giovedì 31 luglio 2014

Quando il gatto non c'è, i topi pedalano!

Settimana scorsa il bimbo l'ha passato al mare solo con i nonni a Finale Ligure.
Ha fatto il bravo, ha preso quel poco sole che questo luglio sfigato gli ha regalato, si è divertito soprattutto nella piscina dell'albergo e vi faceva delle telefonate lunghissime e incasinatissime in cui cercava di spiegarvi tutto quello che faceva nella giornata, creando delle divertentissime supercazzole da antologia.
E soprattutto ha fatto divertire i nonni che sono tornati a casa contenti e orgogliosi di cotanto beneducato nipote.

Già l'anno scorso, descrivendo le emozioni di una settimana passata senza figlio, chiudevi dicendo che questa storia dei due fidanzatini da soli a casa leggeri come l'aria è una cosa talmente positiva che dovrebbe essere imposta per legge. E uno dei motivi principali è quello del tempo libero.
Perchè anche se non è una settimana di ferie e si deve andare a lavorare, la mancanza del bimbo ha permesso a te e alla bionda di fare tutte quelle cose che normalmente sono difficili da organizzare, se non con l'aiuto dei nonni. Cose semplici come uscire a fare compere e provare tranquillamente quattro paia di pantaloni per poi comprarne solo uno. E poi quando chiudono i negozi non dover tornare a casa di corsa ma fermarsi in pizzeria e stare seduti a chiacchierare.
Ma soprattutto tempo libero per coltivare le proprie passioni tra le quali, come forse si è capito, c'è il fare sport.

Mentre tu domenica mattina eri occupato nel triathlon a Lecco, la biondina è andata con altra gente ad una cicloturistica sulle colline della val Trebbia (e anche lei ha preso un sacco d'acqua, solo che non è caduta).
Il pomeriggio di giovedì siete andati a correre insieme alle sei e mezza di pomeriggio tornando a casa alle otto, senza l'assillo dell'orologio e di cosa preparare da mangiare.
Ma soprattutto, dribblando i temporali di questo luglio infame, vi siete ritagliati due belle uscite in bicicletta.

La prima è stata una vera e propria gita: il giro di quel ramo del lago di Como, come da cartina allegata:

Partenza alla mattina alle otto da Bellagio e dopo aver scaldato la gamba sul lungolago in direzione sud, si sale all'interno fino ai 1.100 metri della colma di Sormano. Salita impegnativa, ma per come l'avete affrontata voi, con calma e tranquillità, è stata proprio una bella scampagnata in mezzo alla natura in un silenzio quasi perfetto.
Poi si ridiscende (giusto la pausa per una foto all'inizio del Muro) e si ritorna alla civiltà e alle strade provinciali affollate, verso Erba, passando di fianco ad un bellissimo e limpidissimo ruscello che, dopo un po' e con grandissimo stupore, vi accorgete essere il Lambro. Sì, proprio quello che cento chilometri dopo passa a pochi passi da casa vostra sotto la forma di cloaca a cielo aperto. Passata Erba, ancora qualche chilometro di purgatorio sulla strada statale fino a Como. In questa bellissima cittadina vi fermate a fare colazione abbondante (quasi un pranzo) in un bar in piazza davanti alla Cattedrale. Bella sensazione quella di riposarsi seduti comodi sotto un sole piacevole in un posto magico come solo le piazze italiane sanno essere.
Poi il lungomare in direzione nord, con Cernobbio, Laglio, Villa Balbianello e Menaggio, dove avete preso il traghetto per attraversare il lago e tornare a Bellagio. Qui, dopo aver sistemato la bici in macchina, avete passeggiato per il paese con tutti che vi guardavano incuriositi perchè non vi siete cambiati e avevate ancora indosso la divisa da bici dell'OGTM. Avete finito di pranzare con un bicchierone di yogurt gelato e frutta, avete visitato i giardini di Villa Melzi, il centro città e il lungolago.
La bellezza di questi posti e di questi panorami ti ha conquistato, e hai capito perchè sono tanto amati e frequentati dagli stranieri, soprattutto inglesi, olandesi e francesi.



Due giorni dopo, sfidando le previsioni non eccezionali, ti sei permesso tre ore di ferie nel pomeriggio per un rito che da qualche anno accompagna le vostre estati: la salita al Passo del Penice. Solo che stavolta, invece del solito percorso da Romagnese, avete scelto una strada diversa, sia per l'andata che per il ritorno.


Un totale di 75 km su strade di montagna quasi deserte. Ad accompagnarvi solo i grilli, gli uccellini e il rumore dei temporali che fortunatamente avete solo sfiorato.


Fuori tempo massimo per entrare di diritto in quest post (perchè domenica il bimbo era già tornato) menzione speciale anche alla campestre di domenica mattina a Vidardo. Tra il tragitto per andare alla partenza e giro nelle campagne sulle rive di quel Lambro citato più sopra, 21 km di allenamento, con abbuffata finale di anguria e torta.

Alla fine in questa settimana avete pedalato/corso un totale di circa 250 km, per tredici ore di allenamento.
Quasi un part-time!

lunedì 28 luglio 2014

Il lato oscuro

Questo blog (al di là di essere bellissimo, divertentissimo, interessantissimo e issimo in generale) soffre di quella strana sindrome, molto comune sui social network, per cui una persona tende a rappresentare e a parlare solo degli aspetti migliori della sua vita tralasciando, sia volontariamente che inconsciamente, le cose ordinarie, noiose o semplicemente non belle.
Per questo motivo quasi tutti i post che parlano di tuo figlio sono indirizzati ad esaltarne i pregi, a sottolinearne i progressi e a evidenziare gli aspetti positivi dell'essere padre.
Ma naturalmente tuo figlio non è solo bello, intelligente e divertente.
Ha anche un fastidioso lato oscuro caratteriale come da titolo del post che ora tenterai di riassumere.

Beh, non così oscuro ...

E' pigro
Passerebbe delle ore intere in casa sul divano. Anche nelle belle giornate di sole, quando tu gli proponi di uscire a giocare in cortile, il più delle volte ti risponde che è stanco e non ne ha voglia. Poi quando comincia e imbrocca l'attività giusta, non si fermerebbe più, però che fatica coinvolgerlo in qualcosa!

Ha una sensibilità molto (troppo) spiccata.
Questa cosa ve l'ha fatta notare anche la sua maestra dell'asilo annalisaportapazienza. Un paio di esempi: in casa se tu lo sgridi o se alzi la voce lui si spegne e spesso si mette a piangere; fuori, se c'è un bambino anche solo leggermente aggressivo (che magari lo spintona o non lo fa giocare) lui non gioca più, fa il magone e viene da te con la coda tra le gambe. Non vuoi assolutamente uno di quei bimbi aggressivi dittatori del parchetto, non gli insegni a rispondere con un pugno ad un sopruso (anche se qui poteva sembrare), ma ti piacerebbe avesse un carattere un poco più forte.

Non è indipendente.
Qui naturalmente la colpa è quasi totalmente vostra. Non è indipendente per quanto riguarda molte cose pratiche di vita normale, laddove molti suoi coetanei (ma soprattutto le sue coetanee) si vestono da soli, si lavano da soli, aiutano in casa. E non riesce neanche a divertirsi da solo. E' tutto un susseguirsi di papà, a cosa giochiamo? oppure adesso cosa facciamo?, oppure io mi sto annoiando.

Ha paura di molte cose.
Fino a qualche tempo fa non era così, ora ci sono molte cose che gli mettono paura.
Ora, per colpa di alcuni servizi alla televisione, ha paura di molti animali come topi, pipistrelli e opossum (!!). Prima era entusiasta di andare nel cortile e nella stalla al campo dai nonni quando era buio con la torcia elettrica, a cercare i rospi, a vedere le galline che dormivano, ed altre cose divertenti. Ora una cosa simile è impossibile.
Ora, soprattutto di sera, non riesce a stare in una stanza da solo, anche se tu sei in quella adiacente.

E' schiavo dalla televisione.
Mitica è stata un'occasione in cui era a mangiare dai nonni (che abitano al piano di sopra) e ad un certo punto lui viene giù in casa, dove tu ti stavi preparando ad uscire per correre, in lacrime insieme alla nonna che non sapeva cosa fare. Piangeva perchè alla televisione della sala da pranzo dei nonni non si vedeva il canale 46 Cartoonito e lui avrebbe perso la puntata di Jake il Pirata. Quella volta ha esagerato e si è preso una sgridata del numero uno, ma normalmente quando si mangia c'è tutto quel sottofondo di cartoni che non darebbero neanche troppo fastidio, se non fosse che lui è talmente preso che a volte si incanta e si dimentica di mangiare. E tu ti arrabbi tantissimo per questa cosa, che qualche volta hai dovuto alzare la voce e impossessarti del telecomando con un gesto di imperio.


Questa che hai tratteggiato è l'altra parte della medaglia, la parte negativa del carattere del bimbo.
E' normale che ci sia, e tu ci devi fare i conti.
L'importante è non subire il fascino del lato oscuro.

venerdì 25 luglio 2014

Pillole di saggezza 13

Robe da maschi
Allora bimbo, proviamo a fare questa passeggiata nel bosco. Questo sentiero mi sembra molto bello. Sarà una bella avventura.
Si papà, a me piacciono le avventure. Magari incontriamo anche un orco.
... si un orco ... Allora, andiamo a chiamare anche la mamma?
No papà, meglio di no. Lo sai che le femmine non sono troppo avventurate.

La forza del destino
Papà, vieni con me agli scogli che andiamo a cercare i granchi.
Dai, buona idea. Ma secondo te è meglio andare a cercarli su quegli scogli a destra o quelli a sinistra?
Mmmhhhh ... il destino mi dice di andare di là.
Il destino??!?!??
Si, il destino della vita!

Una vagonata di bici
Papà, con i nonni alla stazione ho visto arrivare tanti treni.
Davvero? Bello! Ma dimmi, erano quelli che portavano le persone, o quelli che portavano le cose?
C'erano sia quelli delle persone che quelli delle cose. E poi ce n'era uno delle bici.
Nel senso che c'erano sopra le persone con le bici al seguito?
Si, quando si è fermato in stazione sono scesi tutti i biciclisti.

martedì 22 luglio 2014

Triathlon Olimpico Città di Lecco - 20/07/2014

All'arrivo, incontrandoti con bako che è arrivato qualche minuto prima di te:
Eccoti, qui!! Ma sei sicuro di non aver fatto un giro in più della corsa? Non è possibile che sei arrivato dopo di me!!
No, no, bako. Ho corso bene ma come al solito tu mi hai sorpassato, solo che stavolta mi hai passato in bici.
In bici??? Ma non è possibile, eri davanti a me per un bel pezzo, stavi spingendo molto! Quand'è che ti avrei superato?
Mi hai superato mentre io ero seduto sull'ambulanza.
... ??!??!!  ... sull'ambulanza??
Si, sono volato per terra in bici. Guarda qua:


Tre settimane dopo il tuo esordio sulla distanza olimpica in quel di Sirmione, questa domenica ci hai riprovato e hai scelto Lecco, un'altra gara da nuotare nel lago. Naturalmente il bako ti ha fatto compagnia e alle sei di mattina ci si ritrova all'ingresso dell'autostrada, per quell'oretta di strada che ti porta al lago. Che tanto all'alba dalla domenica mattina non c'è tanta gente in giro.
Chiacchierando le sensazioni e le aspettative son sono granché, bako nelle settimane precedenti ha combattuto con un inizio di pubalgia e negli ultimi giorni con una contrattura al polpaccio. Tu stai bene, ma da Sirmione non ti sei allenato come necessario e senza continuità. Poi a una decina di chilometri dalla città comincia a piovere. Quando arrivate sul posto il morale precipita sottoterra: cielo chiuso, pioggia, vento e lago mosso.


Vabbè, oramai siete lì, onorate la manifestazione e venga quel che venga.

Solo che come al solito, quando poi uno indossa un pettorale (in questo caso la cuffia con il numero) si dimentica di tutto quello che ha pensato fino a un attimo prima, spegne il cervello e parte. Via!


In acqua bisogna fare due volte un circuito triangolare, e stavolta hai sofferto veramente tanto per colpa delle onde. A pensarci bene non erano delle onde importanti, ma è stata la prima volta che ti sei ritrovato a spingere contro corrente e a ingollare boccate d'acqua a quasi ogni bracciata. Inoltre questo lago increspato non ti permetteva di vedere bene le boe e sei stato costretto a continue correzioni di rotta. Non hai il garmin subacqueo che ti permette di capire quanta strada hai fatto, ma confrontandoti con altri che avevo il dato preciso, puoi tranquillamente dire di aver percorso circa 1.700-1.800 metri. Ribadisci, hai sofferto tanto il nuoto e non ti piace nuotare con le onde. Ancora di più temi che quando dovrai nuotare in mare, sarà un disastro. Circa 29'30", e sei uscito dal lago abbastanza stanco.

Classica foto della zona cambio.
Il percorso in bici lo temevi alla vigilia, perchè nei tratti tecnici sei una schiappa. Se si tratta di mettere giù la testa e spingere va bene, ma se c'è da guidare la bici, sai di perdere un sacco di tempo. E questo percorso, totalmente pianeggiante e con ben quattro inversioni di 180° nel circuito da ripetere quattro volte, avevi paura che ti avrebbe penalizzato molto più di quanto meriteresti. E infatti parti come al solito in rimonta alla ricerca del gruppo giusto, che pensi di trovare dopo circa quattro chilometri di pedalata. Un gruppo bello numeroso, di gente che va veloce e raggiungi oltre i 40 all'ora anche con il vento contro. Ma al primo ritorno in città, tra le inversioni e le curve secche, li perdi inesorabilmente.
E alla fine ti fai quasi tutti i chilometri in due, te e il numero 248 a darsi il cambio, e con una decina di persone dietro a ciucciare la ruota. Ma comunque riesci a spingere bene, fai medie poco sotto i 40 e riesci persino a mangiare un gel riposando un attimo.
Ma, come dicevi all'inizio, sei una schiappa e la tua schiappitudine si palesa all'ultima inversione dell'ultimo giro, praticamente a tre chilometri dalla zona cambio, quando in un momento in cui la pioggia si fa più intensa (perchè la pioggia vi ha accompagnato a tratti per tutta la frazione di bici) tu chiudi troppo il manubrio e ti spalmi sull'asfalto viscido. La cosa ridicola, quasi fantozziana, è che cadi di fronte alla postazione in cui si trovava una delle ambulanze dell'organizzazione e i ragazzi, premurosissimi, prima di farti ripartire vogliono essere certi che sia tutto apposto. Ti fanno sedere nell'ambulanza per disinfettarti due spelature sul ginocchio e sul gomito, verificano che non hai subito colpi alla testa e ti aiutano anche a far risalire la catena alla bici (unico danno tecnico, oltre a qualche spelatura a pedivella e manubrio).
Riparti mestamente verso la T2 e finisci la frazione (poco più di 37 km) con la media di 35 km/h. I quali, se togli i circa 4 minuti che hai perso, diventano circa 38. Al netto della caduta (fesso, fesso, mille volte fesso) una prova di cui vai fiero.

In corsa stavolta non avevi scuse: temperatura ottima, leggera pioggerella e percorso quasi totalmente pianeggiante. Non sentivi alcun dolore per la caduta (a botta calda) e ti eri riposato nell'ultimo tratto di bici, e quindi subito a spingere. Ti sei preso la rivincita di Sirmione, hai superato un bel po di concorrenti e hai concluso alla media di 4'41" /km. Molto bene!

Tempo finale ufficiale 2h22'22", classificato 130° su 274 partecipanti. C'è di che andar fieri.

Come hai raccontato all'inizio, bako era all'arrivo a farti i complimenti e hai passato poi una buona mezz'oretta con lui e altre persone nella zona deposito borse e poi alle docce a ridere e fare battute sceme sulla tua caduta, sulla gara e sulla giornata in generale.
E questo è uno degli aspetti che più ti piacciono del triathlon e degli altri sport di fatica che ti sei scelto.
Non essendo (al livello amatoriale a cui sei abituato tu) uno sport a competizione diretta, l'altro atleta è sì un tuo avversario, ma per modo di dire. E' più un compagno di avventura, qualcuno con cui condividere passioni e sensazioni (sia quelle belle che quelle impegnative).

Puoi condividere e (fortunatamente) ridere sopra ad una caduta che ti ha lasciato come ricordo un paio di escoriazioni, un po di dolori vari muscolari del giorno dopo e una bella botta in rilievo sulla coscia sinistra.

Tranquilli, quello rosso è mercurocromo.

E puoi anche condividere gli attimi divertenti e di cazzeggio, come l'immancabile momento di integrazione alimentare post gara. Che va bene Ethic Sport, va bene Energade, va bene quello che vuoi, ma non c'è niente di meglio di una bella birretta fresca da sorseggiare passeggiando dieci minuti a rilassarsi.

Cheers!

mercoledì 16 luglio 2014

La isla grande

Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre del 2007, tu e la biondina avete fatto uno dei viaggi / vacanza più particolari che abbiate mai fatto: vi siete appoggiati ad un tour operator di quelli che organizzano viaggi in bicicletta e avete trascorso cinque giorni a pedalare in lungo e in largo l'isola di Mallorca.
Intendiamoci, niente di particolarmente impegnativo dal punto di vista fisico: era una vacanza organizzata con un target molto ampio. Ti sembra di ricordare che la tappa più impegnativa prevedeva una settantina di chilometri da fare diluiti in tutta la giornata. Strade piane e facili da percorrere con le city bike noleggiate dall'organizzazione.
Fù una bellissima vacanza.
Fù un viaggio di scoperta, amicizia, conoscenza, condivisione e divertimento.
Da allora l'isola di Mallorca vi è rimasta nel cuore.

Dopo sette anni e dopo essere ritornati nelle Baleari nell'isola più piccola, quest'anno siete tornati a fare le vacanze soli voi tre e avete scelto di godervi il mare di questa splendida isola.
Solo che questa volta lo scopo principale era quello di fare una vera vacanza di mare rilassante.

Partenza un po' strana, sia come giorno che come orario. Il giorno l'hai scelta volutamente di lunedì, perchè il sabato avevi quella gara, e la domenica poteva diventare un problema se il volo fosse stato troppo presto. Sull'orario del volo invece non avevate scelta e vi siete imbarcati alle otto di sera dall'aeroporto di Bergamo. Se si sommano poi il tragitto, il trasporto in pullman all'albergo e le due cose da mettere a posto, siete andati a letto che era già l'una di notte.
La struttura (Hotel Club Cala Marsal) in generale è ottima, a solo 200 metri da una spiaggia bellissima, in un posticino tranquillo e circondato da quella tipica campagna dell'isola tutta muretti a secco, macchia mediterranea e pecore.
La caletta del vostro albergo l'avete vista sia in versione onde dell'aquafan, in quelle tre giornate in cui il tempo non è stato eccezionale, sia nella versione spiaggia caraibica, senza un'increspatura dell'acqua.
Inutile dire che il bimbo è sembrato più entusiasta della prima versione, nella quale ha saltato e tuffato per ore intere senza mai stancarsi.

Sia nei bellissimi giorni di sole che nei giorni con le nuvole (che sono stati abbondanti) non vi siete annoiati, perchè vi eravate preparati e avete noleggiato una Panda per tutta la settimana.
Con questa avete fatto una serie di gite nel circondario:

Nel centro storico di Palma di Mallorca.

A Sineu, cittadina rurale nel centro dell'isola con il suo caratteristico mercato.

Nelle "Grotte del Drago"

In alcune calette pittoresche e punti panoramici.

Nella famosa e bellissima spiaggia di Es Trenc.
E' stata una vacanza di mare come te e la biondina la intendete: belle spiagge e natura rigogliosa, ma anche posti interessanti da visitare e nuove esperienze da fare.

Il bimbo si è divertito e tutto sommato ha totalizzato pochi momenti di noiosità e capricci. Ha riscoperto dopo un anno la gioia dei tuffi nelle onde, le costruzioni con la sabbia, la ricerca dei granchi e degli altri animali marini. Ha inventato storie di boschi infestati da draghi cattivissimi e principesse coraggiose che salvano i bambini con le spade magiche. Avrebbe passato delle ore al telefono con i nonni a raccontargli tutte le sue splendide giornate.
E si è conquistato ancora una volta quei colori di carnagione, occhi e soprattutto capelli che lo rendono il bambino più bello del mondo.

mercoledì 9 luglio 2014

GarminTrio Sirmione - Sirmione (BS) 28/06/2014

L'eleganza discreta della località turistica sul lago si unisce al fascino della gara di triathlon, e il tuo esordio sulla distanza olimpica diventa un'emozione da ricordare.

Quando si può cominciare a dire di essere triatleta?
Può essere sufficiente partecipare a qualche distanza sprint per poter rispondere a chi ti chiede: ma tu che sport fai dicendo triathlon?
O ancora: se, come hai scritto altre volte, lo sprint è tutto divertimento, l'olimpico è divertente anche lui o si avvicina allo strazio della maratona?

Adesso puoi rispondere: si, finalmente ti senti triatleta e confermi che, anche nella distanza classica, è lo sport più divertente del mondo!

FUCK YEA!!
Per la tua prima gara sulla distanza olimpica, hai scelto già da molti mesi che ti saresti presentato a Sirmione. Per un mucchio di buoni motivi tra i quali:
- distanza ragionevole da casa tua;
- location che ti piace molto: il paese è stato punto di arrivo di alcune splendide gite in giornata di te e la biondina quando eravate fidanzati e leggeri (dove per leggeri intendi senza prole);
- importanza e blasone dello sponsor, che indicava organizzazione all'altezza;
- frazione di nuoto nel lago, perchè il nuoto in mare ti fa ancora un po' di paura ...
- consiglio di conoscenti.

E allora via, dopo un maggio e un giugno in cui non ti sei mai allenato tanto, pieno di speranze e di belle sensazioni e con la fotta quella positiva. Ritrovo alla mattina con il tuo socio abituale della triplice bako e con un nuovo compagno di avventure Vittorio, e tra chiacchiere e risate si capisce subito che la giornata sarà divertente.
Il tempo di attesa prima dell'inizio passa tra le due zone cambio da preparare (T1 e T2 non coincidono e questo rende la logistica un po' più macchinosa), l'alimentazione pre-gara, la vestizione con la muta e un minimo di acclimatamento con l'acqua del lago.


Partenza nella quinta batteria, uno scaglione di 180 atleti che potrebbero sembrare tanti, ma riesci a defilarti tutto sulla destra e il traffico non è più un problema. I tuoi 1.500 metri li fai tranquillo, senza patemi e con qualche piccola sbavatura di rotta soprattutto nella parte centrale (dopo la prima boa non sei riuscito a vedere subito la seconda e per qualche centinaio di metri sei andato un po' a caso). Il passaggio sotto il ponte di accesso al centro storico è stato entusiasmante e non hai resistito alla tentazione di fare il fenomeno: subito dopo essere passati sotto la passerella ti sei girato a dorso e hai salutato il pubblico appoggiato al parapetto. Alcuni hanno ricambiato, altri ti avranno dato dell'idiota ... ma come dargli torto.
Tempo per l'uscita dall'acqua: 28'31". Ecco, forse con il senno di poi c'è da dire che te la sei presa troppo comoda, e qualche secondo in meno era alla portata.

Il cambio dura un'eternità, principalmente perchè sei scarso, e poi la T1 era lunga e stretta, e costringeva a correre per un bel tratto. 3'21", anche qui c'è molto da lavorare.

Inforcato il tuo fedele destriero, hai fatto quello che sai fare meglio: spingere forte in pianura e picchiare sui pedali nei tratti in salita. Sei stato piuttosto sfortunato, perchè prima di beccare il gruppo giusto che andava ad un passo compatibile con il tuo e abbastanza grande da garantirti cambi e regolari e momenti di riposo, hai dovuto pedalare da solo o tirare altri ciclisti per 15/20 km. E questo ha influito successivamente sul resto della gara. In totale 39,7 km in 1h04'08". Un passo medio di 37,15 km/h di cui vai fierissimo.
C'è stato però un momento che ti ha rovinato in parte la giornata: al km 35 circa quando il tuo gruppo volava oltre i quaranta all'ora, ci sono dei ciclisti che, fermi, segnalano di rallentare per un incidente. vedi un paio di biciclette rotte a terra e un ragazzo sdraiato sull'asfalto assistito da altra gente con una bella pozzanghera di sangue sotto la testa. Quest'immagine ti ha impressionato molto e per i restanti chilometri hai pedalato con una bruttissima sensazione allo stomaco e con la pelle d'oca (quella brutta). Nei giorni successivi l'organizzazione tramite facebook ha informato che il ragazzo stà bene: si è fatto qualche giorno d'ospedale, ma non sembra niente di tutte quelle cose brutte che ti erano passate per la testa.

Arrivato in T2 il cambio è abbastanza veloce e ti ritrovi a correre 2'11".

E ora arrivano le note dolenti. Sarà stato il caldo, l'afa, l'aver spinto troppo in bici, l'aver mangiato poco prima della gara, sarà quel che sarà, ma hai avuto un tracollo verticale.
Il circuito multilap era ben studiato, con tre passaggi vicino alla zona arrivo e il conseguente incitamento del pubblico, ma questo non è bastato e attorno al sesto chilometro hai cominciato ad alternare tratti di corsa con alcuni momenti di camminata. In totale 9,8 km in 50'52", passo medio 5,11 min/km. Te che negli ultimi allenamenti di combinato eri riuscito a correre dieci chilometri sotto i 45 min. C'è molto margine di miglioramento.

Tempo totale 2h29'01", una roba che se te lo dicevano prima ci facevi una firma e pagavi pure, ma tutto merito della frazione in bici. Se alla prossima volta vorrai migliorare il crono, devi lavorare di più sulle altre due frazioni.

Adesso, finita la parte tecnica, ritorniamo alle sensazioni.
Come dice il Bako, ma che bello è fare triathlon !!???!??!
Bei posti, facce simpatiche, gente divertente, belle ragazze (appunto mentale: su questo fatto della fauna femminile in gara e nel pubblico ci dovrai ritornare a ragionare in un post dedicato). In due parole: belle vibrazioni!
E la pelle d'oca (stavolta quella bella) che ti ha provocato prima l'incitamento del pubblico (che tu puntualmente provocavi chiamandolo a gran voce), poi l'arrivo, te la senti ancora addosso se solo ci pensi.

L'organizzazione poi non ti ha deluso, sia prima, durante e dopo la gara. Compreso tutto quello che stava di fianco alla gara, come la zona sponsor, la maglietta fichissima, le foto della manifestazione gratis e l'after party con il deejay.
Le uniche due pecche che puoi riportare sono l'inadeguatezza della zona spogliatoi e docce e della fase di distribuzione del pasta party. Niente che non è stato superato con un po' di pazienza, ma se si vuole puntare alla perfezione ...

Le facce alla fine sono queste:

Prima con ansia e scemenza

Dopo con stanchezza e gioia

Ancora un po' dopo con birra (la prima di una lunga serie) e pizza.

E quindi alla fine, sì, ora ti senti triatleta.
Hai sofferto ma ti sei divertito.
Hai sudato ma sei soddisfatto.
Hai scommesso su te stesso, e hai vinto!


... e ora via, verso nuovi traguardi!!