venerdì 12 ottobre 2012

Emozioni - Le sorprese del Mulino Bianco

L'altra sera, mentre era in scena una cena a casa dei miei genitori, ho abbandonato la compagnia per una mezz'ora buona e, insieme al bimbo, mi sono vestito da archeologo dell'anima per andare nella mia cameretta di quand'ero piccolo.
L'idea era quella di aprire cassettoni e cassepanche dimenticati e immergersi nel flusso canalizzatore dei ricordi generato dai reperti archeologici dell'era scuolaelementarezoica.
Sono usciti una serie di oggetti che possono fare la gioia di qualsiasi ragazzino di quarant'anni.
Oggi parliamo di un must degli anni '80: un vero oggetto imprescindibile che in quegli anni avevano tutti i bambini italiani (e per il quale oggi ci sono uomini che spenderebbero cifre vergognose).

Le sorprese del mulino biano con il santo graal del collezionista: il maxi sorpresiere.

Non ricordo con precisione da dove arrivava la valigetta, quanti sacrifici andavano fatti sull'altare del mugnaio bianco, ma chissà per quale bizzarro meccanismo, ricordo che anni fa decisi che tutta quella montagna di scatolini con i regali del mulino avrei dovuto scremarla pesantemente. Infatti decisi di salvare dall'oblio della spazzatura solo le scatole avrebbero riempito la valigetta, utilizzando il metodo della qualità insegnatomi dal prof. dott. Katzo. Il famoso metodo alla Katzo.

A quei tempi un bambino delle elementari avrebbe potuto risolvere il problema del tempo libero soltanto mangiando crostatine e tegolini. Perchè le scatoline presenti in ogni confezione contenevano sorprese che, con lo spirito giusto (e quegli anni i bambini avevano lo spirito giusto: semplice, genuino, facilmente impressionabile), potevano farti passare ore creative e spensierate.

Di seguito una carrellata del contenuto della valigetta magica.

Un must dei giochi da tavolo: il domino con le merendine. Oltre all'evergreen crostatina e ai rimaneggiati  tegolino e saccottino, piangiamo la scomparsa di chicche come trottolina e tortorella.

Altro giochino classico rimaneggiato diventato difendi il castello.

E una sorta di gioco dell'oca il cui scopo è mangiare il tegolino.

 
Poi un forza quattro con cui mi ricordo volevo far giocare mio padre alla sera, ma lui ha le mani talmente grosse che non riusciva proprio a manipolare queste pedine minuscole.

Altri giochi da tavolo da fare addirittura in tre, ma a questi difficilmente giocavo. Ho avuto un infanzia piuttosto solitaria.

Io preferivo giochi più solitari tipo questi.

O libricini con piccoli giochi di prestigio con cui poi rompevo l'anima ai miei genitori che dovevano dimostrarsistupiti e ammirati.

E mi ricordo con affetto una sorpresina che mi ha fatto compagnia da piccolo in molte sedute al bagno, creando la mia fascinazione per gli USA
 

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