giovedì 4 agosto 2016

La capèla de paja

Il bimbo è un contadino nell'animo.
Nipote e pronipote di contadini (il papà no, che queste sono cose che saltano una generazione, anche se pure tu hai avuto in gioventù i tuoi momenti bucolici in cui passavi l'estate a rastrellare il fieno con il trattore) e quando va al campo dai nonni, è sempre festa.
Con gli anni aveva già dato prova di spirito agreste, come in questi cinque post pescati nell'anima vintage del blog. Però mancava sempre qualcosa: in quelle foto era un bambino che giocava a fare come il nonno. Mancava quel particolare che lo facesse diventare un vero campagnolo.
Eccola qua: la capèla de paja (ndt: il cappello di paglia).


Però questa va spiegata. Dalle tue parti una must dell'outfit contadino è sempre stato il cappello di paglia della Raggio di Sole, nota ditta di mangimi per animali da cortile che (già dagli anni '70) regalava il suo gadget in tutte le fiere locali e contadine in cui presentava i suoi prodotti. Nella tua infanzia (e anche dopo fino ad arrivare a sacche di resistenza ancora in questi anni '10) il contadino indossava il cappello di paglia giallo con la scritta rossa.



O magari non era quello con il logo di questa marca, ma chiunque viaggiasse su un trattore, lavorasse in una stalla, allevasse degli animali, aveva in testa in estate il suo bel cappello di paglia. E tuo padre, baldanzoso settantaduenne pensionato e contadino, è un grande estimatore e fruitore di questo accessorio.
E quindi eccolo qui, ad aiutare il nonno a portare da mangiare l'erba appena tagliata ai conigli e alle capre.


Oppure eccolo ad aiutare lo zio nell'orto a piantare zucchine ed insalata (qui il cappello non c'è perchè se l'era appena tolto, ma ci siamo capiti).


Bravo bimbo, continua così!

E ora ... sigla finale!

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