martedì 31 dicembre 2013

Il vento dolce di Natale

Del momento più emozionante del Natale hai appena parlato.
Ora bisogna riportare uno dei momenti più divertenti passati ultimamente: il balletto della biondina.
Le maestre, aiutate da alcune mamme e nonne sprint, hanno inventato anche quest'anno lo spettacolo di Natale per i piccoli ospiti dell'asilo.

Altra mezza giornata di ferie nella settimana più incasinata dell'universo lavorativo, ma non è minimamente pensabile non esserci.
La giornata inizia con un drastico cambio di programma, che poteva avere conseguenze anche più pesanti: nella notte aveva preso fuoco (causa cortocircuito) il presepe all'ingresso. Appena arrivato ti era sembrato strano che ti facessero entrare da un ingresso secondario e che lo spettacolo fosse preparato nella palestra della scuola, e non nel salone principale con il palco. Bell'auspicio.

Ma fortunatamente si può cominciare senza problemi lo spettacolo e, accompagnati da tre nonne che fanno da voce narrante, salgono sul palco in successione i vari gruppi di balletti.
Alla biondina quest'anno è toccato fare il vento.
Cioè, che detta così sembra brutta, ma semplicemente interpretavano il vento dolce di Natale che spazza via le cose cattive. Dopo il balletto delle feste in Australia, ma soprattutto dopo il cacao meravigliao, la biondina non era molto entusiasta di questa rappresentazione poco "movimentata", ma ha dovuto accodarsi all'andazzo generale che vedeva tre mamme incinte su otto. Invece il risultato è stato molto apprezzato.



Gli abiti di scena erano molto belli, l'organizzazione impeccabile, le musiche originali e l'effetto complessivo decisamente azzeccato. E l'immancabile canzone finale con tutte le mamme impegnate è stata una piacevole sorpresa: un pezzo classico nei temi e nell'impostazione eppure moderno.


Il bimbo era in prima fila, seduto in mezzo ai suoi amici e ha riso, applaudito e cantato.
Il papà era in fondo alla sala, con la reflex, e riso, applaudito e cantato.
La mamma invece era sul palco e ha sorriso, ballato e cantato.

Grazie biondina per averci fatto divertire.

sabato 28 dicembre 2013

La felicità è la recita di Natale

Il momento più bello del Natale di quest'anno per te è arrivato una settimana prima della vigilia.
Più precisamente alle due di pomeriggio di martedì 17 dicembre, mentre iniziava lo spettacolo di Natale delle classi verde e gialla dell'asilo.

Come l'anno scorso, la recita del bimbo è stata preceduta nelle settimane di preparativi e da scarse e lacunose informazioni su ruoli, canzoni e poesie. Alla fine sapevi solo che avrebbe interpretato la renna di Babbo Natale, ma non si era minimamente sbottonato sulla canzone che avrebbe dovuto cantare. Quando magari da solo lo beccavi a canticchiare qualche motivetto, ti diceva sempre che era o la canzone dei suoi amici maschi grandi, o delle femmine mezzane, o cose così. Eri arrivato alla recita preparatissimo sui ruoli di tutti gli altri bambini, ma dei maschi mezzani non sapevi niente.
Comunque ti prendi una bella mezza giornata di ferie e armato della reflex prestata dalla zia stordita ti presenti all'asilo assieme alla biondina e a tutti e quattro i nonni.
Subito nella sala si respira aria di festa.
Tutti allegri e sorridenti.
Le macchine fotografiche e le videocamere si sprecano. E partono tutte già all'apertura del sipario, quando sul palco ci sono solo le maestre a fare gli onori di casa.
Poi cominciano a salire sul palco i bambini piccoli, ed è un coro di hhhooooo, sorrisi e flash. La canzone che cantano naturalmente la sai già.
Poi tocca alle bellissime renne con le orecchie a sventola per colpa dell'elastico che tiene il nasino rosso. Ed ecco svelato l'arcano: si tratta di jingle bells in italiano.



C'è da dire che il bimbo, esattamente dopo la rappresentazione, ha cominciato a cantarla a nastro e ora è una delle hit di casa tua. Insieme alla poesia finale: la filastrocca di Natale, che è diventato anche il tuo augurio ufficiale su facebook.



E poi altri canti, il balletto delle bambine grandi, i bambini piccoli che piangono, il nonno che cede all'abbiocco post pranzo (l'hai immortalato ad imperitura memoria e ludibrio), gli angioletti sul palco con le dita nel naso, Giuseppe e Maria che salgono sul palco ad annunciare la nascita di Gesù bambino (che quest'anno era un pupazzo, che un altro bimbo piccolo bello come quello dell'ultima volta era difficile trovarlo).
Tutto bello bellissimo.
Tanto che hai avuto per due ore buone la faccia da ebete. Quel sorriso assoluto che non ammette turbamenti.
Ricorderai per sempre questi momenti come alcuni dei più felici e sereni della tua vita.

venerdì 20 dicembre 2013

Musica che ti fa star bene

Ogni tanto ti capita.
Di essere a casa a mezzogiorno a mangiare da solo.
Di solito ti imbruttisci di fronte all'unico telegionale che danno alle 12,30: studio aperto. Che è fondamentalmente brutto e stupido: solo cronaca nera, gossip, servizi di costume, ricette e marchettone commerciali incredibili. Evitiamo di commentare i servizi di politica. Però, se gli fai la tara, almeno ascolti qualche notizia del mondo che ti circonda.
Oggi no.

Per puro caso, mentre ti stavi sedendo al tavolo sei capitato sul canale 67 MTV Music, giusto in tempo per la rock top 10. Ora, sono qualche anno che non segui più con assiduità le nuove uscite musicali, e a casa tua non c'è più la televisione fissa sui video musicali (passa in loop peppa pig) ma te la sei proprio goduta.
Delle dieci canzoni passate, alcune non le conoscevi, altri sono state quel viaggio che ti serviva proprio.
Hanno cominciato gli Arcade Fire, con quell'aria indie-fighetto che ti piace molto.
Al nove i Queen of the Stone Age che hai scoperto solo recentemente e che hanno quella fotta dal sapore '90.
Poi hanno passato il nuovo singolo degli Editors, bravi ed eleganti.
Al primo posto c'era il singolo dance-rock dei Linkin Park. E' un genere che ti piace molto, come tutta quella deriva elettronica che è partita a metà degli anni '90 con i Prodigy e che porta fino alla furia di certo dubstep.

Ma le due canzoni che ti hanno incantato sono state, passate in sequenza, Sirens dei Pearl Jem e Tu sei Lei del Liga.
E' quel tipo di rock quieto ed in maggiore che ti fa rizzare i peli delle braccia.
Perchè certa musica, anche in una giornata fredda e piovosa, può scaldarti come il sole di giugno.


giovedì 19 dicembre 2013

Miracolo di Natale

Una storia di dipendenze e di come lo spirito natalizio può sconfiggerle.

Hai voluto aspettare a scriverne sul blog, perchè temevi in una ricaduta che avrebbe vanificato tutto l'entusiasmo e l'impegno per questa cosa. Ma il bimbo è stato bravissimo, e ha resistito stoicamente alle tentazioni per un numero di giorni necessario a farti gridare al successo, anche se immagini la sua durissima lotta interiore contro la scimmia della dipendenza. Gran brutta bestia!

Fino a qualche giorno fa, i migliori amici del bimbo erano due: orso e ciuccio. Hai già parlato di questa cosa e pensi proprio che ne parlerai ancora prossimamente per quanto riguarda orso, che ha raggiunto livelli tali di consunzione da assomigliare sempre più ad uno straccio per la polvere troppo usato.
Ma se per quanto riguarda il pupazzo, tu e la biondina ne avete sempre incentivato l'uso come surrogato affettivo, il ciuccio invece è stato ultimamente molto osteggiato in casa tua.
Perchè non se ne poteva più di quel pezzo di gomma stagionata. Lo ha usato per circa quattro anni perchè non ha mai voluto cambiarlo con uno nuovo. Era diventato vecchio, duro, rugoso e anche tagliato sui lati. Praticamente una colonia di microbi pericolosissimi.
Ma lui era assolutamente contrario all'abbandono, e il ciuccio sembrava assolutamente indispensabile in alcuni momenti della giornata. Per andare a dormire, seduto sul divano a guardare la televisione, in macchina, il bimbo doveva avere quel ciuccio puzzolente. E non c'era niente da fare per fargli cambiare idea.

Poi, il miracolo.
Sabato 07 dicembre, appena finito di fare l'albero e il presepe.

Ma bimbo, sei ancora lì davanti alla televisione con il ciuccio?!?!
such ... such ... such ...
Ma fa schifo quel ciuccio, è pieno di microbi! E poi senti che rumore che fai!! Toglilo che ormai sei grande!!!
such ... such ... such ...
... senti bimbo, adesso ti spiego una cosa. Tu oramai se un mezzano dell'asilo, non dovresti più usare il ciuccio. Anzi, puoi cogliere l'occasione per fare una buona azione!
such ... cosa vuoi dire papà?
Hai visto nel presepe che è nato gesù bambino? Lui è un bambino piccolissimo, e gli farebbe molto piacere avere un bel ciuccio. Potresti regalarlo a lui, poverino.
... si papà, hai ragione!


E, come d'incanto, sono passati dieci giorni e il ciuccio è ancora lì!
Ogni tanto passa lì vicino, ci butta l'occhio e poi se ne va contento.
Una cosa che se te lo dicevano un mese fa non ci avresti creduto assolutamente!
Lui, poverino, si vede che ci sono dei momenti che ne soffre di questa privazione. Non tanto alla sera per andare a dormire, ma soprattutto quando si siede sul divano per riposarsi. Addirittura sembra quasi abbia cambiato carattere e sia molto più vivace, che senza il suo ciuccio ora faccia fatica a rilassarsi. Ma sta passando la fase critica con grande determinazione.
Il papà e la mamma sono stupiti ed orgogliosi!

venerdì 13 dicembre 2013

La santa ceca, ma che ci vede benissimo.

Santa Lucia è una ricorrenza molto democratica: ognuno la interpreta come gli pare.
Nella tua zona si festeggia questa versione di quello che la befana è per altre zone d'italia: c'è questa creatura soprannaturale che nella notte tra il 12 e il 13 dicembre (la notte più lunga dell'anno, secondo la tradizione) viene nelle case a portare doni ai bimbi buoni.
L'iconografia classica (quella che ti ha tramandato la tua famiglia, che anche su questo ci sono varie versioni) parla di una vecchina che si accompagna ad un asinello che trasporta i sacchi con i doni.
E cosa porta stà vecchia? Quando tu eri piccolo la tradizione era: alla sera posavi sul tavolo della cucina due vassoi con un bigliettino con il nome tuo e di tua sorella. Alla mattina li trovavi pieni di dolci (ricordi anche alcune chicche vintage come le sigarette di cioccolato) e qualche piccolo dono: un gioco poco impegnativo, un paio di guanti, un cappellino e cose così. Perchè i doni importanti e i giochi più costosi a casa tua li consegnava due settimane dopo gesùbambino.
Ma per quel ragionamento dell'autodeterminazione, in altre case, sia in paesi più lontani o anche di amici tuoi, i giochi li portava Santa Lucia.

Adesso che è il bimbo il centro dell'universo, come si comporta Santa Lucia?
Prima di tutto c'è da pensare all'asinello, che con tutto quel peso che deve portare in questa notte ha fame e sete. Quindi prima di andare a dormire tutti e tre assieme ieri sera avete acceso una candelina e avete lasciato una ciotola d'acqua e un poco di fieno (per una sorta di captatio benevolentiae).

Cosa dici bimbo? Li mettiamo vicino al tavolo della cucina?
Eh, papà. Ma secondo te l'asinello entra in casa?
Sembra che in questi quasi trent'anni che sono passati la santa è diventata più buona (o forse ha fatto i soldi). Il bimbo deve aver fatto particolarmente il bravo quest'anno, perchè ha ricevuto tantissimi giocattoli di un certo livello. Caramelle, Lamborghini radiocomandata e Power Ranger, di varie dimensioni e fogge. E sai già che anche a Natale si bissa in quanto ad opulenza.

Power Rangers MEGAFORCEEEEEE!!!!!!!

Il bimbo è entusiasta e felice.

Ma anche il papà e la mamma hanno fatto i bravi quest'anno, se la santa donna ha voluto regalarvi  dei guduriosissimi cioccolatini.

Dureranno quanto un gatto in tangenziale!
Ma non è finita, perchè Santa Lucia vi conosce molto bene ... e ha portato anche un regalo che aiuterà a smaltirli, quei cioccolatini: una fornitura completa di prodotti EthicSport.
Che è una roba un po' da matti che pochi potranno capire ... ma a voi piace così!!!


venerdì 6 dicembre 2013

Pazienti

Piccolo campionario di umanità varia che si può incontrare in sole trenta ore di permanenza ospedaliera.

Il ragazzo trentaduenne che smania dalla voglia di fumare, ma deve aspettare perchè non gli hanno ancora dato il permesso di scendere dal letto con le stampelle. Ricostruzione del legamento crociato. Si è fatto male qualche anno fa facendo taekwondo e alla fine ha trovato il tempo e il coraggio di affrontare quest'operazione piuttosto invasiva.
Simpatico e chiacchierone.

Il signore anziano (età stimata75/80 anni) che parla con un importante accento della provincia milanese, accompagnato dalla moglie che invece parla quello che dalle tua parti si definisce il "ciancianese" il dialetto lombardo di quelli che sono nati e vissuti in posti come puglia o calabria. Ha protesi ad entrambe le ginocchia ed è in ospedale già da qualche giorno, con la prospettiva di un operazione che gli risolva i dolori che prova da qualche mese a questa parte. Alla fine però i medici decidono che non gli faranno l'operazione, ti sembra di aver capito anche per colpa di un quadro clinico generale già di per se complicato. Se ne andrà a casa così come è arrivato, con le sue inflessioni in dialetto contadino e le flatulenze chiassose, entrambe fonti di risate per te e la biondina.

Il ragazzino down della camera di fronte alla tua. Età stimata una decina d'anni. Non sai niente di lui, che tipo di operazione ha fatto, quando, quanto tempo è stato in ospedale, ma merita comunque una citazione perchè mentre sua nonna si informava con l'infermiera sull'ora di dimissioni hai sentito che nel pomeriggio avevano il volo per Catania. Dalla Sicilia a Milano per curarsi, con tutto quello che comporta in tempo, soldi e speranza! E' ingiusto che debba succedere.

La signora novantenne con la figlia. Questa vince il premio speciale della critica. La signora ha subito, mentre eri ricoverato anche te, una operazione di cui non sai bene la natura, ma sarà stata sicuramente una cosa piuttosto impegnativa, visto che il tempo previsto in sala operatoria era di circa quattro ore. Ma lo spettacolo era la figlia. Ha passato tutto il martedì attaccata alla madre a recitare il rosario ad alta voce. E già solo questo basterebbe. Ma il culmine è il dialogo che riporti di seguito abbastanza fedelmente. Mercoledì mattina sei in sala d'aspetto del reparto ad attendere il foglio di dimissioni e la figlia sta aspettando mentre la madre è in sala operatoria. Chiede notizie di sua madre a chiunque abbia la sfortuna di indossare un camice e di passare di fronte alla stanza. E continua a sgranare il rosario, anche se stavolta sottovoce. Ma alla fine passa l'infermiere caposala:
- Mi scusi, lei sa come sta mia madre?
- Signora, come le ho già detto prima, io non posso sapere in diretta cosa succede in sala operatoria. E poi deve portare pazienza, perchè passeranno almeno altre tre/quattro ore prima che riportino sua madre in corsia.
- Ah, pensavo che lei fosse andato a parlarle.
- ... no signora, io non posso andare in sala operatoria ...
- E mi scusi, vorrei chiederle anche una cosa.
- Dica ...
- Io posso andare a bere un caffè intanto che operano mia madre?
- Signora, come le ho già detto passeranno alcune ore prima che possa rivedere sua madre. Ha tutto il tempo di bersi un caffè.
- No, no. Io non intendevo quello. Pensavo che, visto che la stanno operando, il caffè potrebbe farle male.
- ...
- Sì, perchè rende nervosi.
- ... mi scusi, penso di non aver capito bene quello che intende dirmi.
- Visto che stanno operando mia madre, se bevo un caffè questo potrebbe tenerla sveglia.
-  ... no, speravo di aver sbagliato, ma ho capito benissimo. Venga le offro io il caffè ...
- Oh, grazie. Ma forse è meglio decaffeinato ...

mercoledì 4 dicembre 2013

Meniscectomia mediale selettiva

Rispetto all'ultimo post in cui riportavi la tua attesa, la novità è che c'è stato un altro rinvio.
Ti avevano detto di presentarti venerdì mattina 28 novembre ore 7 al blocco A, prima divisione, 5° piano con  gamba da operare e braccio opposto depilati. E digiuno dalla mezzanotte precedente, grazie.
E così uno si organizza. Soprattutto per il lavoro, anche perché questo è un periodo che definire complicato è fargli un complimento. Riunioni da calendarizzare, lavori da preparare e persone da incontrare.
Poi il giorno prima ti chiamano dall'ospedale a mezzogiorno e ti dicono che a causa di non meglio specificati "problemi alla sala operatoria" ti spostano per la seconda volta l'intervento. Martedì 3 dicembre, ma stavolta eri certo che sarebbe stata la volta buona, perché era l'ultimo giorno utile prima che le tue analisi di prericovero diventassero troppo vecchie e inservibili.

Sveglia a orario per te impossibile (che te di solito cominci il lavoro alle 8, e non ti svegli alle 5,30) e accompagnato dalla biondina ti presenti in orario perfetto. L'ospedale ricambia la tua puntualità mandandoti sotto i ferri (che ormai è solo un modo di dire, che i ferri non esistono neanche più, soppiantati da fibre ottiche, laser, ecografi e compagnia tecnologica) come primo della mattinata e alle 7,45 stai già varcando la porta della sala anestesia.
Prima però c'è da rimarcare una notevole figura da cioccolataio: l'infermiera ti consegna due camici bianchi e ti accompagna in una saletta invitandoti a spogliarti e prepararti. Ma la tua esperienza nel campo è pari a zero e quindi? Provi la carta dell'improvvisazione e ti presenti con un camice chiuso sul davanti e con le mutande. Naturalmente era l'intuizione sbagliata: via tutto, compreso l'intimo, e i due camici uno sopra l'altro incrociati.

Questa era l'altra possibilità!

Ora si entra nel vivo e, appena preparato l'accesso venoso, arriva l'anestesista: lo sciamano che con le sue droghe ti altera lo stato di coscienza. Prima ti rincoglionisce con una siringa in vena e poi fa la sua magia alla gamba sinistra utilizzando altre droghe da iniettare nell'inguine e delle scossette elettriche che ti fanno ballare muscoli della coscia che neanche pensavi di possedere.

Poi si passa alla sala operatoria vera e propria dove insieme al chirurgo, l'anestesista e altri tre medici, ci sono anche una colonia di pinguini ad aspettarti. Forse colpa del sistema di ventilazione forzata, forse colpa del tuo stato di coscienza alterato, hai cominciato a tremare sul lettino manco fossi stato tarantolato.
Quindi insieme alla preparazione classica del paziente, che comprende misuratori vari, flebo, telo per oscurare la vista dell'operazione, serve anche una coperta termica.

La gamba non è completamente addormentata e hai una sensibilità residua che ti permette di sentire entrambe le cannette entrarti nel ginocchio e godere del loro ravanamento tra le ossa. Fortunatamente sei distratto (il termine più corretto sarebbe ipnotizzato) dallo schermo dell'endoscopio che ti permette di vedere la pinzetta che taglia senza pietà delle cose che tu potresti definire come filamenti mollicci di materia biancastra, ma che avrà senza dubbio la dignità di un nome scientifico fichissimo e magari anche in latino.
Molliccio e biancastro
L'operazione alla fine è durata relativamente poco: circa un quarto d'ora, anche perché l'unica cosa che ha detto il chirurgo mente operava è stata: la situazione è migliore rispetto a quanto immaginavo.

Dopo essere stato una decina di minuti in osservazione con i parametri vitali monitorati in una saletta adiacente la sala operatoria (che viene chiamata "sala risveglio", ma a te ha fatto più l'effetto di una sala abbiocco), vieni riportato in reparto. La biondina ti accoglie con un bel bacio e quindi tutto è a posto.

Comincia il tedio e la noia dell'attesa in camera.
Non durerà tanto, questo la sai per certo,  perchè una delle cose che ti hanno detto e ripetuto tutte le volte è che sarebbe stato un intervento in day-hospital. Il caposala che ti ha ricevuto la mattina presto ha esordito dicendo: lo sa, vero, che questa sera andate a casa? E tu lo sai si. Hai portato con te solo lo stretto necessario per sopravvivere qualche ora e tornartene a casina.
E invece passano le ore e non si vede nessuno.
Arrivati alle cinque di sera cominci a fare domande a tutti, ma nessuno sa niente di dimissioni o simili, e alla fine decidi che hai aspettato anche troppo di avere notizie dalla solerte ma omertosa infermiera filippina e chiami al telefono direttamente il chirurgo che ti ha operato. Arriva in dieci minuti e, scusandosi, ti informa che l'operazione è andata bene, ma che le informazioni che ti erano state date erano errate, e rimarrai una notte in osservazione.
Il che non sarebbe stato neanche un problema. Se uno lo avesse saputo prima.
La biondina ha dovuto andare a casa da sola, pur conoscendo poco la zona, i mezzi pubblici di sera e gli svincoli dell'autostrada con il buio. E tu hai dovuto affrontare la notte senza avere niente per lavarti (e dio solo sa quanto avevi voglia di lavarti almeno i denti), niente di adeguato per vestirti e, banalmente, niente per far passare il tempo.

Passata una notte comunque tranquilla, alla mattina vengono a medicarti la ferita, verificano che non c'è nè gonfiore nè altre complicazioni, e alle dieci ti ritrovi già in strada con il tuo bel foglio di dimissioni.
Sicuramente avevano urgente bisogno di un letto, perchè a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca.
Nota di colore: per due settimane dovrai indossare il calzettone compressivo antitrombotico.
L'autoreggente sessy

Adesso ti trovi a casa bello tranquillo, con la gamba in alto e il ghiaccio sul ginocchio, di fianco a te le stampelle e per compagnia un bel po' di accidia di quella sana.
Per quanto riguarda il riposo, purtroppo non potrà essere per tanto tempo: per colpa di quella infausta congiuntura astrale che dicevi all'inizio non puoi permetterti di stare a casa dal lavoro tanto tempo. Anzi, durante la giornata che hai passato all'ospedale hai prosciugato le batterie del telefonino per colpa di alcuni problemi che esplodono sempre quando tu non ci sei.
E ti sei sentito un idiota oggi pomeriggio quando, dal tuo medico curante per farti dare i giorni di malattia, hai dovuto quasi litigare con lei per farti dare convalescenza fino all'otto di dicembre.
Lei voleva tenerti a casa fino all'otto di gennaio!

lunedì 25 novembre 2013

Intanto che aspetti ... nuoti

Hai controllato: l'ultima gara a cui hai partecipato è stato il triathlon sprint di Parma più di quattro mesi fa, e l'ultimo post con l'etichetta sport (che ha riguardato te, non la biondina o il bimbo) si riferisce all'acquisto della nuova bici da corsa che hai fatto poco prima di ferragosto.
Ma nel frattempo di risolvere quel problema al ginocchio che fai? Non è che hai buttato al vento tutta quella splendida preparazione atletica che ti aveva portato a livelli di figaggine sportiva incommensurabili?
Certo che no!

Cominciamo a dire che dovrebbe mancare poco, e dopo la falsa partenza di un mese fa, alla fine del mese di novembre dovresti essere operato al ginocchio. Tutta questa fila di condizionali deriva dal fatto che l'operazione era stata prevista già dall'inizio di ottobre, ma qualche giorno prima è stata posticipata a data da destinarsi per colpa del proclamato sciopero generale dei dipendenti pubblici che ha fatto decidere l'ospedale a rimandare tutti gli interventi non indifferibili.
Nell'attesa stai facendo il bravo e, come ti ha ordinato l'ortopedico, hai messo al bando le scarpe da running. Ma questo non significa stare fermo: ti stai impegnando con gli altri allenamenti e riesci ad accumulare tre/quattro uscite settimanali.

Schermata del Garmin Connect del mese di ottobre 2013

Per quanto riguarda la bici si fà quel che si può, e quando il tempo lo permette (e finora stà facendo abbastanza il bravo) una uscita con la biondina la domenica mattina o con "l'aspirante uomo di ferro" Marco il sabato mattina, la si fà sempre volentieri.

Ma qui ti interessa sottolineare soprattutto i tuoi miglioramenti in vasca.
Già dall'apertura della stagione in piscina hai ricominciato a frequentare il corso di minimaster il martedì e il venerdì delle 8 alle 9 di sera. Che è un orario un po' tardo (e l'anno scorso se ci fosse stato ancora posto, avresti scelto il corso dalle 7 alle 8) ma non l'hai cambiato. Avresti anche potuto farlo, visto che quest'anno ti eri svegliato per tempo, ma in questo gruppo di persone ti ci trovi bene e allenarsi con loro è gratificante.
Gratificante nel senso che in corsia assieme a te sono tutti molto bravi, e questa cosa è molto stimolante e ti stà portando su buoni livelli. L'anno scorso ti capitava spesso di saltare qualche vasca perché durante i lavori lunghi le ragazze che tiravano il gruppo ti doppiavano. Ma questo adesso non succede più.
Certo, non riesci ancora a stare al passo delle migliori se si tratta di fare lavori di tecnica o misti, ma se si tratta di battere il crawl non riescono a distanziarti.
E se il fine settimana il tempo non ti permette di andare in sella, la domenica mattina ne approfitti per entrare in vasca a fare un po di fondo nel nuoto libero. Sei arrivato finora a nuotare 3,4 km in 70 minuti, che per te è un ottimo tempo che ti ha procurato un moto di orgoglio.

Forse l'unico aspetto negativo dell'allenamento in acqua è che alla fine rimani con una fame enorme.
Inteso proprio che torni a casa alle nove e mezza di sera e mangeresti l'impossibile.
Ma inteso anche come la voglia che ti è venuta di misurarti nelle gare (di triathlon)!

martedì 19 novembre 2013

C.S.I. Sant'Angelo Lodigiano

Sottotitolo: dopo Las Vegas, Miami e NY, la scientifica arriva a casa tua: cronaca di un'indagine attorno ad un efferato fatto di sangue.

SIGLA (una a caso delle tre, tanto sono belle tutte):


Sabato pomeriggio, faceva già buio, è comparsa sul pavimento in autobloccanti del tuo cortile di fronte all'ingresso di casa tua, questa macchia.


All'esame del luminol si è scoperto che trattavasi di sangue umano.

... a questo punto di solito Grissom, Warrik, Horatio e gli altri avrebbero cominciato un'indagine, ma te questo giochino non sei capace di portarlo avanti, e quindi ritorni a esporre i fatti in modo più semplice.

Stavate entrando in casa, e il bimbo è banalmente inciampato nel tappeto davanti a casa. Tappeto che di solito non è pericoloso, ma in quel momento era stranamente spostato. Il problema è che il bimbo cadendo è andato diretto con la fronte sullo spigolo in muratura della porta d'ingresso.
Una cosa tipo così:

Un secondo, e si scatena l'inferno. Taglio netto e profondo in mezzo alle sopracciglia.
Il colpo non è stato neanche tanto forte, ma nel punto in cui ha picchiato la pelle è delicata e con molti capillari e quindi è stato un bagno di sangue. Ha cominciato a colare sangue sulla faccia, sui vestiti, sulle tue mani che cercavano di tamponare con il fazzoletto, sulla tua anima.
Hai già vissuto una sensazione simile a questa due altre volte (qui e qui), ma stavolta la quantità di sangue all'inizio ha spaventato te, la nonna che è accorsa subito, ma soprattutto la biondina che, quando ha visto rosso, ha dovuto sdraiarsi per terra per non cadere come una pera cotta.

E, come le altre volte, fortunatamente l'allarme è rientrato abbastanza velocemente e le piastrine hanno fatto il loro lavoro fermando il sangue e la vostra tachicardia.
Il risultato finale è l'apertura del terzo occhio sulla fronte del bimbo, quello che per le culture asiatiche è considerato simbolo di saggezza.
Speriamo.


venerdì 15 novembre 2013

Un genitore quasi perfetto II

La tua lettura del saggio sulla genitorialità quasi perfetta continua. Ad una lentezza a tratti vergognosa, ma continua. Qui la prima parte.
Riporti ora alcuni brani che ti hanno colpito e i tuoi approfondimenti.



Nella mente di ogni genitore c'è la risposta appropriata a ogni comunicazione dei propri figli; basta aver fiducia e cercarla senza ricorrere all'imitazione delle proposte di intervento che provengono dall'esterno, soprattutto dai tecnici presunti esperti ma anche dalle tradizioni della propria famiglia, che possono essere esempi utili ma relativi a vicende consumate in altre epoche e da altri protagonisti.

Due notizie.
La notizia cattiva e un po' pessimistica: l'autore ti stà dicendo che nessuno può aiutarti. O meglio, puoi trovare esempi utili di come affrontare problemi relativi all'educazione di tuo figlio, ma alla fine questi esempi li devi riportare al qui e ora.
La notizia buona: tu, in quanto suo padre, se cerchi bene dentro di te hai la risposta giusta. Ci vuole solo, immagini, pazienza e perseveranza.

Il genitore deve resistere all'impulso di cercare di costruire il figlio che lui vorrebbe avere, e aiutarlo invece a sviluppare appieno, secondo i suoi ritmi, le sue potenzialità, a diventare quello che lui vuole e può essere, in armonia con la sua dotazione naturale e come risultante della sua individualissima storia.

Mamma mia com'è difficile questa. Da quando ancora tuo figlio è solo un idea nella tua mente e in quella di sua madre, voi due state già pensando a quello che farà da grande: farà questo sport, farà queste esperienze, studierà a questa università, ... Ma si deve resistere a quest'impulso. O meglio, lo si può consigliare, ma mai obbligare.

Noi vorremmo che nostro figlio sia come una freccia che noi scocchiamo e che andrà più lontano di quanto possiamo arrivare noi, ma che colpirà un bersaglio stabilito da noi. Ma dobbiamo capire che questa freccia non ha un andamento lineare, ma assolutamente imprevedibile. Ed il fatto che non si può prevedere l'obbiettivo non deve farci perdere l'entusiasmo nell'atto di scoccare la freccia, ma deve anzi darci l'entusiasmo per tendere la corda dell'arco il più possibile.

Il genitore coscienzioso entra in ansia all'idea di sbagliare tutto e di far del male al figlio che ama. Ma l'ansia del genitore, per quanto giustificabile, è molto dannosa, per il genitore come per il bambino. Per essere dei genitori passabili occorre riuscire a sentirsi sicuri di sé come genitori, sicuri nel rapporto con il figlio. Talmente sicuri che, pur usando la massima attenzione nel trattare il figlio, non ci si preoccupa più di tanto, e non ci si sente in colpa all'idea di di non essere genitori passabili. La sicurezza del genitore circa il suo essere genitore sarà l'origine della sicurezza del bambino in rapporto a se stesso.

Bisogna cercare di essere sicuri, o meglio, bisogna trasmettere sicurezza. E' sottile, ma le due cose non coincidono. Ci si può trovare dilaniati dai dubbi su quale sia la cosa migliore per tuo figlio (anche nelle cose piccole), ma una volta presa una decisione, bisogna dimostrarsi saldi nel percorrere la strada intrapresa, senza tentennamenti. E' come dire che il bambino ha bisogno di un punto di riferimento solido, non una banderuola che cambia idea ogni cinque minuti.

Spesso i libri ci dicono come dovremmo essere con i nostri figli: e cioè comprensivi, pazienti e, soprattutto, pieni d'amore. Ma per quanto ci piacerebbe essere genitori, se non ideali, almeno molto bravi, è quasi impossibile mantenere simili atteggiamenti totalmente positivi quando ci si trova in una situazione di crisi, quando il comportamento di nostro figlio ci provoca emozioni molto intense. E' appunto perché amiamo tanto i nostri figli che siamo così vulnerabili: quanto è più intenso il nostro amore, tanto è più facile sentirsi feriti e perdere l'equilibrio emotivo da cui dipende la capacità di mantenersi pazienti e comprensivi.

Abbiamo visto che il genitore quasi perfetto deve essere paziente, sicuro di sè, saggio, comprensivo, e tante altre bellissime cose. Uno, sforzandosi enormemente, potrebbe anche avvicinarsi a questa perfezione, supportato dall'amore del proprio figlio e se vede che i suoi sforzi sono ripagati. Ma quando tuo figlio ti fa arrabbiare, il tuo coinvolgimento emotivo è tale che anche la delusione è moltiplicata. E qui ti può aiutare il pensiero di prima: tu sai che la strada che hai intrapreso è giusta, quindi non tentennare, fatti forza della tua sicurezza e anche lui poi ti seguirà.

... continua ... 

domenica 10 novembre 2013

Emozioni - Planes

Ieri mattina al campo dalla nonna Bruna:
Bimbo, raccontagli alla nonna dove andiamo oggi pomeriggio.
Sai nonna, oggi andiamo al cinema a vedere pleins.
Davvero? Ma che bello!! E poi mangi i pop-corn?
Si, al cinema si mangiano i pop-corn e gli oddog.
Gli hot-dogs? Ma tu lo sai cos'è l'hot-dog?
Si l'oddog è un panino con dentro le cose ... c'è l'insalata, il vustel e la maionese.

Al di là di quello che avrebbe mangiato poi durante il film (SPOILER: ha mangiato solo un chupa chups), il bimbo era già praticamente da una settimana che ammorbava tutti con il fatto che sarebbe andato al cinema per la prima volta in vita sua.
A dire la verità era già qualche tempo che ti chiedeva di andare al cinema: quando passava la pubblicità di un nuovo cartone animato la sua richiesta era sempre la stessa: andiamo a vederlo io, te e lo zio francesco?
Lo zio francesco era associato nella sua testolina ai film in quanto le ultime due volte che tu c'eri stato (qui e qui) eri andato con lui e nella sua fantasia forse se non ci fosse stato non vi avrebbero fatto entrare in sala.

Hai dovuto aspettare l'occasione buona per portarlo a vedere un film adatto a lui, perché voleva andare a vedere i Puffi 2, ma non pensi che li avrebbe graditi ed apprezzati, o voleva andare a vedere Cattivissimo Me 2, ma in quanto sequel non era adatto. E in attesa che alla Pixar si decidano a fare Cars 3 (che vincerebbe a mani basse il titolo di film della vita del bimbo) hanno avuto la splendida idea (soprattutto dal punto di vista commerciale) di presentare questo spin-off "dal mondo di Cars".
Certo, sono passati gli anni d'oro del sense of wonder, e i bimbi del giorno d'oggi non rimangono a bocca aperta a vedere le immagini sul grande schermo come facevi tu trent'anni fa abituati come sono a video spettacolari proposti in ogni angolo. Ti sei dovuto rassegnare all'idea che al giorno d'oggi qualsiasi film tu gli possa proporre, non potrà mai procurargli quello shock che ebbero sulla tua generazione film come ET, Indiana Jones o la Sacra Trilogia.
Ti sei dovuto accontentare. Ma puoi dire che ti è andata bene e la scelta ha dato risultati positivi.

Dusty insieme a Goose e Icemen

Com'è stato il film? Nei giorni precedenti avevi letto la sinossi e le prime recensioni che non erano esattamente entusiaste. Lo consideravano un prodotto ben confezionato ma un po' povero da punto di vista di soggetto e sceneggiatura. E devi dire di essere stato abbastanza d'accordo con l'analisi: i film pixar ci hanno abituato a livello di creatività, complessità e poesia ben superiori a questo che era nato effettivamente come un film da distribuire direttamente nel mercato dell'home video. L'idea era molto semplice e sviluppata in modo lineare al limite del banale: la sfida dell'eroe buono ma ingenuo che grazie alla dedizione e al sacrificio riesce a raggiungere il suo sogno.
Ma quello che per te, in una situazione normale, sarebbe potuto essere un difetto, è diventato, nella visione del bimbo, un valore positivo. Storia semplice, livello tecnico semplicemente altissimo (ma ormai questo è lo standard) e momenti action comunque gestiti in modo impeccabile sono un cocktail devastante per un bimbo di quattro anni e mezzo. E per il suo papà.
Vi siete ritrovati in alcuni passaggi (soprattutto durante l'ultima gara prima dell'arrivo a New York) a fare un tifo piuttosto rumoroso per il protagonista e a gridare e battere le mani nel momento in cui l'eroe batte all'ultimo secondo il cattivo di turno.

Ricapitolando: non è un capolavoro dell'animazione. Non è Cars, né Toy Story, né Finding Nemo. Ma è il primo film che il bimbo ha visto al cinema.
Si ricorderà per sempre della prima volta in cui quel tipo di magia è entrata nella sua vita.
E tu c'eri!

mercoledì 6 novembre 2013

Mario Vettel

Non è il fratello idraulico con i baffoni del campione del mondo di formula uno, ma è proprio lui, il tedesco della Redbull, nel bimboverso, quel fantastico universo dorato dove il suo amico Mario è campione di tutti gli sport del mondo, e naturalmente Mario è così bravo perché lo allena il bimbo!

Non sai dov'è andato a prendere questo interessamento (il termine passione è troppo esagerato) per la formula uno. Sarà colpa di Saetta McQueen, sarà colpa di quei tre scatoloni che ha in cameretta pieni di macchinine (ma nelle quali, a dire la verità, ha poche macchine da corsa) ma è già il terzo GP che segue quasi tutto alla televisione con trasporto ed entusiasmo.

Anche domenica ha voluto seguire la replica alla sera su Rai due della gara degli Emirati Arabi. E ha continuato a farti tutto il tempo domande sulle macchine e sui piloti:
Io sono la macchina del toro rosso, e tu sei la ferrari. Io sono il più veloce!
Ma come si chiama quello lì che vince sempre del toro?
Perché quella macchina nera non è ancora andata a cambiare le gomme?
Adesso che hanno finito la gara, aprono le bottiglie e si tirano il vino addosso come l'altra volta?

Uno dei divertimenti della serata è stato seguire la gara mentre voi due, seduti sul divano, mimavate di pilotare le auto aiutandovi con due volanti del Nintendo wii.
Perché ai veri campioni non servono tutti quei pulsanti sul volante ...

A te la formula uno non ti è mai interessata. Ancora ancora la Moto GP, della quale qualche anno fa ti capitava di vedere le gare quando ne avevi l'opportunità, ma di ferrari, mercedes, lotus e compagnia briscola non te n'è mai calato.
Ma si sà che se vuoi interessarti ad una cosa, il metodo migliore è condividerla.

sabato 2 novembre 2013

Pillole di saggezza 9

Like a Bruce Lee
Papà, facciamo la gara di lotta?
Ok, ma preparati che stasera sono in formissima e ti distruggo!
Eh, no! Oggi all'asilo il mio amico Leo mi ha insegnato una nuova mossa speciale.
Dai, fatti sotto. Combatti!!
Yaaaa!   Uattà!   Kyeee!!!!
... e questo cos'è?
Si chiama il pugno impennato!!

Io queste cose non le faccio ... 
Papà, non mi piace tanto andare in piscina.
Maccome, bimbo, ma ti piace tanto nuotare!
Ma quando facciamo ginnastica prima, ci sono i bimbi grandi che mi danno gli spintoni ...
E tu rispondi, spingili anche tu!
Ma papà, io non faccio queste cose, io sono un bambino bravo!

Frutta & Verdura
Bimbo, quante volte te l'ho detto che dobbiamo mangiare anche la frutta e la verdura. E' importante, sennò poi fa male la pancia. Oggi hai mangiato solo la carne e non ci alziamo da tavola se almeno non mangi un po' di frutta. Vuoi una mela o una banana?
Ma papà, oggi l'ho già mangiata la frutta!
Non dire bugie, hai mangiato solo il pollo, e hai voluto anche il ketchup.
Il ketchup è come la frutta: non vedi che è rosso come una ciliegia??!?

domenica 27 ottobre 2013

Tutti i giorni alla discoteca!

Come quella trashissima canzone del 2003. Sigla:


Riporti qui uno dei giochini preferiti del bimbo e tormentone di casa tua. Si ripresenta quasi tutte le sere con poche varianti, ma è sempre spassosissimo.

Te e il bimbo siete nel lettone e state aspettando che la biondina esca dal bagno.
Papi, io mi nascondo, tu digli alla mamma che sono uscito!
Va bene bimbo
... lui si nasconde sotto le coperte e nel frattempo arriva la biondina ...
Mamy, il bimbo mi ha detto di avvisarti che stasera usciva e torna a casa tardi.
Come non c'è? ma dov'è andato?
Ha detto che stasera c'era una festa in discoteca e non poteva mancare.
Una festa in discoteca? Di martedì sera? Ma che festa era?
Heee, ... era la festa di compleanno del suo amico leo, e lui non poteva mancare.
... da sotto le coperte si sente una risata divertita ...
E chi c'è stasera alla festa?
C'è leo, angelo e ale. Poi ci sono anche le ragazze: noemi, isabel, francy e benny.
Ah, bé. Speriamo che si diverta e che non torni troppo tardi. Ma chi è venuto a prenderlo?
... da sotto la coperta: papà, digli che ho usato la Kuga ...
Ehm, a dire la verità guidava lui stasera e andava a prendere gli altri. Ha preso la tua macchina.
La mia macchina??!?!??!!? Mamma mia che paura, speriamo che non faccia il matto e che guidi con prudenza.
Vabbè, dai, non pensarci e vieni a letto.
Si, è meglio che vengo sotto le coper ... HAAA!!!
e qui il bimbo salta fuori dal suo nascondiglio urlando BBUUHHUHHHH!!

Una sera è la discoteca, la sera dopo è un concerto rock.
Oggi usa la Kuga, domani guida la Jeep.
Può esserci un amico in più o in meno, ma bene o male la compagnia è sempre quella.

Te e la biondina siete andati in discoteca in vita vostra tante di quelle volte che si possono contare sulle due mani. Proprio un animale da party vi doveva capitare!

domenica 20 ottobre 2013

Allergico 2

Sottotitolo: le colpe dei padri ricadono sui figli.

Hai già scritto nel post di cui questo è la naturale conseguenza, della tua cagionevole salute d'infanzia e della predisposizione del bimbo agli allergeni. Questi acari e graminacee finora avevano avuto come effetti sul bimbo quelli del raffreddore allergico: naso che cola, occhi rossi e lucidi, starnuti e poco altro. Speravi che fosse finita qui, ma sapevi che mentre lo pensavi facevi un torto al buon senso. Che prima o poi sarebbero comparsi anche problemi respiratori.
Dovevi solo aspettare. Ma neanche tanto.

Domenica scorsa, mentre stavate affrontando un pomeriggio noioso decidendo se uscire o seppellirvi in casa, la tosse secca e insistente che da un paio di giorni stava affliggendo il bimbo si è evoluta e è diventata quello che in effetti era. Comincia a tossire tanto insistentemente che sembra quasi che gli manchi il fiato, ma la mancanza di fiato non è l'effetto, ma la causa. La situazione tra l'altro precipita piuttosto velocemente e tu e la biondina vi ritrovate allarmati a vedere un bimbo che comincia a agitarsi, fa fatica a respirare e si spaventa.
L'unica cosa da fare è caricarlo in macchina e correre verso il pronto soccorso dell'ospedale. Durante il viaggio sembra che un po si calmi, e quando entrate dal pediatra (non avete aspettato molto, la vostra esperienza con l'ER è positiva) respira quasi decentemente. Ma la visita e la nostra descrizione non lasciano dubbi al dottore: è un broncospasmo.
Terapia: bentelan pastiglie e ventolin.

San Ventolin, protettore degli asmatici

Dopo un paio di giorni il bimbo si è perfettamente ripreso ed è tornato ad essere quell'incrementatore entropico che tutti conoscono. In attesa della prossima crisi che sicuramente ci sarà, ma che ora sai come combattere e di cui non hai timore.
Ma il dejà-vù che hai avuto è stato potentissimo.

Hai passato molti anni, tra le elementari e le medie, in cui il problema dell'asma ha condizionato la tua vita sociale e in special modo il tuo approccio all'attività fisica. Approccio praticamente inesistente, perchè con questa scusa non hai mai fatto nessuno sport, nemmeno all'oratorio. Figurarsi a pensare di praticare costantemente calcio, basket, o chissà cos'altro. Ora il problema sembra passato, e con il senno di poi pensi (non sai se a torto o a ragione) che lo sport ti abbia aiutato a superare questa cosa. E adesso il ventolin non vuoi neanche vederlo, anche perchè il broncodilatatore è considerato doping!

E lo stesso speri per il bimbo. Vuoi che questo problema non diventi un handicap come lo è stato per te in adolescenza. Oggi ci sono i mezzi e le conoscenze che trent'anni fa non ci sono. Ma soprattutto tu hai un'esperienza diversa rispetto a quella dei tuoi genitori, che consideravano l'attività sportiva utile sì, ma fondamentalmente trascurabile.
Lo sport fa bene, non è solo un modo di dire.
Anzi, lo sport ti aiuta a stare bene.

martedì 15 ottobre 2013

Da grande farà il paleontologo

Ha già visitato tre volte il parco della preistoria a Rivolta d'Adda (di cui una volta in gita con l'asilo).
Ha le braccia sempre marchiate con tatuaggi tamporanei di dinosauri interi, orme di dinosauro, teschi cornuti e mascelle dentute.
Ha una libreria molto ben fornita di libri sull'argomento, che vanno dal libro di disegni da colorare, fino al libro più "tecnico" con storia, biologia e curiosità sui giganti del passato.

Il libro più fantastico di tutti è il pop-up dalle cui pagine escono le corna del triceratopo e le zanne del t-rex

Questa libreria importate è frutto di un compromesso che avete dovuto fare con il bimbo e che ormai è diventata prassi consolidata.
Come hai già scritto, tu e la biondina (ma anche il bimbo ultimamente si difende bene) siete dei golosi e assidui consumatori di gelato, più precisamente della vostra gelateria preferita di Crema. Oltre a questo vi piace molto Crema proprio come cittadina: c'è un centro storico con isola pedonale molto carina, con dei bei negozi e una piazza sempre molto viva. E piena di gente in tutte le stagioni. Ma al bimbo non è che interessa molto fare lo struscio di sera in centro, e quindi gli dovete promettere qualcosa in cambio per farlo star buono.
Avete scoperto che sul bimbo ha molto appeal (siamo al livello di un parco giochi, per dire) la libreria.
Nella zona pedonale c'è una libreria Mondadori che è tappa fissa e in cui il bimbo passerebbe l'intera serata a sfogliare i libri del settore bambini seduto sulla seggiolina. Ma non libri normali, lui è attratto inevitabilmente dai libri dei dinosauri. E te, al budget per il gelato, devi aggiungere comodo un circa 10 euro.

Da questo continuo rifornirsi di libri sull'argomento, il bimbo è diventato un vero esperto. E' convinto di sapere tutto ed è divertentissimo sentire declinare alla sua maniera la preistoria: inventa storie spassosissime con tirannosauri, triceratopi, parasaurofoli, stegosauri, anchilosauri, storpiandone i nomi, le abitudini e le proprietà.
Inoltre giocare ai dinosauri è diventata una delle altre tue croci e delizie delle sere con il bimbo in cui tu brontosauro finisci sbranato dal feroce tirannobimbosauro.

martedì 8 ottobre 2013

Corripavia 06/10/2013: una mezza maratona impressionante

Squallido gioco di parole (e qualsiasi gioco di parole è squallido se lo si deve spiegare) che mette insieme la mezza maratona corsa dalla biondina e la mostra sul maestro degli impressionisti Claude Monet.

Quest'anno la biondina è in forma. Più precisamente ha pedalato tanto come non mai.
Ma non è che ha dimenticato l'altra sua passione sportiva, anche se potrebbe sembrare visto che nel 2013 ha corso solamente la mezza maratona di Piacenza (e stiamo parlando dell'inizio di marzo). E' che a voi piace piace cimentarvi nelle mezze maratone e delle corse campestri FIASP nel periodo che va da ottobre fino a marzo.
E quindi, come già nel 2010 e 2011, ha deciso di correre la Corripavia, che, oltre ad essere una bella gara organizzata bene in una bella cittadina, ha il vantaggio di corrersi a 20 minuti di macchina da casa vostra.
Visto che era in forma, ha deciso l'assalto al Personal Best, aiutata anche dalla zia stordita che, partecipando alla gara dei 10 km, avrebbe fatto da lepre.


E così è stato, con la prima parte della gara corsa a ritmi molto elevati per i suoi standard (passo sui primi 10 km di 5'05"), per poi calare nella seconda parte.
Il che ci potrebbe anche stare.
Il problema è che il motivo del calo delle prestazioni sono stati i crampi ai quadricipiti che l'hanno addirittura costretta a camminare attorno al 18° km. Cosa mai successa e di cui non si riesce a fare una ragione. Ancora oggi, a distanza di due giorni dalla gara, ha serie difficoltà a scendere dalle scale.
Alla fine il personal best l'ha raggiunto (1h52'18", ben due minuti meno della gara di marzo), ma non può dirsi soddisfatta del risultato perché l'approccio è stato palesemente sbagliato.
E quindi stà valutando di rifarsi con un altro paio di gare tra ottobre e novembre.
E se impara a gestirsi meglio le energia, il muro dei 110 minuti facile che lo rompe nel 2013.

Questa la parte legata allo sport e alla biondina, perché inevitabilmente in questo periodo la tua attività podistica giace nel limbo del vorrei ma non posso.
Te hai accompagnato le ragazze alla gara per fare il cavaliere gentile, ma una volta arrivato sul posto ha cominciato a salirti il nervoso. Incontri amici che si preparano per correre, le ragazze cominciano il riscaldamento, lo speaker fa un piccolo breafing della gara ... e a te cominciano a girarti.
Quanto avresti voluto essere lì a riscaldarti con loro! Quanto ti manca la sensazione di euforia che ti investe nei pochi minuti prima della partenza in cui sei stipato nelle griglie di partenza con altre centinaia di persone!
Ti sei goduto la partenza da fuori, e ti è comunque servito per vivere di rimbalzo quelle bellissime sensazioni.

 

Quando sono passati tutti i corridori, e anche il rumore dei loro passi si allontanava per Corso di Strada Nuova verso il ponte coperto, tu hai fatto una cosa che non facevi da almeno una decina di anni: hai visitato una mostra di pittura!


Te di arte non sei certo un esperto. Sei un poco più ferrato in storia dell'architettura, ma la pittura non è sicuramente il tuo forte.
Ma andare per musei è sempre una sensazione appagante, e così è stato anche questa volta.
Per il motivo che hai appena detto (la poca esperienza) non ti avventuri in recensioni della mostra, ma puoi solo dire che ti è sembrata un poco povera di materiale, ma non di informazioni ed emozioni.

Certo che così è stata una giornata buona solo a metà: alla biondina lo sport e a te l'arte.
La perfezione sarebbe stata prima correre la mezza, poi rilassarsi nelle stanze della mostra.
Ma si sà che la perfezione in questo mondo è rara e bisogna avere tanta pazienza!

sabato 5 ottobre 2013

Buon compleanno!

Oggi è il tuo compleanno.
Sono trentanove.
E oggi hai ricevuto (sono le 20 circa, quindi la prognosi è ancora riservata) 26 messaggi su facebook, 6 sms e molti auguri di persona. Ti hanno augurato buon compleanno anche google e lo sportello del bancomat.
Per quanto riguarda i regali è un anno speciale: perchè ultimamente hai fatto una spesa per cui sei a posto per compleanno, natale, e buona parte del 2014.
Ma comunque il bimbo e la biondina non hanno fatto mancare il loro pensiero, e ieri sera quando sei arrivato nello spogliatoio della piscina per prepararmi alla tua oretta di nuoto, hai avuto una bella sorpresa nel borsone:

Al posto dei tuoi occhialini da nuoto (bellini ma banalotti), hai trovato questo spettacolo dell'ultimo modello dell'Arena, raccomandati per nuoto in acque libere e triathlon. E un cuoricino firmato dal bimbo.

Sono un ragazzo fortunato, perchè mi hanno regalato un cuore (cit.)

mercoledì 2 ottobre 2013

... e adesso pedala!

Il giorno 14 agosto, vigilia di ferragosto, campeggiava sul tuo facebook una foto con la sua didascalia che qui riporti:
Benvenuta piccolina <3

Hai comperato la tua prima bici da corsa nel 2004, ed era una entry level della Wilier. Già allora ti era sembrato di aver speso una barbarie, e si trattavano di circa 800 €. Il motivo era che allora non eri sicuro di quanto l'avresti utilizzata e avevi paura di aver impegnato tutti quei soldi per poi appenderla in garage. Fortunatamente con il passare degli anni hai sempre più aumentato i chilometri pedalati, fino ad arrivare ai tuoi picchi di questi ultimi due anni, dove hai cominciato a dare un senso molto più sportivo alle tue uscite che all'inizio erano solo delle passeggiate. Con la tua biciclettina in alluminio ti sei sempre trovato bene, non ti ha mai dato problemi e finora ti è sempre andata bene così. Ma come tutte le cose, quando ti appassioni a qualcosa cominci a sentire il desiderio di fare il passo successivo anche a livello di attrezzatura. Esci con altra gente in bici, partecipi a delle granfondo o a gare di triathlon e vedi di quelle biciclette stratosferiche, per quanto riguarda materiali, componentistica, o più semplicemente a livello estetico. Ma fin'ora come è stato nove anni fa, ti dicevi che ti sarebbe piaciuto molto comprare una bella bici, ma non te la sentivi di giustificare una spesa così importante nel bilancio famigliare per quello che fondamentalmente è un capriccio.

Per farti cambiare idea c'è voluto l'infortunio.
Quando hai scoperto che per un po non avresti più corso, e che quindi avresti concentrato gli allenamenti su nuoto e bici, il tuo atteggiamento si è ammorbidito e hai cominciato a frequantare il settore usato dei siti di vendita bici della tua zona. Ma la spinta definitiva te l'ha data la biondina che ha praticamente contattato lei il negozio e ti ci ha portato di peso.
Ma c'è da dire che quando poi sei stato lì non è che ti sei tirato indietro, e sei uscito con l'acquisto della più bella e costosa del mazzo.

Cervélo R3 montata Shimano Ultegra, ruote Fulcrum Racing 3, manubrio profilo piatto, sella SMP forma, guarniture (corona) ovale Qring della Rotor, rapporti 52/36 e pacco pignoni posteriore 11/25. Usata ma tenuta bene.
Bella da rimanere incantati.
Tutti i tuoi colleghi di pedale ti hanno fatto i complimenti per il tuo acquisto.

Ora, dopo che è passato poco più di un mese da quando l'hai portata a casa e ci hai pedalato un migliaio di chilometri, puoi dire di aver fatto uno degli affari migliori della tua vita.
Hai scoperto che il carbonio, oltre ad essere leggerissimo, è anche molto morbido e reattivo, cosa che sulle strade orrende delle tue parti è un gran sollievo. Hai scoperto che la postura è molto migliorata, e sei molto più "lungo" rispetto a prima sulla bici, che se all'inizio può portare a indolenzimento dei muscoli del collo, dopo qualche tempo sei molto più comodo. Hai scoperto che la sella con il buco in mezzo (in realtà la tua è l'estremizzazione del concetto ed è una sella tagliata in due) è comodissima, e ti permette di restare giù con la schiena per molto più tempo senza risentire di fastidi e formicolii nelle parti intime.

Ora riesci a fare tempi migliori, a spingere rapporti più impegnativi, a salire salite con un'agilità diversa.
Ti sei scoperto discreto scalatore e buon passista (sempre secondo i tuoi standard di amatore).

Tra poco comincerà la brutta stagione e le uscite in bici diminuiranno drasticamente. Anzi, tra un po' ti aspetta uno stop forzato da tutte le attività sportive che ora non sai ancora bene quantificare. Per questo motivo sei convinto che la bici l'anno prossimo assumerà un aspetto molto importante della tua attività.
E con questa biciclettina spettacolo, non vedi l'ora.

venerdì 27 settembre 2013

Un genitore quasi perfetto I


Le tue letture sono abbastanza monotematiche.
Fumetti, romanzi di fantascienza, fumetti, racconti horror, fumetti, libri di running, fumetti, storie di avventura.
E ogni tanto qualche fumetto.
Ma qualche mese fa hai fatto un acquisto che mai avresti pensato fino a qualche anno fa.
Complice una di quelle lodevoli iniziative editoriali (in questo caso del Corriere), quando hai saputo che la collana in edicola si sarebbe chiamata La Biblioteca dei Genitori, hai deciso che ti saresti buttato sulla saggistica. Ma però senza esagerare. Infatti ti sei fermato alla prima uscita.

BIBLIOTECA DEI GENITORI diretta da Gustavo Pietropolli Charmet.
Vol. 1 - UN GENITORE QUASI PERFETTO di Bruno Bettelheim
Edizione speciale su licenza per Corriere della Sera.

E' stato un ottimo acquisto, che ti ha dato una serie di spunti di riflessione per quel percorso di genitorialità consapevole che hai intrapreso e a cui tieni molto.
Questo libro lo stati centellinando. Lo leggi quando hai un momento in cui puoi concentrarti e permetterti di leggere e rileggere qualche pagina fino a coglierne il senso. Addirittura ti sei messo a sottolineare e a prendere appunti con la matita, come non ti capitava dai tempi dell'università. Ne hai letto finora circa la metà (stai parlando di un poderoso tomo di circa 500 pagine) e ora vuoi provare a riportarne qui i passi per te più interessanti e le tue considerazioni a riguardo.

Il titolo suggerisce che, per una buona educazione dei propri figli, non bisogna cercare di essere dei genitori perfetti, né tanto meno aspettarsi che lo siano, o che lo diventino, i nostri figli. E' invece alla portata di tutti essere genitori passabili, vale a dire essere genitori che educano bene i figli. Occorre però che gli errori che commettiamo nell'educarli (errori il più delle volte dovuti semplicemente all'intensità del nostro coinvolgimento emotivo) siano più che compensati dalle molte occasioni in cui ci comportiamo in modo giusto con loro. Scopo di questo libro è aiutare i lettori a essere genitori passabili.

Titolo: un genitore quasi perfetto. Sottotitolo: capire noi stessi per capire i nostri figli.
Partendo da queste intenzioni e da queste premesse il target è già altissimo, anche se l'obbiettivo non è la perfezione. Si parla di errori educativi e del fatto che l'unica colpa del genitore sia il suo coinvolgimento. Altre volte hai detto che lo sbaglio è in effetti inevitabile, dando la colpa più alla stanchezza, che a volte ti fa diventare superficiale e disattento. Ma il messaggio più utile che puoi trarre da queste parole è che non è possibile la perfezione, ma a conti fatti non è neanche necessaria.


I genitori ritengono che il loro compito consista del "capire" il bambino, assecondando la sua natura, stimolando le competenze, rispettando il suo stile comunicativo che prefigura il futuro temperamento.
Il genitore che aspiri a costituirsi come "sufficientemente buono" punta a contenere le paure e i bisogni originali del bambino, aiutandolo ad elaborare i propri naturali timori, sviluppando in lui un sentimento di sicurezza personale che lo aiuti a stabilire e far crescere buone relazioni  con la madre e il padre dalle quali attingere il nutrimento necessario alla crescita, che è proprio l'affetto e la protezione dei genitori.

Eliminare le paure e smussare i timori, perchè un bambino sicuro di sè diventerà un adulto consapevole e sereno nelle proprie possibilità.
Ed è bello pensare che l'affetto e la protezione dei genitori siano il suo nutrimento necessario per la crescita.


A rendere ancora più difficile ed appassionante il mestiere di madre e di padre concorre la necessità di capire come possano essere trasmessi norme e valori indispensabili lungo un percorso educativo che si ripromette di non suscitare paure eccessive e di non innalzare troppo il livello del conflitto tra genitori e figli.
Riuscire a farsi obbedire per amore e non per paura di drastici castighi potrebbe essere il motto dei nuovi genitori, convinti che lo scopo dell'educazione debba essere aiutare il figlio a diventare un soggetto etico, libero, felice di rispettare le leggi e i valori condivisibili della società in cui cresce, ma dotato di elevata capacità critica e di autonomia di giudizio.

Questo è il sacro graal del rapporto padre-figlio. La perfezione consiste nel non dover imporre le proprie decisioni al figlio, ma essere in grado di spiegargli il perchè di quello che tu vorresti e riuscire a convincerlo di avere ragione. Ma questa interazione è talmente rara da sfiorare il mito. Un bambino per sua natura ragiona in modi molto diversi da quanto fa un adulto: percepisce solo il suo benessere immediato e non vede altre alternative. E quindi il più delle volte si è costretti ad imporre il proprio volere di adulti in contrapposizione al volere del bambino. Dovrai lavorare molto in questa direzione.
Ma il concetto da portare a memoria è quello dell'ultima frase che, in maniera semplice dà la definizione di educazione. Cosa vuol dire educare bene un figlio? Insegnargli a chiedere per favore quando vuole qualcosa? Troppo poco.
Educare un figlio significa aiutarlo a diventare un soggetto etico, libero, felice di rispettare le leggi e i valori condivisibili della società in cui cresce, ma dotato di elevata capacità critica e di autonomia di giudizio.
Una frase da tatuarsi addosso.


Che cosa occorre per allevare bene i nostri figli, per allevare cioè dei figli che magari non faranno necessariamente una buona riuscita agli occhi del mondo, ma che, riflettendoci, si sentiranno contenti di come sono stati allevati e contenti, tutto sommato, di quello che sono, nonostante gli inevitabili difetti, di cui peraltro nessuno è privo?
Il fatto di crescere in una famiglia dove i rapporti dei genitori tra loro e con i figli sono improntati a intimità ed onestà, rende questi ultimi capaci di formare a loro volta durevoli e soddisfacenti rapporti di intimità con gli altri, rapporti che conferiscono un senso alla vita propria ed altrui.

Infine, come si fa ad educare bene i figli nel senso che si è detto prima? Uno degli ingredienti è farlo crescere in un ambiente in cui i rapporti siano sereni. Se madre e padre sono sereni tra di loro e onesti nella loro relazione, il bambino crescerà senza timori e paure, in modo da poter formare a sua volta rapporti limpidi e soddisfacenti.
Qui fortunatamente sei avvantaggiato.
Te e la biondina vi amate. E il bimbo lo sa.

... continua ...

lunedì 23 settembre 2013

Pillole di saggezza 8

Rock and Roll all night!
Premessa: qualche sera prima eravate stati ad una festa della birra a sentire un concerto di una cover band locale.
Bimbo, stasera usciamo a mangiare con tutti e quattro i nonni.
E andiamo al ristorante o in pizzeria?
No, c'è una festa all'aperto in un campo, e fanno anche da mangiare.
... come l'altra sera?
Si, come alla festa dell'altra sera dove c'era quel gruppo che suonava.
Quindi andiamo a sentire in Rocchenroll?!!?
... no, a dire la verità suonano il liscio ...
Ma uffa, io così mi annoio!!!

Fuochi d'artificio
Premessa 1: davanti a casa vostra in questi giorni stanno facendo dei lavori di sistemazione dei marciapiedi, e la mattina e il pomeriggio giù di martello pneumatico.
Premessa 2: una sera, mentre eravate tutti nel lettone, si sentono in lontananza i botti dei fuochi d'artificio.
Uffa ... perché fanno tutto questo rumore?
... ma bimbo, secondo te che rumore è?
Sono i signori che stanno costruendo il marciapiede, ma adesso lavorano anche di sera? Ma non vanno mai a dormire?


Matematica non euclidea
Papi, lo sai cosa fa bi più a?
... cosa scusa?
Lo sai cosa fa B+A? E' una matematica ...
No, sono curioso di saperlo ... cosa fa B+A?
Ma è facile: fa sette!

mercoledì 18 settembre 2013

Raduno Bandistico - Monterosso (SP) 07/09/2013

Poteva essere una di quelle gite al mare in giornata giusto per fare un bagnetto alla fine della stagione estiva. Oppure una di quelle gite di trekking che facevate da giovani te e la biondina. Come quella volta che siete partiti da Riomaggiore e vi siete fatti tutto il sentiero in parte montano e in parte litoraneo che attraversa le cinque terre fino a Monterosso e siete tornati in treno. Cinque ore di camminata stupenda insieme al cane. Chissà quando riuscirete ancora a rifarla, e la prossima volta ci portate pure il bimbo.
Invece siete andati al mare per suonare con la banda. Cosa piuttosto singolare.

Comunque, dopo la falsa partenza dell'anno scorso, dove eravate stati invitati ma alla fine la manifestazione non si è tenuta per colpa (tra le altre cose) dell'alluvione del 25 ottobre 2011, quest'anno la banda del tuo paesello è tra gli invitati della giornata di musica bandistica.

Per la trasferta la banda ha organizzato due pullman per la Liguria: uno per i bandisti e uno per gli accompagnatori, perché con la scusa di accompagnare figli, amici e parenti, molta gente ha deciso di farsi la gita al mare. La biondina scherzando, ma non troppo, ha paragonato la cosa alla gita dell'INPS di Fantozzi va in pensione. Voi invece, che con il bimbo sareste stati un filo scomodi, decidete di restare autonomi e vi fate il viaggio in macchina. Con il senno di poi ringrazi per la scelta, perché al di là del discreto sbattimento di guidare sia all'andata che al ritorno, fare gli ultimi venti chilometri in pullman con quelle stradine infami avrebbe messo a dura prova la tua resistenza e il tuo stomaco.

La mattinata passa tranquilla tra una passeggiata e un paio di orette in spiaggia. Perché la giornata calda e soleggiata lo permetteva, anzi lo imponeva. La spiaggia già la conoscevi, sapevi che era la più balneabile delle cinque terre (nel senso che le altre quattro praticamente sono a picco sulle rocce) e il mare era abbastanza limpido (non è certo CalaBrandinchi), quindi un bagnetto tu e il bimbo lo avete fatto volentieri. L'alternativa sarebbe stata una gita sul battello alla scoperta della costa, ma a te i battelli in generale danno fastidio e non sapevi come avrebbe reagito il bimbo a rollio e beccheggio, e quindi avete fatto  una volta di più gli asociali e avete abbandonato buona parte della compagnia.

Dopo aver pranzato ospiti dell' organizzazione della festa in un ristorantino fronte mare (menù senza infamia e senza lode, ma eravate lì per suonare, mica per riempirsi la panza) torni alla macchina per cambiarti e la caldazza delle 2 di pomeriggio mette te e i tuoi soci in apprensione. Infatti la prima mezz'ora che comprendeva inquadramento, organizzazione delle bande e primo tratto sul lungomare è stata una sauna infernale, considerato che fino a dieci minuti prima eri in sandali e bermuda.
Poi siete entrati nel centro storico e nelle piccole stradine passava una leggera brezza di mare che rendeva tutto più piacevole. Ma qui si è presentato il non semplice problema tecnico dell'esigua larghezza dei vicoli. Passare da un inquadramento a file di quattro a un inquadramento a due è molto complicato e pericoloso, perchè il suono si disperde troppo e con una banda così lunga si rischia che mentre i primi clarinetti sono alla fine della marcia, i bassi in fondo sono a metà pezzo. Ma ve la siete cavata abbastanza bene (anche a detta del pubblico presente) e avete fatto la vostra porca figura.
Arrivati poi nella piazza principale, assieme alle altre quattro bande, avete eseguito l'inno di Mameli (la canzone della banda, per la gioia del bimbo) e un'altra marcia brillante in un totale stimato di 200 musicisti.
Una cosa che non ti era mai capitata e che ti ha emozionato molto.

Infine avete proposto al pubblico un piccolo concerto dal palco centrale. Poco più di una mezz'ora dove avete suonato sul palco coperto allestito per l'occasione di fianco al porticciolo.
Questo è stato il momento perfetto della giornata: suonare di fianco al mare, all'ora dell'aperitivo, con il sole che calava dietro le montagne. Aggiungiamoci la soddisfazione tecnica di suonare in 44 (mica tutti del tuo paesello, si ringraziano le bande degli altri paesi che sono venuti a farci fare bella figura) che è una cosa che difficilmente ti capita e ti ricapiterà.
Ti è sembrato inoltre di notare un discreto apprezzamento da parte del pubblico presente. Soprattutto sei convinto che la grande quantità di stranieri abbia apprezzato la parte dedicata a Verdi: Traviata, Rigoletto e Aida sono tra le cose italiane più conosciute e apprezzate al mondo.
Quando mai si è vista la benda di San Colombano così numerosa?

Ci sarebbe da aggiungere qualche nota prettamente tecnico-bandistica.
Come il fatto che hai scoperto che alcune bande, come le due liguri presenti, sfilano senza marciare. Che per te è una cosa impensabile, ma il maestro ti ha spiegato che questo è dovuto alla difficoltà dei percorsi cittadini: provaci te a marciare quasi sempre in stradine strette e in salita.
Oppure il fatto che hai avuto la conferma definitiva che la banda con le majorette non ti piace molto: le giovani ragazze dovrebbero portare allegria, ma a te trasmettono imbarazzo.
Oppure il fatto che esistono bande con davanti una sezione infinita di percussioni: tamburi, rullanti e una batteria quasi completa montata su una struttura semovente.

Bella esperienza.
Piuttosto impegnativa dal tuo punto di vista, e quindi da rifare con parsimonia, ma bella.

lunedì 16 settembre 2013

Sessista

All'asilo, oltre a tante cose belle più o meno normali (cose come disegnare, colorare, cantare, ecc) si impara anche a stare al mondo. Si impara a relazionarsi con le persone. Si imparano le meccaniche sociali che si porteranno anche nella vita adulta e che formeranno il tuo bagaglio di educazione,

Nell'anno passato all'asilo e in quest'estate prima della nuova stagione scolastica il bimbo ha imparato ed è convinto di una cosa: maschio è migliore di femmina.


Lui è nella fase in cui la differenza di genere è data dagli atteggiamenti, dai gusti, dalle preferenze.
Per lui a tutte le femmine piace il rosa, giocano con le bambole, hanno i capelli lunghi e sono chiacchierone.
E basta! Non c'è alternativa. Non è pensabile che ad una bambina non piacciano le barbie o che non le piaccia vestirsi di rosa.
E allo stesso modo non è nemmeno pensabile che a lui o ai suoi amici maschi non piaccia giocare a pallone, o parlare di dinosauri o correre con le macchinine giocattolo.
Inoltre in classe lui e i suoi amici hanno sviluppato un atteggiamento verso le bambine che si potrebbe definire quasi di superiorità.

Papà, oggi all'asilo abbiamo giocato in cortile a pallone.
Avete giocato tutti insieme con i tuoi amici?
No, non tutti! Lo sai che le femmine non sono brave a giocare a pallone!
Ma cosa dici? Forse non gli piace, ma non è che non sono brave!
No, no papà ... le femmine non sono proprio capaci!

E tra di loro ci tengono a questa differenziazione e cercano in tutti i modi di rimarcarla, anche con delle trovate molto fantasiose.
Ma bimbo, guarda cosa hai combinato con gli strappi delle scarpe. Mettili a posto!
Ma papà, così sono giuste!
Allora chi ti ha insegnato ad allacciarli incrociati?
I maschi grandi dell'asilo. Noi maschi dobbiamo allacciarle così, mentre le femmine le devono allacciare normali.
Pena, immagino, ostracismo sociale e/o atti di bullismo!

E questa bizzarra consapevolezza il bimbo l'ha portata anche a casa, dove si possono assistere a casi di segregazione famigliare.
Bimbo guarda, la mamma e la nonna sono entrate in quel negozio, andiamo con loro.
No papà, lasciale andare da sole le femmine, che con loro ci annoiamo!

O ancora.
Ma la mamma e la zia dove sono?
Guarda bimbo, erano dietro di noi mentre passeggiavamo, arrivano subito.
Uff ... queste femmine, quando si mettono a chiacchierare non la finiscono più.

O piu semplicemente, se voi due siete insieme e la mamma si lamenta di qualcosa, lui ti guarda con aria complice e con fare cospiratorio sussurra: ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ... per rimarcare la tolleranza che voi poveri maschi dovete praticare per convivere con questi esseri alieni.

Poi passerà.
E quelle cose che ora lui guarda con superiorità e distacco, cominceranno a destare la sua attenzione. Poi diventeranno uno dei suoi più importati centri di interesse. Fino a sfociare in quell'ammirazione tormentata che si prova negli anni della adolescenza e della giovinezza.

Per poi, arrivato sulla soglia dei quarant'anni, farà come suo padre: pensando a sua moglie dirà:  ... eh, queste femmine ... quanta pazienza ... 

E il cerchio si chiude.