giovedì 7 marzo 2013

C'è crisi ...

Aspè, state lì. Non scappate.
Capisci che il titolo possa sembrare fuorviante, ma prometti che non parlerai né di politica né di economia. Ultimamente hai rotto abbastanza con le tue divagazioni da vecchio brontolone.
La crisi di cui si parla è quella del bimbo.


Per un periodo di alcuni mesi si è comportato bene dopo un inizio altalenante della sua vita scolastica. Ora e' qualche settimana che il bimbo sta sviluppando in maniera completa la sua indole che adesso potresti definire come testarda e pigra.
Il momento peggiore è quello dell'asilo. Tu non hai esperienza diretta perché chi sopporta alla mattina il supplizio dell'accompagnamento è la biondina, che ultimamente non lo regge più.
Non sai perché ma tutte le mattine è una pena portarlo all'asilo: comincia che non ha voglia di svegliarsi e allora ci si prova con le buone (dai, ripasso tra cinque minuti così ti riposi ancora un po'... ) e anche con le cattive (sbrigati ad alzarti, non farmi arrabbiare che è già tardissimo!).
Poi mentre è sul divano bisogna vestirlo e comincia la litania:
Ma stamattina devo andare all'asilo?
Ancora cinque minuti dei miei programmi preferiti ...
Domani è domenica, vero?
Voglio stare qui!

E nei casi peggiori comincia a piangere e a dimenarsi per non farsi vestire.
Nei casi migliori invece si chiude in un ostinato mutismo e si lascia accompagnare come il condannato al patibolo. Poi arrivati davanti al portone dell'ingresso comincia a farsi venire il magone e l'unico modo per tranquillizzarsi è andare subito in braccio della sua annalisaportapazienza che conosce bene i suoi polli e lo coccola per benino fino a fargliela passare.
Perché poi sai bene dai racconti delle insegnati che quando è là si comporta bene (molto meglio della media degli altri bambini) ed è felice di stare con gli altri. Mitico è il racconto che ci hanno riportato sia lui che annalisa delle ammucchiate di bambini che fanno mentre sono nel salone comune a giocare: i bambini grandi che si schiacciano al tappeto uno sull'altro e in cima arriva il bimbo di gran carriera saltando sugli altri.

Quando cerchi spiegazioni con lui del perché non vuole andare all'asilo, lui resta evasivo e al massimo ti risponde che non vuole andarci perché vuole restare con la mamma. E visto che lui non è particolarmente mammone, questa affermazione puzza di scusa bella e buona.

Quando è a casa l'atteggiamento è spesso pigro e indolente: difficilmente si riesce a coinvolgerlo in giochi costruttivi, e fosse per lui passerebbe un sacco di tempo davanti alla televisione. E fa certi capricci per cose stupide che prima faceva tranquillamente quasi con gioia. Ieri ha fatto un quarto d'ora di piangere perché non voleva lavarsi i capelli. L'altro giorno è stato perché voleva che fosse la mamma a lavargli i denti. Prima ancora perché voleva addormentarsi sul divano e non nel letto.
Non aiuta certo il fatto che tu abbia una testa ancora più dura della sua e (convinto della bontà del tuo atteggiamento) resti impassibile sulle tue decisioni, usando anche l'estremo atteggiamento della punizione corporale (la santissima sberla sul culo) come rafforzativo della tua supremazia. A costo di incorrere nella disapprovazione della biondina.

Queste condotte però non dovrebbero preoccuparti perché a detta di chi ha più esperienza (come la maestra dell'asilo) è normale una crisi di questo tipo. Di solito si fa all'inizio della stagione scolastica, lui la sta facendo adesso. Semplicemente sta soffrendo quello che lui vede come un abbandono. Il torto che noi gli facciamo è quello di lasciarlo da solo a scuola e lui si vendica facendo il ribelle.

Coerente con le tue idee pedagogiche (piuttosto vaghe e confuse in verità) sull'utilizzo della dolcezza e della fermezza nell'educazione, in questo momento la bilancia dell'ubbidienza in casa tua si sta spostando verso il bastone ed allontanandosi dalla carota.
Speriamo che cambi alla svelta perché il lavoro del poliziotto cattivo proprio non ti piace!

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