giovedì 24 gennaio 2013

Dodici tranquille settimane di paura

Hai detto più volte che se devi correre una maratona, preferisci che sia all'inizio della primavera.
Per due motivi principalmente: perchè le condizioni atmosferiche in gara tu le soffro moltissimo (quindi se fa troppo caldo schiatti) e poi perchè in inverno non esci in bici e non ti pesa concentrarti sulla corsa, soprattutto la domenica mattina.
Ma sono motivazioni che non valgono molto.

Il discorso delle condizioni atmosferiche è naturalmente aleatorio, perchè il tempo fa comunque quello che vuole, quindi ti è capitato di correre la tua prima maratona all'inizio di aprile e trovare 30 gradi.
Per quanto riguarda le temutissime 12 settimane di preparazione alla maratona, se è vero che in inverno non esci in bici, è pur vero che ci sono gli altri problemi legati alla stagione: i malanni e la neve.

Di seguito la tua tabella di preparazione alla prossima maratona di Piacenza: 03/03/2013, a cui ti sei iscritto oggi. Le dodici tranquille settimane di paura del titolo.

Se volete sbirciare, fate clic col destro e apri il link in una nuova scheda,
che altrimenti si legge cippa.

Superata la prima metà della preparazione, si può vedere che lì di fianco alla griglia hai già segnato un "malato" subito dopo capodanno che ti ha fatto saltare una settimana di allenamento e un "virus intest" che è quello che ti sta tenendo a casa dal lavoro proprio in questi giorni. Pensa un po che domenica avresti in programma un lungo da 36 km. Sarà dura che ti riprendi in tempo per farlo decentemente.
Poi ci sono dei casi come domenica scorsa (20 gennaio) in cui causa neve e acqua, hai corso in box sul tapis-roulant, che è meglio di niente, intendiamoci, ma non è così che si fanno i personal best.
O anche la domenica del primo lungo: 27 km fatti ad una media decisamente troppo alta di 5'50" a causa dell'asfalto completamente ghiacciato (max e jonny sono effettivamente volati col culo a terra).

Arrivati a questo punto hai delle sensazioni strane e contrastanti. Da una parte c'è lo sconforto per non poter fare esattamente quello che ti sei imposto come allenamento, con la prospettiva di non essere al top quando sarà il momento. Dall'altra la consapevolezza che stai comunque dando tutto il tuo meglio, stai facendo tutti gli allenamenti che le condizioni ti permettono e che non hai preso sottogamba la preparazione, ad esempio facendo uscite durante la settimana più lunghe di quanto hai fatto gli anni passati.

Comunque, i trenta euro per il pettorale li hai versati.
Non ti resta che una cosa sola da fare: corri ragazzo, corri!

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