lunedì 7 marzo 2016

Il lungo addio

Dylan Dog n. 350



e Nathan Never n. 293


Con questi due albi, comprati a ottobre scorso, chiudi la tua carriera di assiduo compratore e collezionista di DD e NN iniziata nell'anno di grazia 1991 rispettivamente a maggio (albo n. 56, Ombre) ed a giugno (albo n. 1, Agente speciale Alfa).
Sembra una stupidata ed in effetti a pensarci bene qual'è il problema? non ti piace più, smetti di comprarlo!
Ma una cosa come questa per te fino a qualche tempo fa era impensabile, basta leggere cosa scrivevi in questo blog circa cinque anni fa su Dylan Dog e Nathan Never.
Ma (per fortuna o purtroppo) le cose cambiano e tu stai attraversando un momento complicato della tua vita, in cui stai provando ad "alleggerirti". Qui hai parlato di cose molto importanti che hai lasciato indietro, ed ora si parla di cose anche un po' più banali.

Dylan è già alcuni anni che ti stà dando delusioni. Non sei un integralista di quelli che solo i primi cento albi erano belli, poi Sclavi ha molato e tutto il resto fa schifo, però devi dire che, al di la di poche storie che risplendevano nella massa, la media era molto scarsa. Ci sono molti albi che se vedi la copertina non ti viene in mente niente della storia all'interno dell'albo. E questa non è una bella cosa.
C'hai sperato fortissimamente qualche anno fa quando il buon Rrobe è diventato curatore della serie, ma al di là di una percentuale di storie passabili leggermente superiore alla media, quel cambiamento auspicato (anche per stessa ammissione degli autori) tarda ad arrivare.
Perciò piantiamola lì, hai deciso di non comprare più la serie (a meno di alcuni albi futuri in cui verranno presentati autori che ami particolarmente e che sono già stati annunciati). Grazie per tutto il pesce ed arrivederci.

Per Nathan l'abbandono si fa ancora più penoso, perchè soprattutto quando vengono imbastite saghe di ampio respiro con caratteristiche spiccatamente fantascientifiche, te apprezzi tantissimo questa serie. Ma purtroppo tra un evento e l'altro, il mensile stà inanellando una sfilza di "storie riempitivo" di una banalità sconcertante. E cosa ancora più grave, sono storie che, con pochissime varianti alla sceneggiatura, avrebbero fatto un'ottima figura in una serie noir, o poliziesco.
La fantascienza, il futuro, lo spazio, il sense of wonder, hanno uno spazio sempre minore nelle sue pagine, e questo non puoi tollerarlo. Ma per Nathan non disperi, visto che quest'anno cade il 25° anniversario ed uscirà il numero 300 e si comincia a leggere in giro anteprime di storie interessanti. Non è escluso che alcuni numeri futuri li comprerai.

Nel frattempo stai seguendo altre nuove serie Bonelli direttamente (Orfani, Dragonero, Le Storie) o indirettamente (Lukas, alcune Miniserie) e cerchi di allargare i tuoi orizzonti al di là della casa editrice di Via Buonarroti.
Questo per dire che sei sempre più convinto che il fumetto sia una delle più alte forme di letteratura e tra le più intelligenti forme di intrattenimento.
Solo che, qualche volta, è meglio lasciare la strada vecchia per la nuova.



PS: il titolo del post è una citazione di uno degli albi forse più belli e malinconici di DD.
Ti sembrava adeguato.

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