggetti che i bambini a scuola (all'asilo ma anche ai primi anni delle elementari) realizzano come regalo per la famiglia nelle occasioni speciali. Quindi, da quest'anno mi aspetto che per le feste comandate come Natale e Pasqua, ma anche altre occasioni come le feste del papà e della mamma, il bimbo ci donerà degli splendidi pensierini handmade.
Solo che non mi aspettavo che i cosiddetti lavoretti sarebbero cominciati già da subito, anche al di fuori delle ricorrenze. In poco più di un mese di asilo il bimbo ha già portato a casa dei piccoli oggettini che per ora realizzano annalisaportapazienza e i suoi compagni più grandi e lui aiuta o colora.

Quindi facciamo la conoscenza del medaglione del benvenuto all'asilo, che lui ha colorato e di cui fu' orgogliosissimo per almeno 48 ore, prima di dimenticarselo tra i giochi.

Questa fine ignobile dell'oblio tocca ovviamente a tutti i lavoretti, tra cui anche questa "bandierina" che in classe realizzarono (una per ogni bambino) per la festa di inizio anno scolastico.

Con questa storia abbiamo anche imparato che il 2 ottobre (oltre ad essere la festa dei nonni, ma sono sicuro che le due cose siano collegate) è la festa dell'angelo custode: festa cattolica che si festeggia da più di 300 anni (ricordiamo che stiamo parlando di una scuola di suore). Questo lavoretto in effetti il bimbo neanche ricorda di averlo.

Ma l'oggetto che gli piace di più e che piace di più anche a noi genitori è la sua carta d'identità. La sera che sono tornato a casa me l'ha mostrata tutto entusiasta soprattutto del fatto che la foto l'ha disegnata lui.

Quindi in attesa dell'invasione vera e propria dei lavoretti delle feste, cominciamo a raccogliere questi reperti di arte bimba.

lunedì 22 ottobre 2012

Maratonina di Cremona - 21/10/2012

Il 2012 è stata un'annata magra dal punto di vista podistico. E' il primo anno in cui mi iscrivo alla FIDAL ma non ho fatto fare molto bella figura al mio gruppo podistico.
In quest'anno solare fino all'altro giorno ho collezionato solo la maratona di Piacenza, la mezza di Santa Margherita Ligure e la DeeJay Ten. Di solito faccio qualche mezza maratona in più.
Quindi chiudo la stagione delle gare podistiche (almeno quelle cronometrate) con una gara per me nuova.

Invece di andare a Pavia all'inizio di ottobre come facevamo da qualche anno a questa parte, io e la biondina abbiamo optato per provare una mezza comunque comoda per noi (un'oretta di macchina) ma con un percorso diverso.
Assieme a noi c'erano anche Angelo e Max (quest'ultimo ha condiviso con me i primi 15 km della corsa) in mezzo a 3000 runners. Numeri diversi dai quasi 13.000 della DeeJay Ten, ma che hanno comunque fatto si che dallo sparo al mio passaggio sulla linea di partenza passassero circa due minuti, come si vede in questo video.

 

Colpa di un percorso che prevedeva una partenza non molto felice in una strada piuttosto piccola e di un restringimento di carreggiata per lavori dopo poche centinaia di metri.
E questo problema della strada stretta si è poi ripresentato dopo qualche km. Questo fatto ha costretto tutti a rallentare il ritmo e a fare molta attenzione al percorso, tanto che il Max, proprio a colpa del traffico, ha rimediato una storta pericolosa su un marciapiede che probabilmente gli ha condizionato il risultato finale.
A parte questi problemi il percorso era molto bello, con una parte fuori dalla città sugli argini del Po e una parte nel centro storico.
Ma la sorpresa della giornata è stato l'arrivo in salita sull'acciotolato. Una cosa che può avere due effetti: o hai cominciato la volata troppo presto e sei obbligato a rallentare pesantemente rovinando il tuo ingresso trionfale nella piazza dell'arrivo, o, come me, questa cosa ti gasa un casino e, sbuffando come un mantice, spingi a tutta dando anche quello che non hai permettendoti un arrivo sotto l'arco ad una velocità di punta di 3'50" al km.

Risultato finale soddisfacente, con un altro ritocchino del mio PB: 1h 38' 40", per la gioia del mio fisico in generale e dei miei polpacci in particolare messi a dura prova dagli ultimi allenamenti e dalla ripresa dell'attività natatoria (ne riparlerò a breve a queste coordinate).

E come tutte le volte la domanda che mi sono sentito rivolgere una volta a casa è stata:
Papà, hai corso forte fortissimo? Hai vinto?
Certo bimbo, io e la mamma abbiamo vinto, e ci hanno premiato con queste medaglie, ti piacciono?

Si, gli piacciono.
Ci ha pure dormito!
 

giovedì 18 ottobre 2012

Navigatore

Il bimbo sulla macchina stà sul suo seggiolino omologato nel sedile posteriore.
Mi hanno sempre infastidito quelle persone che tengono il bambino davanti in braccio al passeggero, senza cintura e per tratti anche lunghi, solo per accontentare un capriccio.
Mi ricordo che una volta, vedendo nella macchina di fianco una situazione di questo tipo dissi alla biondina: guarda il nuovo modello di airbag lato passeggero della panda ...

L'unica eccezione a questa regola la faccio se devo andare solo io e il bimbo in alcuni punti ben precisi del paese, in un raggio di massimo cinquecento metri.
Il distributore, l'autolavaggio, la pizzeria.
In quel caso il bimbo si siede davanti sul posto passeggero con la cintura di sicurezza allacciata, resta seduto composto e non fa i capricci, anzi, vuole rendersi utile indicandomi la strada.
Solo che è uno preciso, se fa le cose le fa per bene. Quindi legge la cartina.

Alcuni hanno il navigatore satellitare.
Io ho il navigatore stellare!
Ma ultimamente si è fatto prendere un po la mano e, invece di indicarmi la strada per il distributore di benzina, vorrebbe che lo portassi in posti che a lui piacciono un po di più.
E come dargli torto ...

Papà, adesso prendo la cartina e ti insegno la strada che devi fare.
Va bene bimbo.
Adesso vai dritto ... poi gira di qui ... poi prendi questa strada ... poi gira a destra ... entriamo in autostrada ... poi siamo arrivati!
E se faccio la strada che mi hai detto, dov'è che arriviamo. In pizzeria?
No questa è la strada per Formentera!

 Vabbè che ho una macchina fuoristrada, ma non penso che possa navigare per il mediterraneo ...

martedì 16 ottobre 2012

Nozze di smeraldo

Ho da poco compiuto 38 anni.
Questo vuol dire che i miei genitori sono belli vecchi!
Talmente vecchi che domenica (anche se il giorno esatto è il 15 ottobre) hanno festeggiato quarant'anni di matrimonio.

Il biglietto d'auguri fatto dal bimbo

L'anniversario è stato ricordato con una cerimonia in chiesa dove, durante la messa domenicale delle 11, il prete benedetto gli sposi e le loro nuove fedi nuziali.
Nuove perché l'anno scorso i ladri hanno rubato poche cose, ma quelle preziose non sono sfuggite.
Poi, assieme ai figli, genero, nuora, nipoti e consuoceri, sono andati a pranzo in un ristorante per passare qualche ora in allegria.

Ma la cosa più bella è stata che, anche se si festeggiava quarant'anni di vita insieme, i protagonisti della giornata sono stati due bambini che, sommati insieme, hanno 4 anni di vita!

 

venerdì 12 ottobre 2012

Emozioni - Le sorprese del Mulino Bianco

L'altra sera, mentre era in scena una cena a casa dei miei genitori, ho abbandonato la compagnia per una mezz'ora buona e, insieme al bimbo, mi sono vestito da archeologo dell'anima per andare nella mia cameretta di quand'ero piccolo.
L'idea era quella di aprire cassettoni e cassepanche dimenticati e immergersi nel flusso canalizzatore dei ricordi generato dai reperti archeologici dell'era scuolaelementarezoica.
Sono usciti una serie di oggetti che possono fare la gioia di qualsiasi ragazzino di quarant'anni.
Oggi parliamo di un must degli anni '80: un vero oggetto imprescindibile che in quegli anni avevano tutti i bambini italiani (e per il quale oggi ci sono uomini che spenderebbero cifre vergognose).

Le sorprese del mulino biano con il santo graal del collezionista: il maxi sorpresiere.

Non ricordo con precisione da dove arrivava la valigetta, quanti sacrifici andavano fatti sull'altare del mugnaio bianco, ma chissà per quale bizzarro meccanismo, ricordo che anni fa decisi che tutta quella montagna di scatolini con i regali del mulino avrei dovuto scremarla pesantemente. Infatti decisi di salvare dall'oblio della spazzatura solo le scatole avrebbero riempito la valigetta, utilizzando il metodo della qualità insegnatomi dal prof. dott. Katzo. Il famoso metodo alla Katzo.

A quei tempi un bambino delle elementari avrebbe potuto risolvere il problema del tempo libero soltanto mangiando crostatine e tegolini. Perchè le scatoline presenti in ogni confezione contenevano sorprese che, con lo spirito giusto (e quegli anni i bambini avevano lo spirito giusto: semplice, genuino, facilmente impressionabile), potevano farti passare ore creative e spensierate.

Di seguito una carrellata del contenuto della valigetta magica.

Un must dei giochi da tavolo: il domino con le merendine. Oltre all'evergreen crostatina e ai rimaneggiati  tegolino e saccottino, piangiamo la scomparsa di chicche come trottolina e tortorella.

Altro giochino classico rimaneggiato diventato difendi il castello.

E una sorta di gioco dell'oca il cui scopo è mangiare il tegolino.

 
Poi un forza quattro con cui mi ricordo volevo far giocare mio padre alla sera, ma lui ha le mani talmente grosse che non riusciva proprio a manipolare queste pedine minuscole.

Altri giochi da tavolo da fare addirittura in tre, ma a questi difficilmente giocavo. Ho avuto un infanzia piuttosto solitaria.

Io preferivo giochi più solitari tipo questi.

O libricini con piccoli giochi di prestigio con cui poi rompevo l'anima ai miei genitori che dovevano dimostrarsistupiti e ammirati.

E mi ricordo con affetto una sorpresina che mi ha fatto compagnia da piccolo in molte sedute al bagno, creando la mia fascinazione per gli USA