mercoledì 28 novembre 2012

Tutte le sere prima di addormentarsi

Sul comodino di fianco al tuo letto si può trovare (oltre alla sveglia, il garmin per le corse e alcuni fumetti) il reparto letture del bimbo. Nello specifico si parla di alcuni giornali settimanali di Cars, il libro di Cars, l'album delle figurine di Cars e l'incubo ricorrente delle tue sere prima di addormentarti: il depliant con la mappa di Minitalia.
La presenza di Saetta McQueen anche nella tua camera da letto ti può dare la misura di quanto è potente e capillare la macchina del marketing di Disney-Pixar. E delle enormi capacità di persuasione monomaniaca dei bambini nei confronti dei poveri genitori indifesi. Non credi sia nè necessario nè utile spendere altre parole sull'argomento.
La presenza di un depliant pubblicitario invece va' spiegata.


Quando sei andato alla Minitalia-Leolandia la prima volta, la stessa sera mentre eravate tutti nel lettone hai avuto la brillante idea (e questo la biondina te lo rinfaccia ancora adesso) di prendere la cartina usata nel pomeriggio per ripassare i momenti più belli della giornata. Ti era sembrata una bella idea. Ti sei detto: serve a sviluppare la memoria del bimbo e la capacità visiva di leggere le cartine. Solo che questa, come tante altre cose, ti si è rivoltata contro.

Da allora, ma ancora di più da quando ci sei andato la seconda volta, tutte le sere che il buon dio manda in terra, appena andati tutti e tre nel lettone e prima di addormentarsi lui ti fa la solita domanda: papà, mi dici quanta strada abbiamo fatto alla Minitalia?


E qui comincia il rito che comprende sempre le stesse fasi e le stesse parole, perché i bimbi hanno questa capacità di ricordare soprattutto le cose inutili.

Abbiamo parcheggiato qui poi io sono andato in biglietteria a comperare il biglietto.
E io dov'ero?
Te e la mamma eravate qui all'ingresso ad aspettarmi. Poi siamo entrati e siamo andati alla minitalia: siamo entrati in sardegna, poi la liguria, il piemonte ... (e devi dirli tutti giusti, altrimenti ti riprende)... Poi siamo entrati dove ci sono i giochi e siamo saliti su questo trenino.
Papà, ma è più veloce questo trenino o quell'altro dall'altra parte?

...
Poi siamo andati a vedere gli animali. C'erano le pecore, le capre, i maialini, le mucche, i cavalli, e le galline.
Ti sei dimenticato gli asinelli.
Ah, già. Poi c'erano le gabbie degli uccelli.
Papà, non erano uccelli, erano pappagalli.

...
Poi, prima di uscire siamo andati nelle stanze dove c'erano gli altri animali strani.
Prima mi dici quello dei ragni, poi quello dei pesci.
Sì, in questo locale c'erano i ragni, le lucertole, i serpenti e i coccodrilli.
E le ragnatele di spaidermen.
Poi c'era la stanza con tutti i pesci: gli squali, le murene, e che cosa facevano le murene?
(apre e chiude la bocca come se volesse mordere l'aria)
Bravo, poi c'erano le altre vasche. Ma qual'era la vasca più bella?
Quella con tutti i nemini piccoli (i pesci pagliaccio come Nemo) che nuotavano velocissimi. Ssswwwiss.

...
E poi siamo usciti, siamo andati al parcheggio a prendere la macchina e siamo tornati a casa con l'autostrada.
FINITO!!

E' talmente in fissa con sta cosa che l'altra sera, mentre lui era appena andato sul lettone e te e la biondina eravate ancora in bagno, facendo occhiolino l'hai scovato che era già pronto con la cartina aperta sul piumone e si era già portato avanti, con il ditino sul suo percorso immaginario, farfugliando di trenini, pappagalli, squali, regioni e ragnatele.

domenica 25 novembre 2012

Corsa delle rane - Magherno (PV) 25/11/2012

In attesa di cominciare (tra un paio di settimane) la preparazione specifica della tua prossima maratona, una campestre nuova in cui non eri mai stato non fa certo male.


In mancanza di un appuntamento del FIASP Lodi (c'era una maratonina nel capoluogo, ma è stata annullata qualche mese fa) a te e a molta altra gente non resta che espatriare nella provincia di Pavia, anche se Magherno è più vicino a casa tua che Lodi.
Del tuo gruppetto non eravate tantissimi: solo te, Max e la biondina, perchè tra gente infortunata, gente fuori forma che fa il giro corto, gente che dice che viene e poi invece buca perchè troppo stanca (ciao, zia stordita), è proprio vero che quando il gioco si fa duro, i duri cominicano a giocare.

Hai fatto 18 km (che poi erano 17, ormai di sto' fatto non ti stupisci più) in tranquillità, con il cosiddetto "passo maratona", chiacchierando amabilmente e guardandoti in giro, vista la provvidenziale assenza di nebbia. Il percorso ti è piaciuto molto: quasi totalmente sterrato, con soli due attraversamenti di strade provinciali comunque poco trafficate, ma di quello sterrato buono, senza passaggi in campi arati (come capita da qualche parte) e con un solo tratto brutto in cui bisognava camminare.
Ho scoperto lungo le rive del Lambro meridionale, alcuni bei posticini e addirittura un paio di laghetti molto ben tenuti e degni di miglior causa.



Campestre molto ben organizzata e discretamente partecipata.
Di quelle dall'anima ruspante: basti dire che il premio di riconoscimento era un bottiglione di vino rosso e che al ristoro finale c'era, oltre ai panini col salame e mortadella, anche i ravioli in brodo.
Ti è capitato altre volte di provare altri ristori importanti e di metterti a mangiare il risotto con la salsiccia alle dieci di mattina.
Ma i ravioli no, è troppo anche per te.

mercoledì 21 novembre 2012

Elogio alla banda - Parte II: gli anni della formazione

Seconda parte della narrazione di un pezzo della tua vita: dopo il primo approccio comincia l'apprendistato e l'integrazione nel gruppo.
Questo il link alla prima parte.


Come dicevi, sei "entrato nella banda" che avevi 8 anni, e per i primi, diciamo, cinque anni, l'hai fondamentalmente subìta.
Questo espressione, che può sembrare forte, non significa che non ti piaceva, anzi, ma rappresenta il tuo essere bambino e quindi il fare con ordine quello che i grandi ti dicevano.
Il mercoledì e il sabato pomeriggio in sede a studiare, poi le uscite al mercoledì sera insieme a tutto il gruppo, le prime uscite in sfilata con la divisa a marciare e far fita di suonare, i primi concerti in chiesa o in piazza del paese, con tutti i parenti che venivano a vedere quant'era carino quel bambino con la divisa.
Che a pensarci adesso, guardando ora i bambini che, come me allora, cominciano a uscire inquadrati, dovevi essere ben ridicolo. Piccolino, leggermente sovrappeso, con la giacca rossa e i pantaloni blu elettrico molto più grandi di te (questo solo all'inizio, poi sono diventati attillati), con il cappello da carabiniere in testa, con il clarinetto in bocca e lo sguardo che vagava a destra e sinistra nello sforzo di stare in fila e di mantenere il passo.
Ridicolo, dicevi. O al più tenero.


E intanto suonavi le parti del 3° o 2° clarinetto, sforzandoti di trasformare quel suono sgraziato e stonato che riuscivi a produrre solo con grande sforzo, nella melodia delicata e leggera che i primi clarinetti riuscivano a fare senza evidente sforzo. Gasandoti abbestia quando riuscivi a fare una marcia tutta intera senza sbagliare, quando riuscivi a suonare un pezzo con tre bemolli o (orrore) tre diesis o quando riuscivi a tenere il passo lento delle processioni religiose.

Le parti più divertenti erano le prove del pomeriggio, con tutti gli allievi della tua età o quasi, con cui dopo aver suonato giocavi con quello che può divertirti a 10 anni, in attesa che il tuo interesse per le altre bambine e per le majorette (sì, in quegli anni insieme alla banda c'erano quelle che si facevano chiamare atlete twirling, ma sono durate pochi anni della tua presenza) si trasformasse in qualcosa di più profondo e complicato.


Ma le prove del mercoledì sera con tutta la banda erano invece qualcosa di più articolato. Ti sembra di ricordare che i primi anni l'ambiente era un po più rigido e serio di adesso, con i "vecchi" che ti riprendevano se facevi casino e con il maestro che ti scrutava severo dal suo podio da cui tutto vedeva.
Ma forse è solo la tua immaginazione di bambino timido e suggestionabile.


... continua ...

domenica 18 novembre 2012

Pillole di saggezza 3

Senza vergogna
Premessa: conversazione riportata da annalisaportapazienza (la sua insegnate dell'asilo) in modo letterale
Annalisa, stavo pensando ... mi sento un pò stanco. Posso prendere orso e ciuccio e venire in braccio a te così mi fai un po di coccole?

Bonjour finesse
Papà, oggi all'asilo mi faceva male il naso.
Davvero? Ma cos'hai fatto, hai picchiato contro qualcosa?
No, il bibi non era fuori ma dentro il nasino.
Ma allora come hai fatto a farti male?
Forse mi sono scaccolato troppo!

Un bimbo educato
Ciao bimbo. Io esco, vado a correre.
Ah, va bene papà, divertiti con la corsa. E salutami i tuoi amici!

venerdì 16 novembre 2012

Ciuconno & Bear

E' inglese.
... o meglio, una parola è banalmente inglese, mentre l'altra è il termine in lingua hobbit (anche se lui dice che è la lingua britannica) del ciuccio.


Questi due sono i migliori amici del bimbo.
Di orso hai già parlato, puoi solo dire che la situazione stà peggiorando, e non sai quanto ancora questo feticcio potrà ancora sopportare l'amore morboso e possessivo che gli piomba addosso tutti i giorni. E' sempre più liso e vuoto, tanto che la nonna ha già dovuto intervenire già un paio di volte a cucire le orecchie e altri punti in cui le dita del bimbo insistono nell'operazione di pizzicamento.

Nuovo confronto fotografico tra orso e il suo fratello bello

L'altro è il ciuccio.
A tre anni e mezzo ci sono un sacco di bimbi che l'hanno abbandonato definitivamente, e bimbi che invece non hanno praticamente mai cominciato ad usarlo. Il bimbo invece ne è completamente schiavo.
Ma non nel ciuccio in generale, ma di quel ciuccio in particolare. Questo avrà circa due anni e mezzo e non sei mai riusciti a cambiarlo. Ci hai provato più di una volta a sostituire quel pezzo di caucciù, se non altro per meri motivi igienici, che oramai ha perfino cambiato colore tanto è invecchiato, ma non c'è mai stato niente da fare, alla fine per farlo calmare bisognava ridargli il suo ciuconno.

Il bimbo e i suoi due feticci sono un trio indissolubile che si unisce per dormire, quando si va in macchina e quando stà sul divano a guardare la televisione. Praticamente servono a calmarlo e rilassarlo. Tanto che lui li porta all'asilo, ma restano nel suo zainetto fino all'ora della nanna, quando riemergono per permettergli di addormentarsi sereno.
Tu e la biondina non avete mai insistito troppo per torglierli, perché siete sicuri che comunque perderà quest'abitudine spontaneamente con il tempo, ma gli avete inculcato un certo senso quasi di vergogna per cui, in presenza di persone estranee alla sua famiglia, lui toglie il ciuccio o si nasconde.

A questo proposito si riporta questo spassosissimo aneddoto riportato dalla sua maestra d'asilo annalisa portapazienza. Qualche giorno fa il bimbo era in piena crisi di abbandono all'asilo (seppur tardiva rispetto all'inizio della scuola). Non voleva essere portato alla  mattina e piangeva come un matto quando poi veniva "abbandonato" dalla sua mamma in classe. Passati qualche minuto dal saluto della sua mamma, e visto che ancora non riusciva a consolarsi di questo fatto (nonostante le coccole della premurosissima insegnante), chiede il permesso ad annalisa di andare a "prendere una cosa nel suo zainetto". Lei naturalmente gli concede di uscire, ma incuriosita lo osserva senza farsi vedere. E lui che ha fatto? Ha aperto il suo armadietto, ha preso il ciuccio e, nascondendosi dietro l'anta per non farsi vedere da nessuno, ha fatto un dieci secondi di ciucciata che annalisa portapazienza da dieci metri ha sentito il tipico rumore di risucchio convulso. Poi, come se niente fosse, ha rimesso tutto a posto e è ritornato in classe finalmente tranquillo a giocare con i suoi amici.
Immagine degna dei drogati in crisi di astinenza.

mercoledì 14 novembre 2012

II Lodi relay marathon - 11/11/2012

Il post dedicato all'edizione dell'anno scorso lo concludevi dicendo:

Bella.
Mi è piaciuta.
L'anno prossimo ancora.

E, in effetti, quest'anno si bissa.



La differenza fondamentale rispetto all'anno precedente è meteorologica: l'anno scorso, giornata limpida ma molto fredda, questa domenica acqua da allerta maltempo.
Ma a te, che dopo il diluvio della mezza di Monza correre sotto l'acqua non fa più paura, ti sei fatto trovare pronto e scattante sulla linea di partenza per la seconda frazione della maratona. Ma, naturalmente non eri solo, perchè a condividere la seconda frazione c'erano assieme a te anche la biondina e la zia stordita, parti della seconda e terza squadra del comune gruppo podistico.

La gara è stata fortemente condizionata dall'acqua che veniva: il cappellino che hai indossato faceva funzione di grondaia per evitare che ti piovesse negli occhi, e la pioggia è stata incessante per quasi tutta la frazione, trasformando l'esistente 40% di percorso sterraro in una gara ad ostacoli per evitare le pozzanghere più grosse. Magia quest'ultima che ti è riuscita solo poche volte, trasformando le tue scarpe da corsa in catini pieni d'acqua.
Nonostante questo sei soddisfatto dei tuoi numeri: 46' 18" per fare circa 10km e mezzo, una media che hai tenuto solo all'ultima Deejay Ten, con condizioni di tempo e di fondo molto più favorevoli.
E con un percorso molto più stimolante.
Non che non fosse bella paesisticamente questa corsa: stiamo parlando comunque di una parte nei boschi e sulle rive dell'Adda e di un passaggio nel centro di Lodi (che è bello perchè da' visibilità ma ha lo svantaggio di farti correre in piazza davanti al duomo con il traffico pedonale dell'ora di punta), ma la formula a staffetta di un percorso di 10 km ti ha obbligato a correre tutto il percorso da solo, senza riferimenti e chiedendoti spesso se non avevi sbagliato strada all'incrocio precedente.

Puoi però lamentarti del fatto che probabilmente gli organizzatori della corsa non hanno letto il tuo post dell'anno scorso (cosa di cui sinceramente non ti capaciti) e non hanno colto i tuoi suggerimenti per rendere la gara migliore. E li riproponi: servirebbe più attenzione al passaggio in centro per dare visibilità e lustro alla manifestazione, anche nell'ottica dell'obbiettivo benefico dello stesso, e dare soddisfazione alla parte competitiva della corsa stilando una classifica finale.

Stavolta però, visto che gli organizzatori persistono nel loro peccato mortale ignorando questo fantastico blog, gli scrivi tu.

domenica 11 novembre 2012

Piccoli allevatori crescono 5

Nuova puntata del serial sulla strana nuova tendenza che stiamo registrando nella bassa lodigiana: i giovani stanno tornando ai lavori nei campi!

Una delle cose immancabili quando si va al campo è il giretto sul trattore. Lì dal nonno ci sono una serie di trattori tra cui scegliere, tra cui anche un paio di grossi cabinati abbastanza recenti con anche la pala caricatrice frontale, ma stranamente a lui piace di più "la piccola" un trattorino che ha pressappoco la tua età (splendidi quasi quarantenni).
Tanto che se per caso la piccola ha qualche attrezzo attaccato, piuttosto che usare un altro trattore libero, bisogna per forza fare il giro della cascina con il rimorchio.

Come in questo caso:


Che poi è l'unico motivo per cui girare a novembre con l'imballatrice.

venerdì 9 novembre 2012

Emozioni - Nina Zilli

Fino a qualche tempo fa in casa tua il piccolo paesino di Gossolengo (PC) era famoso per un ristorante dove si mangia bene, ma bene bene in modo assurdo. Specialità piacentine: gnocco fritto, affettati e formaggi, pisarei e fasò con dell'ottimo ortrugo.
Poi qualche anno fa il nome del paesino ti è balzato all'occhio come paese natale di una delle giovani cantanti italiane più promettenti e non figlia dei talent. Maria Chiara Fraschetta, che come nome d'arte si è scelta il nome impegnativo di Nina Simone e il cognome della madre.

Lunedì sera, dopo aver comprato i biglietti su internet appena quattro giorni prima (visto che non era prevista e la data l'hai scovata per caso surfando), tu, la biondina e la zia stordita siete andati agli Arcimboldi, per il concerto di Nina Zilli.


La ragazza stà portando in tour il secondo album L'amore è femmina che è presente sul tuo ipod, anche se con una rotazione inferiore rispetto al primo Sempre lontano che preferisci, vista anche la maggioranza di canzone in levare.
Quasi due ore di ottima musica di questi due album e qualche cover di alcune splendide canzoni di quelle con l'anima, come Etta James, Diana Ross, Nina Simone e Mina.
Nel frattempo si permette anche tre cambi d'abito, da vera diva, e te non puoi che apprezzare il notevole tasso di femminità e sexappeal.

Voce splendida con un controllo dal vivo paragonabile a gente come Giorgia, che per te è e rimane la pietra di paragone tecnica.

L'unico appunto che ti senti di fare riguarda la band, che è certamente ottima per quel genere di musica, ma sarebbe potuto essere al top con l'aggiunta di un paio di coriste e un paio di fiati un più (assieme alla tromba e al sax tenore, avresti visto bene un trombone, ma sopattutto un sax baritono, che con il blues e il tempo in levare ci và a nozze).

Ma si sono fatti perdonare con la sorpresina finale, finiti anche i saluti:


... e brava Nina Zilli!

Viva il blues!
Viva il soul!
... e viva i pisarei e fasò!

martedì 6 novembre 2012

Un'altra scusa per correre

Uno dei giochi preferiti del bimbo in cortile è il correre attorno alla casa.

Papà, facciamo questo gioco: io sono Saetta e tu sei Chick Hicks. Si parte da qui e si torna dopo il giro.

Con tutto il campionario di spinte fuori strada, di pneumatici esplosi e di soste per fare la benzina. Da fare migliaia di volte. Che uno si chiede come è possibile che un bimbo di tre anni e mezzo possa avere una resistenza maggiore di un formidabile trentottenne maratoneta e triathleta.
Mah ...

Comunque, oltre al giro secco di qualifica, un'altra specialità del circuito è la gara di giocattoli a spinta. I giocattoli suoi preferiti sono quelle cinesate che vendono soprattutto alle bancarelle dei dolciumi nelle feste di paese. Che, a pensarci bene, saranno anche cinesate, ma te le fanno pagare come delle BMW.
Di seguito il parco macchine attualmente a disposizione (dico attualmente perchè la vita media di una vetura simile in mano al bimbo è scandalosamente breve) e che comprende una moto finto Valentino Rossi, una macchina finto Saetta McQueen, un elicottero e un quad.

Tutte con almeno un giro di nastro isolante in vari punti.
Perchè come riscaldamento si fa l'autoscontro.

Ma qui la parte divertente è inventarsi tutte le volte un percorso diverso da fare.

Papà, facciamo un percorso strano con i birilli?
Sì, dai. Così poi facciamo le gare!
No, ho avuto un idea: io corro e tu mi conometi!

NB: non è un errore di battitura, è che lui dice proprio così.


domenica 4 novembre 2012

Zucche vuote

Un bel fine settimana lungo di quelli che quando arrivano li aspetti come se fosse Natale.
Questo è stato il ponte dei morti.
Ma se si scrive festa di Ognissanti, anche dalle nostre parti si legge festa di Halloween.

Il bimbo non conosce bene tutta la storia delle streghe, dei mostri o di tutto il resto, un po' perché noi non l'abbiamo mai nominata e poi perché in un asilo di suore non penso che festeggino questo evento, ma è innegabile che alla fine ne rimanesse affascinato.

Venerdì, visto che era prevista una bella giornata e che era un bel po di mesi che lo nominava tanto gli era piaciuto quando c'eravamo stati in primavera, siamo andati in provincia di Bergamo al parco dei divertimenti Minitalia Leolandia.

Benvenuti!
Stavolta il bimbo non era per niente interessato alla parte minitalia del parco (anche perché i trenini erano fermi) e non vedeva l'ora di andare sulle attrazioni più adrenaliniche, come la sua preferita: il frullatore!



Al papà e mamma sono piaciute tantissimo l'ambiente e l'atmosfera: tutti i lavoratori e molti clienti (grandi e piccini) travestiti da streghe, fantasmi, mostri, sia in versione molto casalinga, sia in versione professionale, con costumi bellissimi e - immagino - costosissimi.


Tutto il parco era pieno di ragnatele, zucche, mostri, ragni giganti e fantasmi.



Zucche vuote, mostri orrendi, streghe spaventose, vampiri che vogliono succhiarti il sangue e morti che camminano.
Ma è una festa o è il consiglio regionale lombardo?