mercoledì 29 febbraio 2012

Avere vent'anni



Scherzando posso dire che siamo insieme da cinque anni.
Io e la biondina, intendo.
O sarebbe più corretto che questa è (solo) la quinta volta che lo festeggiamo.

Si, perché come ho già detto da altre parti, oggi io e la biondina si festeggia vent'anni di fidanzamento.

Venti. Anni.

E' più di metà della mia vita.

Questo significa che non sono cresciuto da solo, ma ho condiviso quasi ogni aspetto del mio tragitto verso la maturità con accanto una persona che stava facendo il percorso speculare e parallelo al mio, con cui misurarmi e triangolare posizioni come fanno i marinai con le stelle.

Pochi riferimenti nella vita, ma fortunatamente parecchio solidi.

Ti amo.
Ti ho sempre amato.
Ti amerò per sempre.

martedì 28 febbraio 2012

Piccoli allevatori crescono 4

La mamma non c'era e quindi ancora non lo sa, ma ad andare al campo (oltre a dare da mangiare a tutti gli animali) abbiamo imparato un bellissimo giochetto.


La cosa bella è che questo divertentissimo gioco l'ha insegnato il nonno al bimbo.

Dai, bimbo, tuffati nel fieno, non è pericoloso, è divertente. E' come quando vai in piscina.
Ma nonno, non è una piscina, .. è un fienile!
Guarda, si fà cosi: ... ooohhh, buuum!!

... e alla fine l'ha convinto, per la gioia della biondina che dopo l'ha dovuto lavare tutto. E io che facevo finta di niente quando mi chiedeva: ma come ha fatto a sporcarsi così tanto?

venerdì 24 febbraio 2012

Emozioni - Nathan Never I

Nei primi mesi del 1991 comparvero in quarta di copertina degli albi di Dylan Dog (che avevo cominciato da poco a seguire) alcune immagini fantastiche, con situazioni e soggetti assolutamente fantascentifici. Erano la pubblicità di un nuovo personaggio che stava per essere pubblicato da lì a pochi mesi.
Qual'è il segreto della Fratellanza Ombra?
Qual'è il tragico segreto dei biodroidi?
Quali minacce si celano negli abissi di una città del futuro?
Che enigma nasconde un'astronave abbandonata nello spazio?
Nathan Never lo sa!

In quegli anni internet non esisteva, e tutto quello che potevo sapere sulla nuova serie è quello che veniva scritto nei redazionali di Dylan Dog e, appunto, in queste pubblicità.
Forse anche per quello mi crebbe sulla spalla una scimmia dalle dimensioni di king-kong.
Due delle mie passioni letterarie di sempre, i fumetti e la fantascienza, in edicola contemporaneamente per una nuova serie che avrei potuto seguire dalla nascita, e non in ritardo a spizzichi e bocconi come avevo fatto finora con le saghe letterarie che mi piacevano.
 Quando poi uscì il numero uno fu un vero e proprio colpo.

A onor del vero una delle copertine meno riuscite di Castellini
In un solo albo c'erano uno dei miei disegnatori preferiti di DD, con tavole di una dinamicità mai vista, ambientazioni a cavallo tra Blade Runner e i romanzi cyberpunk di Gibson e Sterling, ma soprattutto le tre leggi della robotica di Asimov.
Successivamente ho letto alcune delle storie a fumetti biù belle di sempre e alcuni cicli narrativi degni di essere ricordati (fratellanza ombra, tecnodroidi, Raven/Gabriel, ecc).
Una delle cose che mi piacquero di più della serie era la stretta continuity, che non è certo una novità per il fumetto, ma  lo era per me che fino ad allora avevo letto solo disney (dove la continuità era presente solo in rarissimi casi) e DD (che ha forse qualche saga ricorrente, ma non c'è un evoluzione costante del personaggio).
E quindi questa cosa del passato di Nathan, del come Legs è entrata in agenzia, dell'evoluzione del rapporto con la figlia Ann, della stretta relazione tra psicometabiosi, fratellanza ombra, ultra sapiens e Gabriel mi ha sempre gasato un casino.
E ora, a distanza di più di vent'anni da quelle pubblicità, dopo una delle saghe più belle e coinvolgenti (la guerra dei mondi), si ritorna all'inizio con una rivoluzione totale di tutta la serie (che si stà concludendo proprio in questi mesi) che attendo con ansia.
Ma, anche se ora c'è internet e qualche notizia in anteprima gira, poco si sà di quello che stà succedendo, e l'hype cresce potente oggi come allora.

Che fine ha fatto Sigmund?
Che succederà ora a Kay?
L'agenzia Alfa ora che ruolo avrà?
... oggi come allora, solo Nathan Never lo sa!

martedì 21 febbraio 2012

[Padre - Figlio IV] Dolce in famiglia, duro in società

Quarta puntata di un ragionamento ad ampio raggio sul rapporto padre - figlio.
Qui dove si parla della sensibilità del genitore moderno, qui dove paragono l'approccio materno a quello paterno e qui dove si enuncia qualche caposaldo di educazione.


Stavolta lo spunto per una riflessione arriva da un saggio scritto da un professore di psicoanalisi che si ocupa di "diversi approci alla psicoterapia dei sistemi famigliari".
Sembra che voglia spandere, ma faccio subito outing: questo libro non l'ho letto (non credo abbia le figure!) ma ho trovato un post su un blog di un papà molto censapevole del suo ruolo (e che scrive molto bene) che ne parlava.
Ne riporto quasi completamente il post:

Sto leggendo un bel libro di Luigi Zoja, Il gesto di Ettore, dove, fra le altre cose, si parla del 'paradosso del padre'. Forse le citazioni che fra poco seguiranno sono, rispetto all'argomento di cui sto parlando, - per dirla con una bella immagine dello stesso Zoja - come "le increspature nello strato di schiuma che cavalca a sua volta l'onda immensa della storia", ma io ci vedo in ogni caso un bel tratto di unione: "Ci si aspetta che proprio il padre insegni al figlio a essere nella società...laddove i rapporti nella società non sono di solo amore, e neppure di giustizia, ma anche di pura forza", dice l'autore alle pp. 10-11, (ediz. Bollati Boringhieri, 2011). Ma il padre vincente che la tradizione occidentale preferisce "non rischia solo di mancare di moralità. La necessità della forza è anche un limite posto al suo sentimento" (p. 11). Infatti, "il figlio si aspetta dal padre un affetto simile a quello materno, ma questo non esaurisce la sua richiesta. Con me, chiede, sii buono, sii giusto. Amami. Ma con gli altri, sii prima di tutto forte: anche a costo di essere violento, anche a costo di essere ingiusto" (p. 12).
Insomma, il figlio ha, verso il padre, aspettative contrastanti: "in famiglia il padre deve osservare una legge morale; nella società, invece, deve rispettare per prima cosa la legge della forza" (pp. 12.13). E' il 'paradosso del padre', il quale - contrariamente a quanto avviene per la madre, che sarà valutata come tale dal figlio per quello che fa con lui - "non è padre solo per quello che fa con il figlio, ma anche per quello che fa con la società: e le leggi che regolano questi due spazi di azione non sono le stesse". (p. 13). 
La relazione che intravedo fra le parole di Zoja e il mio discorso sull'educazione impartita a gran voce dai maleducati è che questi ultimi sono i 'padri' che amano e che insegnano ai figli a 'comportarsi', 'a stare al mondo': gli stessi che nella società rappresentano una maleducazione e un'arroganza vincenti. Qui, ovviamente, il 'paradosso del padre' o la contraddizione che metto in luce non è tanto psicologica, come quello di cui si parla nel libro, ma sostanziale, fisica e, al massimo, culturale. E' l'educazione privata e che ci si aspetta dagli altri, prima di tutti dai figli, e la maleducazione pubblica, degli adulti, nascosta oppure palese, ma in quest'ultimo caso pubblicamente ignorata.
Termino questo post citando un ultimo, bellissimo paragrafo da Il gesto di Ettore: "Il 'paradosso del padre' è tanto personale, psicologico, indipendente dalle epoche, quanto pubblico e storico. Al centro della civiltà patriarcale europea, penetrata dappertutto prima con la colonizzazione e poi con la globalizzazione, sta infatti anche un secondo paradosso, che altro non è se non la faccia collettiva del primo. Questa società ha adottato come credo il Cristianesimo, e contemporaneamente si è diffusa 'darwinianamente', con la forza. Cioè con la guerra, la rapina, la desertificazione della natura, lo sfruttamento e la sottomissione dei popoli più deboli o semplicemente più pacifici: con la trasgressione planetaria dei comandamenti 'non uccidere', 'non rubare', 'non desiderare la roba d'altri'. In questo senso proprio la civiltà europea, che ha sparso la razionalità sulla Terra, parte da un centro profondamente irrazionale. Come il padre individuale, il suo patriarcato oscilla tra legge dell'amore e legge della forza, ed è ben lontano dal trovare una sintesi" (p. 13). 

La cosa che più mi ha colpito in questo ragionamento è il passaggio dalla sfera personale a quella sociale, cioè il parallelo tra affetto e decisione che deve avere il padre e i valori del cristianesimo e la prevaricazione della società occidentale.

Tornando ad un ragionamento che avevo fatto qualche tempo fa sull'economia mondiale, l'ideale sarebbe che io utilizzassi gli stessi valori che uso con mio figlio, anche nei confronti del mondo esterno.
Se nel rapporto con mio figlio sento la necessità di essere giusto e buono, io dovrei cercare di essere giusto e buono anche nei miei rapporti sociali.
Certo, è difficile e a volte controproducente, ma sono sicuro che è la cosa giusta da insegnare ad un figlio.

sabato 18 febbraio 2012

Venerdì 17

Me ne sono accorto solo a sera, ma ieri era venerdì 17.
E quindi ho rivisto la giornata appena trascorsa sotto un'ottica nuova e illuminante.

Ero bello tranquillo in un'aula a seguire il corso per addetto antincendio (quindi una mattinata tranquilla e di tutto riposo da imboscato), quando verso le dieci di mattina mi chiamano dalla cava per avvisarmi che c'è stato un infortunio e che sono presenti sul posto ambulanza, vigili del fuoco, polizia e carabinieri.
Imprecando lascio la mia aula calda e rilassante e corro in macchina per affrontare quella che si profila come una palata di problemi.
Mentre stò infrangendo qualche decina di articoli del codice della strada, chiamo al cellulare un operaio sul posto e mi spiega che si è fatto male un fabbro di una ditta esterna che stava facendo delle manutenzioni straordinarie sulla draga, a circa venti metri dal suolo. E' rimasto incastrato in un ingranaggio con una gamba.
"Si, ma lui come sta?"
"Eh, ... non è messo tanto bene! Non so molto ..."

Cazzo!
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!!

Sono quasi attivato quando vedo un elicottero che si abbassa e va a posarsi esattamente in cava.
Porca troia, questo s'è fatto male sul serio.

Arrivo tutto trafelato e dopo essermi presentato ai carabinieri come il direttore responsabile della cava mi spiegano che tutta la gente presente è perché ci sono stati dei problemi a portarlo giù da dove si trova. Hanno dovuto calarlo i vigili del fuoco con le corde.

Io sono quello di spalle con gli stivali gialli
Dopo i primi attimi concitati mi rendo conto che fortunatamente il peggio è stato scongiurato. Il ragazzo ha un femore rotto e qualche costola incrinata. Se n'è andato con l'autoambulanza, non è in pericolo di vita, se la caverà con un operazione e sessanta giorni di prognosi.

Ma la giostra per noi non è ancora finita. Due comandi dei carabinieri di due paesi diversi che erano presenti perché non si capiva bene la giurisdizione. Due camionette dei vigili del fuoco. Una volante della polizia. Ambulanza e automedica. Elicottero dei carabinieri (non era l'elisoccorso, avrei potuto capirlo anche da chilometri di distanza, ma non ho fatto caso al colore). Polizia mineraria e ASL. E per finire il sindaco del paese che, allarmato dall'elicottero, mi chiama per chiedermi notizie e viene anche lui a fare un sopralluogo.

Alla fine si è concluso tutto (tranne sorprese dell'ultimo minuto) senza conseguenze penali per noi o per la sua ditta.
E' stato un incidente dovuto alla disattenzione.
E il ragazzo è giovane, hanno detto che non avrà conseguenze permanenti.

E io mi chiedo, ma quanti cazzo di occhi bisogna avere per poter lavorare. Era un lavoro semplice, che hanno fatto migliaia di volte negli ultimi anni, eppure un giubbotto slacciato, lui che si avvicina troppo alla macchina e un ingranaggio che si impiglia nel vestito lo butta a terra violentemente.

E' stata disattenzione.
Oppure è stato venerdì 17.

giovedì 16 febbraio 2012

Nativo digitale 3

Partiamo con un riferimento culturale di quelli che piacciono a me.
Nella saga fantascentifica di Nathan Never (di cui prometto di parlare prossimamente in alcuni post dedicati con l'etichetta arte, cha attualmente latitano in queste lande desolate), si parla della possibilità che, in un futuro non troppo lontano, nasceranno delle persone con una mutazione genetica tale per cui all'interno del loro sangue si troveranno dei nanoidi.
Queste cellule sono fatte di metallo vivente e hanno la funzione di interagire in modo "quasi magico" con ogni tipo di apparecchiatura elettronica. Praticamente queste persone hanno un controllo totale e assoluto su ogni tipo di tecnologia.
Fiko, eh?

Chissà quando faranno la prima analisi del sangue al bimbo ...

Primo reperto: il nuovo cellulare del papà, con sistema android, è divertentissimo per giocare con Fruit Ninja e altri giochini in flash. E vedendo lui me ne sono convinto ancora di più: il futuro dell'elettronica è touch.



Secondo reperto: così come touch è uno dei giochini per intrattenere i nani che ci sono all'Ikea. E anche lì ci perdiamo delle ore.



Terzo reperto: il mondo delle consolle da gioco è ancora piuttosto distante dal bimbo, anche perchè il papà non è un grande appassionato, ho giusto una Play Station 2 che in ginque anni avrò acceso una ventina di volte. Ma ultimamente facciamo delle partite un po' surreali con le moto e con un picchia-picchia. Surreali perchè durano non più di un paio di minuti (la soglia di attenzione per queste cose di un bimbo di quasi tre anni) e perchè la coordinazione sui comandi è quella che è.


Quarto reperto: mentre è molto più semplice per lui giocare con la Nintendo Wii (e probabilmente è lo spirito con cui l'hanno progettata). Qui vediamo il suo primo approcio ad una gara di macchinine il giorno di Natale a casa dello zio Daniele. Ora tutte le volte che la vede diventa matto, ed è un campione di tutti quei giochini di Party Wii e della balance board.

lunedì 13 febbraio 2012

Salus per aquam

Domenica speciale quella appena trascorsa.
Cominciata con una bella sveglia alle sette meno dieci, in modo da essere pronto al raduno dei fessi (io, max e mariangelo) per correre. Totale 34 chilometri (per fortuna l'ultimo allenamento lungo!); partiti con -5°C e tornati alle 11 con -7°C e un vento porco. Non ho mai corso con temperature simili, dico solo che il fazzoletto nella tasca del giubbotto si è congelato ed è diventato una pallina dura e inservibile.

Il pomeriggio invece, dopo un piccolo riposino, abbiamo sfruttato il regalo di Natale di mia sorella consistente in una Smartbox - Coccole per due. Negli ultimi tempi c'è stato un boom di questi pacchetti che servono per regalare (a seconda di quanto si spende) cene, trattamenti di bellezza, pomeriggi sportivi, WE di cultura, arte, enogastronomia, ecc. Nel nostro caso il pacchetto comprendeva un trattamento in un wellness center per due e (aggiunta fondamentale per sfuttarlo) il servizio di babysitteraggio bimbo.
Quindi abbiamo parcheggiato il bimbo dai nonni e zii, con una punta di preoccupazione sul come potesse reagire all'allontanamento. Naturalmente ha reagito da par suo: abbiamo dovuto chiamarlo tre volte per farci salutare mentre lui (stivalini, guanti e cappello calato sugli occhi) stava correndo con il nonno per andare a trovare le caprette.

Direzione Pavia al Resort Cascina Scova con wellness cityspa. Potevamo scegliere tra l'ingresso alla zona relax con due ore tra piscina, idromassaggio, sauna e bagno turco, ma vista l'avversione della biondina per gli ambienti piccoli, caldi e afosi abbiamo optato per la combo ingresso nella grotta di sale e aquamassage. La grotta di sale è una piccola stanza in cui, mentre ti rilassi su una poltroncina con musica e cromoterapia, respiri per quaranta minuti circa una grossa concentrazione di ioni di sale. Aiuta a risolvere soprattutto problemi respiratori e cutanei, ma fatta una volta sola così a random probabimente non ha molto senso, se non quello appunto di farsi coccolare un pò.
L'aquamassage invece era un'incognita che spaventava un po' la biondina, perchè alla visione dei video di presentazione della macchina su youtube la mia reazione è stata: che figata!! , mentre la sua reazione è stata: oddio, sembra una risonanza magnetica, mi manca l'aria!!


E' stata una figata di rilassamento e soprattutto ha fatto molto bene ai miei muscoli di schiena e gambe contratti dalla corsa della mattina. Con la musichina ambient in cuffia e la luce soffusa mi sono tragicamente appisolato. E anche la biondina ha apprezzato.

Quando siamo tornati a prenderlo a casa della zia, secondo voi il bimbo si è sbracciato per salutarci dopo tre ore che non ci vedeva? Stava giocando con suo zio alla Wii e abbiamo dovuto minacciarlo di spegnerla per farci degnare di uno sguardo e di un ciao.

venerdì 10 febbraio 2012

Piccole chicche linguistiche sparse 5

Ma quello è matto ...
Devi fare quello che ti ha detto il papà, hai sentito cosa ti ha detto?
Si mamma, ma il papà è proprio difficile da capire!

Cattive compagnie
Adesso però andiamo a fare il riposino, va bene?
Dopo che ho fatto la nanna andiamo fuori a giocare con la mia amica neve?

Calma e gesso
Bimbo, smettila di metterti le dita nel naso!
Mamma, non prenderti il panico ...

Gentilezze
Grazie bimbo
Non c'è di prego, papà!

mercoledì 8 febbraio 2012

Ed ecco le prove

La canzone della banda è orami diventata un hit in casa nostra, tanto che non potevo esimermi dall'immortalare la performance vocale ad imperitura memoria.
Perchè qualcuno potrebbe pensare che quando scrivo esagero ...



La biondina mi ritiene responsabile di questa insana passione del bimbo per l'inno nazionale, ma sotto sotto se la ride di gusto!

domenica 5 febbraio 2012

Dovevo andarmene al caldo ...

Qualche mese fa, quando stavamo decidendo a quale corsa partecipare tra inverno e primavera, ci venne in mente la mezza maratona delle due perle, tra Santa Margherita Ligure e Portofino (come si può vedere nel mio personale programma qui). Il motivo per cui abbiamo scelto questa gara è che è un posto bellissimo, e poi perchè l'anno scorso, la prima domenica di febbraio si è corso con un bellissimo sole e circa 12 gradi. E noi, che avevamo voglia di caldo, eravamo entusiasti di andare due giorni e una notte via dal freddo della bassa padana.E invece ...

Ha nevicato due giorni questa settimana, e poi è arrivato anche in italia il burian direttamente dalla siberia con il suo freddo porco.
E il tempo brutto, soprattutto nelle regioni del centro, ha portato gli organizzatori e i sindaci liguri a rimandare la gara al 11 marzo prossimo.
Forse meglio così, perchè comunque sono sicuro che sarà una giornata ancora più bella.

Però, visto che comunque si è rimasti a casa, che si fa, si corre lo stesso?
Max e Mariangelo, inrarrestabili!!
Certo, ma che me frega se siamo a -5°C?

Ma il bimbo, che dice della neve?
Naturalmente ci sguazza!!
Correre nella neve è divertentissimo!!
Pupazzo molto minimal ...
Poi oggi pomeriggio è comunque uscito un po' di sole e siamo andati a fare un giretto in cascina.
A passeggio nella neve non ancora pestata.
Altra immagine suggestiva.

sabato 4 febbraio 2012

Le bisnonne piere

Il bimbo ha molti motivi per cui dirsi fortunato, anche se non lo sa.
Uno di questi motivi è quello di avere sei nonni.
No, non ho sbagliato, capisco che di solito una persona ha al massimo quattro nonni, ma se nel conteggio aggiungiamo i bisnonni, il conto è presto fatto. Il bimbo ha due bisnonne (che lui chiama nonna bis) che si chiamano entrambe Piera (guarda il caso).

Io non sono stato così fortunato, infatti non ho mai conosciuto il papà di mia mamma, e i genitori di mio padre sono morti quando avevo 15 e 19 anni, dopo lunghe e debilitanti malattie. Li ricordo con affetto, per quel poco che mi concede la mia memoria labile: ho conservato l'immagine di due contadini semplici curvati da una vita di sacrifici e di duro lavoro.
Invece, tornando al bimbo, lui ha tutti e quattro i nonni in discreta (grattatina) salute che, con vari livelli di dimostrazione pratica, gli vogliono bene.
E anche le due bisnonne sono impazzite alla nascita del pronipote.
In effetti deve essere una grande soddisfazione vivere abbastanza da poter vedere la propria famiglia crescere in questo modo. Vedere il tuo nipote (figlio di tuo figlio) che cresce, si sposa e diventa genitore.

Il problema è che le due nonne bis (attualmente 85 e 97 anni) non ci sono più con la testa.
Prima ha cominciato mia nonna l'estate scorsa ad avere dei momenti di non lucidità che l'hanno fanno diventare chiusa, cattiva verso i propri congiunti e non più indipendente (lei che erano dieci anni che abitava da sola nel suo bilocale), fino a portare i suoi figli alla decisione dolorosa di affidarla ad una casa di riposo.
Poi, qualche mese dopo, ha cominciato la nonna della biondina. Ultranovantenne tutto sprint che in pochi giorni è passata dall'essere anima della casa, cuoca sopraffina e ultraprolifica, instancabile narratrice di storie d'altri tempi, a povera nonnina ostaggio delle sue allucinazioni in cui ci sono signori che la vogliono uccidere, parenti che le vogliono male e voci che nel cuore della notte le dicono cose irripetibili.

Ed è una pena indicibile.
Parlo soprattutto della nonna della biondina, situazione che vivo con continuità abitando nello stesso palazzo, mentre i contatti con mia nonna sono relegati a quelle (poche) volte che vado a trovarla all'ospizio.
Dicevo, è una pena immensa vedere queste persone anziane prigioniere degli scherzi della loro immaginazione distorta. Uno si immagina la propria vecchiaia trascorsa in serenità circondata dalla tua famiglia che ti vuole bene, invece in questo caso, pur essendo in questa situazione, la tua mente ti presenta una situazione ambientale completamente diversa da quella serena che hai attorno, che ti porta a passare gli ultimi anni della tua vita con acredine, ansia, cattiveria e nella convinzione di essere vittima di odio.
Tranne quei rari momenti di lucidità in cui riconosce che le persone che ha intorno vogliono solo il suo bene e la sua tranquillità.
E per questi momenti tieni duro e combatti contro la decisione facile e definitiva che potresti prendere di appoggiarsi ad una struttura esterna. Decisione però che, a ben vedere, è soltanto rimandata, visto che queste sono situazioni degenerative che possono soltanto peggiorare.

Dubito che diventerò mai bisnonno, perché ho cominciato a figliare tardi.
Ma se per caso dovessi raggiungere una veneranda età come quella delle nonne bis, spero di essere nelle condizioni fisiche e psicologiche di godermela, tutta quell'esperienza e saggezza accumulata.
E alla fine possiamo dire che si, il bimbo è fortunato perché ha due bisnonne, ma purtroppo li ha avute lucide, presenti e disponibili per un tempo troppo breve per poter attingere da tutto quell'enorme bagaglio di cose buone e belle che loro hanno raccolto nella loro lunga vita.

mercoledì 1 febbraio 2012

Sei contento?

A volte il bimbo si dimostra un carattere testardo e viziato.
Sono sempre più frequenti i momenti in cui fa i capricci per un nonnulla e allora noi si deve alzare la voce.
Di solito basta questo.

Prendiamo ad esempio un brutto vizio che ha preso: per lui è un gioco tormentare la povera Lulù, cagnolina piuttosto anziana che vive con noi che non ha mai accettato completamente di essere stata esautorata nella scala degli affetti di casa da quasi tre anni. Infatti diciamo che Lulù sopporta malvolentieri il bimbo, e se potesse lo sbranerebbe (piccolo particolare: è un pincher di cinque chili). Il bimbo le vuole bene, ma il suo concetto di giocarci insieme è il mettersi a rincorrerla per tutta la casa urlando.
A questo punto urlo io di lasciarla stare e di solito sui si blocca e, dopo aver farfugliato qualche frase di scusa (ma, ma io volevo superarla .... ma lei non mi fa passare ....) si mette a piangere rifugiandosi in un angolino o sdraiato per terra in una scena mariomerola.

Dura poco la fase acuta (solo qualche singhiozzo) poi si passa alla fase due in cui, con le buone, cerchi di consolarlo e di fargli capire che stà sbagliando. A questo punto solitamente il bimbo se ne esce con una frase che da un lato fa ridere, e da un lato è di una profondità che solo i bambini:
papà, ma prima eri contento ...
Per lui (giustamente possiamo dire) essere contenti è il contrario di essere arrabbiati, quindi con questa frase è come se mi dicesse: ma perché alzi la voce, fino ad un attimo fa eri contento ed adesso questo atteggiamento, ma che sei impazzito?

E dopo che gli è passata il finale è lui che ti guarda sorridente (con la testa leggermente inclinata da un lato) e ti chiede:
adesso sei contento?
... e tu lo mangeresti!