lunedì 28 gennaio 2013

Del perché Facebook lo tratti con sufficienza

Ti sei iscritto a FB il 9 ottobre 2008.
Da allora lo hai seguito poco, scrivi raramente sul diario e non hai mai aggiornato quelle poche foto che avevi inserito all'inizio per vedere l'effetto che faceva. Tanto che ci sono ancora delle foto del mare del luglio 2008 e alcune foto della bici vecchia della biondina (2007).
E' un paio d'anni che la quasi totalità dei tuoi interventi su FB sono le condivisioni dei post che scrivi qui, tanto per far pubblicità al blog tra i tuoi amici e gli amici degli amici. Che a ben guardare non serve a molto, perché chi ti conosce sa' del blog e viene direttamente qui senza passare dai social.
Però lo guardi spesso, e leggi a volte con interesse a volte con divertimento quello che scrivono i tuoi amici. Dove per amici intendi veramente le persone che conosci. Perché nella tua lista di amici su FB non hai nessuna persona famosa o che semplicemente non conosci direttamente. Nessun calciatore, nessun cantante, nessun vip televisivo e nessun politico o movimento e partito.

Perché questa scelta? Per due motivi: perché la tua vita è già abbastanza piena e interessante per avere anche il tempo di sbirciare anche quella delle persone che non conosci, e perché se ti interessa una cosa, un pensiero, un movimento, è meglio approfondire attraverso altri canali, non quello del social dove, data la caratteristica immediatezza del canale, riesci soltanto a scalfirne la superficie.

Non è snobismo, ma pensi che con i social l'utilizzo della rete è soltanto superficiale e frutto della necessità moderna di apparire sempre migliori di quello che si è. Solo che se uno cerca di essere più bello, basta scegliere con accuratezza le foto in cui compare (al limite c'è anche photoshop), ma se uno cerca di sembrare intelligente e poetico riempiendo il suo diario con aforismi profondi, secondo te fa la figura di quello che si sente intelligente dopo aver imparato a memoria il dizionario.

Per questo preferisci e ami questo angolino che ti sei costruito. A differenza di tanti profili FB, Twitter, Google+ e compagnia cantante, qui ti puoi prendere il tempo di pensare a quello che scrivi. Puoi buttare giù un post di due righe dicendo cavolate o prenderti un mese di tempo per cercare di esprimere quel concetto che per te sembra importante.

Facebook è il fast food della comunicazione moderna.
Preferisci la trattoria casereccia.

giovedì 24 gennaio 2013

Dodici tranquille settimane di paura

Hai detto più volte che se devi correre una maratona, preferisci che sia all'inizio della primavera.
Per due motivi principalmente: perchè le condizioni atmosferiche in gara tu le soffro moltissimo (quindi se fa troppo caldo schiatti) e poi perchè in inverno non esci in bici e non ti pesa concentrarti sulla corsa, soprattutto la domenica mattina.
Ma sono motivazioni che non valgono molto.

Il discorso delle condizioni atmosferiche è naturalmente aleatorio, perchè il tempo fa comunque quello che vuole, quindi ti è capitato di correre la tua prima maratona all'inizio di aprile e trovare 30 gradi.
Per quanto riguarda le temutissime 12 settimane di preparazione alla maratona, se è vero che in inverno non esci in bici, è pur vero che ci sono gli altri problemi legati alla stagione: i malanni e la neve.

Di seguito la tua tabella di preparazione alla prossima maratona di Piacenza: 03/03/2013, a cui ti sei iscritto oggi. Le dodici tranquille settimane di paura del titolo.

Se volete sbirciare, fate clic col destro e apri il link in una nuova scheda,
che altrimenti si legge cippa.

Superata la prima metà della preparazione, si può vedere che lì di fianco alla griglia hai già segnato un "malato" subito dopo capodanno che ti ha fatto saltare una settimana di allenamento e un "virus intest" che è quello che ti sta tenendo a casa dal lavoro proprio in questi giorni. Pensa un po che domenica avresti in programma un lungo da 36 km. Sarà dura che ti riprendi in tempo per farlo decentemente.
Poi ci sono dei casi come domenica scorsa (20 gennaio) in cui causa neve e acqua, hai corso in box sul tapis-roulant, che è meglio di niente, intendiamoci, ma non è così che si fanno i personal best.
O anche la domenica del primo lungo: 27 km fatti ad una media decisamente troppo alta di 5'50" a causa dell'asfalto completamente ghiacciato (max e jonny sono effettivamente volati col culo a terra).

Arrivati a questo punto hai delle sensazioni strane e contrastanti. Da una parte c'è lo sconforto per non poter fare esattamente quello che ti sei imposto come allenamento, con la prospettiva di non essere al top quando sarà il momento. Dall'altra la consapevolezza che stai comunque dando tutto il tuo meglio, stai facendo tutti gli allenamenti che le condizioni ti permettono e che non hai preso sottogamba la preparazione, ad esempio facendo uscite durante la settimana più lunghe di quanto hai fatto gli anni passati.

Comunque, i trenta euro per il pettorale li hai versati.
Non ti resta che una cosa sola da fare: corri ragazzo, corri!

martedì 22 gennaio 2013

Pillole di saggezza 5

Amore della mamma
Mamma, tu lo sai chi è il mio amore?
... eh? ... cosa? ...
Sì, lo sai chi è il mio amore?
No, dimmi.
E' orso!
Ah, si ... il tuo orso ... (meno male, chissà che mi credevo ...)
Orso è il mio amore, come io lo sono di te e della nonna.

Motivatore sportivo
Papà, dove vai?
Vado a correre.
Ah, e vai da solo o viene anche il tuo amico max?
No bimbo, stasera mi sa che sono da solo a correre.
Ma vai alla pista?
Si, vado a fare le ripetute.
Se fai bene le retute, poi quando torni ti do un premio. Sei contento?


Logica imperscrutabile
Premessa: all'asilo con bimbo c'è gabriele, figlio di cinesi gestori di un ristorante pizzeria nel nostro paese.
Sai bimbo, oggi a pranzo sono andato a mangiare al ristorante del papà e la mamma di gabri il cinesino.
Ma ... ma  ... gabri era all'asilo con me oggi.
Beh si, e allora?
Ma allora non è possibile quello che mi hai detto!

giovedì 17 gennaio 2013

Questione di carattere

Che uno crede di conoscere perfettamente suo figlio, la sua personalità e le sue reazioni, ma questo ha la capacità di spiazzarti e lasciarti senza riferimenti in un attimo.
Tu l'hai sempre considerato una persona sicura, indipendente e socievole. Perché aveva reagito bene all'inserimento alla scuola materna o perché ti era sembrato che non si sentisse a disagio con la presenza di altre persone al di fuori del nucleo famigliare.
O forse è solo come avresti voluto che fosse.
Perché ultimamente ti sta stupendo sotto questo punto di vista.

Dicono che è normale che venga una crisi di rigetto all'asilo, e che è ancora più normale che questa crisi non si manifesti subito, ma più in la' con l'anno scolastico. E' esattamente quello che sta succedendo. Dopo un inizio buono, in cui andava all'asilo ben contento, ora tutte le mattine è una sofferenza. Non per me che a quell'ora ho già finito la riunione giornaliera con il CEO dell'azienda (che fa molto figo definire così, ma in verità è più corretto dire il padrone, viste le dimensioni medio-piccole della ditta) e di solito sono nella fase di  smistamento posta elettronica. Ma per la biondina questi ultimi giorni sono stati un continuo cercare di consolarlo e convincerlo che all'asilo ci si diverte, si gioca con gli amici, e poi dopo veniamo a prenderti, mica ti lasciamo lì ...
E invece lui alla mattina appena si sveglia chiede: ma stamattina andiamo all'asilo? e alla risposta positiva ammutolisce, diventa cupo e arrabbiato. Poi arriva la fase in cui si fa venire il magone che dura fino al portone delle suore, poi scoppia un pianto dirotto che continua anche quando la santa annalisaportapazienza lo prende in braccio e termina solo dopo qualche minuto di coccole quando la mamma se n'è andata.
Poi l'insegnante riporta che il resto della giornata è sereno, gioca contento e partecipa a tutte le attività (la sua preferita è naturalmente la ginnastica).

Un'altra occasione in cui si comporta non esattamente come avresti immaginato è quando andiamo in posti con tanta gente e tanti bambini con cui potrebbe giocare tranquillamente. Ultimamente in un paio di occasioni (anche se era preparato alla cosa e, anzi, aveva dimostrato fino a pochi minuti prima entusiasmo per l'incontro) si è fatto prima prendere il magone e poi non ha partecipato ai giochi assieme agli altri bambini ma voleva giocare solo con la mamma o il papà.

Questi esempi sono solo due comportamenti che per un bimbo di quasi quattro anni sono molto più che comuni. Sono fasi che una personalità in formazione attraversa per poi diventare qualcosa di più definito e definitivo. Sono atteggiamenti che probabilmente farà ancora in tempo a cambiare venti volte prima di arrivare ad un suo carattere circoscritto.

Questo è tutto quello che te e la biondina vi dite per convincervi che certi capricci sono normali e vanno tollerati, ma certo che in alcuni momenti servirebbe tanta pazienza.

sabato 12 gennaio 2013

Nuoto in vasca corta

La vasca del bagno grande è sempre stato uno dei luoghi di gioco preferiti del bimbo. Fantastiche ed esilaranti furono le sere passate a giocarci quando aveva un anno e mezzo. Nei hai già parlato qui, ma soprattutto, se volete farvi una risata, qui.

Adesso non entriamo più dentro a giocarci con le palline, ma ogni tanto d'inverno ti chiede di entrarci a fare il bagno. Quella del bagno è una scusa, perché più che altro a lui interessa giocarci e sguazzare. Spesso, come si vede nella foto successiva, ci porta dentro i suoi animaletti in gomma. E il leone, nuotando sott'acqua, fa gli attacchi al canguro.


Papà, vuoi vedere un lenamento di nuoto?
Bravo bimbo, ma un pochino meno, sennò bagni tutta la stanza.
Questo è rana ... e invece questo è nuoto normale.
E non provi a nuotare a dorso?
No, a dorso non mi piace. Perché mi bagno i capelli.

mercoledì 9 gennaio 2013

Elogio alla banda - Parte III: non solo musica

Terza parte della narrazione di un pezzo della tua vita: dopo il primo approccio comincia l'apprendistato e l'integrazione nel gruppo. Ma qui si parla poco di musica e tanto di cazzeggio.
Le altre parti: prima e seconda.


Ci sono stati alcuni anni in cui alla sede della banda, oltre ai giorni canonici delle prove, ci andavi anche il sabato sera e la domenica pomeriggio.
Sono gli anni che vanno pressappoco tra i tuoi 14 e i 18 anni. Dal 1988 al 1992.

In quegli anni i tuoi amici erano i tuoi compagni della banda.
Sì, ok, c'era anche l'oratorio che frequentavi abbastanza assiduamente, e i tuoi compagni delle superiori, ma quelli al di fuori della scuola non li vedevi praticamente mai.
Invece nella banda si era formato un bel gruppo di ragazzi che aveva la fortuna di avere un luogo loro (per dire, non un bar) per incontrarsi, parlare, fare feste, ecc.
Stiamo parlando di un gruppo di ragazzini con pochi anni di differenza tra di loro e di qualche ragazzo un poco più grandi (circa vent'anni) che avevano la responsabilità dei più piccoli. Così i genitori erano sicuri e ti lasciavano uscire senza stare troppo in ansia.

Tra i tuoi coetanei oltre a te nello zoccolo duro c'era gente come Gianni, Marco, Chester e Puteo. E le ragazze come Paola, Alessandra, Eleonora e Carmen.
Poi c'erano i grandi con la macchina e la responsabilità: Bassano, Diego, Buba e Ciccio.
E cosa si faceva? Si cazzeggiava, si mangiava, si guardava la televisione, si giocava coi primi personal computer. Ricordi chiaramente che il sabato pomeriggio ci si trovava per suonare e ripassare le parti del concerto o le marce, poi non si tornava a casa e i grandi cucinavano e la cena e dopocena diventavano dei baccanali dove si faceva a gara a chi mangiava di più e peggio. Ricordo che il premio di peggior maiale lo ricevette uno di cui non farò il nome ma che pucciò il pandoro nell'unto delle costine al forno (dicendo che era squisito). E dopo cena avevamo a disposizione anche una televisione e dei divanetti per seguire i varietà del sabato sera o per collegarci il primo Sinclair ZX Spectrum (ti pare, ma non essendoti mai molto interessato alla generazione Commodore, potresti sbagliarti).
Poi invece con i papà e i nonni si facevano le feste comandate tutte insieme: hai partecipato ad alcuni veglioni di capodanno e a un carnevale con tanto di balletto sensuale di un gruppo di panzuti signori.

Capodanno del (forse) 1991. Gli abiti erano veramente inguardabili.

E poi si esercitava lo sport nazionale.
No, non intendi il giuoco del calcio: intendi proprio l'arte del broccolar le ragazze.
In quegli anni sono nati e quasi subito morti amori che adesso fanno sorridere.
Ma anche coppie che poi si sono sposate e che adesso hanno figli grandi.

... se quei divanetti potessero parlare ...


... continua ...

lunedì 7 gennaio 2013

Scappo con la befana

Il titolo si può interpretare in due modi: o sei andato in vacanza il sei gennaio oppure stai dando della vecchia strega sdentata a tua moglie.

Visto che l'ultimo dell'anno l'hai passato a fare da infermiere al bimbo e alla mamma che erano ammalati con febbre e raffreddore e visto che da capodanno l'ammalato eri tu con mal di gola e abbassamento di voce, dopo aver lavorato il 3 gennaio, la sera dello stesso giorno tu e la biondina avete deciso che era il momento di basta e (complici le ottime previsioni del tempo) hai prenotato due notti in un albergo a Finale Ligure.

Finale Ligure l'hai conosciuta e cominciato ad apprezzare quando è nato il bimbo. Infatti lui è nato ad aprile e dopo solo un mese e mezzo (il ponte del due giugno del 2009) eri già al mare a prendere un po' di aria buona. Per questo motivo ti ci sei affezionato a questo paesello e da allora ci sei tornato almeno una volta l'anno. Ma non ti era mai capitato di andarci d'inverno.
Anzi, a dirla tutta non eri mai andato al mare in inverno.

Sei partito venerdì mattina e dopo un viaggio tranquillo hai passato tutta la giornata al sole giocando in spiaggia, passando in rassegna tutte le giostrine del posto e (quando il bimbo si è addormentato nel passeggino) a passeggiare.
E' stata una sensazione veramente estraniante quella di restare con la felpina (ma per alcuni momenti anche con la sola maglietta) al tepore dei circa 18 gradi con la consapevolezza che era solo il quattro di gennaio e, se va bene, ti aspettano un paio di mesi di inverno bello gelato.


Il giorno dopo tu e la biondina avete deciso che si poteva anche andare a fare una gita a Sanremo, tanto per cambiare un po'. A parte il tempo passato in fila in macchina per arrivare dal casello dell'autostrada al centro del paese, la giornata ti è piaciuta molto ed è stata fantastica l'idea di noleggiare le biciclette e farsi un giro fino ad Arma di Taggia. Due biciclette più il carrellino portabimbi. Questo mezzo è comodissimo sia per il papà che per il bambino, ma ha due grossi problemi che a suo tempo mi convinsero a non acquistarlo: il prezzo piuttosto elevato e il fatto che nelle tue zone non esistono piste ciclabili degne di questo nome che ti permettano di sfruttarlo.


La domenica dell'epifania l'hai cominciata alle sette di mattina andando a correre sul lungomare quando ancora doveva albeggiare ma si sà, il lavoratore va in vacanza, lo sportivo no!
Hai fatto in tempo a tornare in albergo, doccia, colazione e poi via in spiaggia a vedere i matti.
Perché non volevi perderti il tradizionale Cimento della Befana: manifestazione tra il goliardico e lo sportivo in cui chi voleva si poteva cimentare in un bagno fuori stagione. E' stato molto divertente vedere tutta sta gente (tra cui anche donne e ragazzini) che ridevano e scherzavano buttandosi a mare, mentre noi tutti guardavamo dalla spiaggia infagottati nei nostri giubbotti (la temperatura era decisamente scesa rispetto ai due giorni precedenti).
Anche se scommetteresti che buona parte di quelle persone hanno partecipato solo per avere la scusa di scaldarsi alla fine assaltando il padellone del vin brulè.


Eri partito con la convinzione che piuttosto che restare a casa è meglio anche il mare d'inverno. Però sei tornato con la voglia di ritornarci, perché anche fuori stagione le vacanze sono una benedizione.

venerdì 4 gennaio 2013

Animaletti servizievoli

L'hai buttata lì qualche tempo fà con noncalanche, ma è il caso di riprendere il discorso, perché a casa tua è diventata una delle barzellette più divertenti.


E' cominciata quando, chiacchierando seduto sul trono di casa (quello di ceramica bianco), il bimbo ti ha spiegato che la cacca viene espulsa dall'apposito condotto mediante il lavoro instancabile e indefesso di una tribù di formichine che vivono nella sua pancia. Questo fatto delle formichine ti ha fatto subito riderissimo, anche perché poi questi simpatici animaletti hanno cominciato a combinarne di tutti i colori.

Se il bimbo ha il raffreddore è colpa delle formichine.
Se una sera non ha voglia di fare la cacca, la colpa è delle formichine che sono delle sfaticate.

Bimbo, cerca di colorare bene. Devi restare dentro le righe del disegno con il pennarello.
Papà, non è colpa mia, sono le formichine che mi fanno sbagliare.

E poi hanno portato delle loro colleghe del ramo che si occupano degli altri aspetti della raccolta differenziata. Infatti abbiamo scoperto che nel pisello c'è una famiglia di lumachine che si occupano di spingere fuori la pipì.

Ce ne vuole di fantasia!