lunedì 24 giugno 2013

I compiti del bimbo


Scena numero 1:
Papà, mi racconti la tua giornata? Come è andata al lavoro?
Allora ... stamattina alle otto ho fatto la riunione con il capo, abbiamo parlato della conferenza dei servizi che abbiamo fatto ieri negli uffici della provincia e poi abbiamo deciso cosa fare per quella pratica.
... ha ...
Poi sono andato nel mio ufficio e ho acceso il computer, ho letto le e-mail che mi sono arrivate e ho risposto ad alcune. Poi ho mandato un fax all'avvocato e ho scritto una lettera che ho fatto poi firmare al capo.
Ah, si! Quante cose hai fatto oggi!
... bhè, ma era solo la prima mezz'ora ...

Scena numero 2:
Papà, dove vai adesso?
Bimbo, non vedi come sono vestito? Vado a correre.
E con chi vai?
Bhè, oggi vado alla pista e penso che ci saranno anche i miei amici max, mario e angelo.
Mi raccomando, superali tutti!

Questi temi elaborati nella testolina a 128bit del bimbo portano poi a risultati assurdi e divertentissimi. Processi mentali di crasi comportamentale in fase rem portano alla
Scena numero 3:
Dai bimbo svegliati, sono già le quattro di pomeriggio e hai fatto un lunghissimo sonnellino questo pomeriggio.
... mmmhh ... 
Dai alzati dal letto che andiamo in cucina a fare merenda.
Ma, papà, adesso non posso, devo fare un lavoro.
Ah, si? E che lavoro devi fare?
Adesso devo andare a prendere il compiuter di topolino nella passatanca (cassapanca NdT), quello a forma di macchinina, e devo spedire una emei.
Una e-mail? E a chi la spedisci? Cosa devi scrivere?
...eeeeh ... devo fare un compito e spedirlo al tuo amico max.
Al mio amico max?
Si, devo fare un compito di matematica e poi devo spedirlo al tuo amico max. E anche al tuo amico angelo.
...
No, forse è meglio che gli mando un fax.

giovedì 20 giugno 2013

4° Granfondo e Mediofondo di Sant'Angelo Lodigiano - 16/06/2013

Tu eri presente alla prima edizione (siamo agli albori del blog), ma non ne hai troppo un bel ricordo.
Solo dal punto di vista sportivo intendi, perchè ti dichiaravi ciclista ma non lo eri affatto, e hai dovuto sbattere il muso contro il mondo delle granfondo per convincertene.
... oddio, non è che adesso sei diventato un professionista, ma almeno non hai fatto una brutta figura.

Siete iscritti (tu e la biondina) all'associazione ciclistica del vostro paese già da alcuni anni, ma è solo un pro-forma, perchè non avete mai avuto velleità agonistiche. Però stà cosa delle granfondo te l'hanno sempre venduta come una non-gara: massì, fai il passo che vuoi, non è importante la classifica, se vanno troppo forte, tu lasciali andare, dicevano.
E quindi nel 2010 avete provato a fare questa granfondo con risultati disastrosi: siete arrivati non preparati (non solo dal punto di vista atletico, ma proprio non sapevate cosa vi sarebbe toccato dal punto di vista tattico) e alla partenza esasperata che ha imposto il gruppo non avete saputo rispondere e vi siete trovati da soli a fare la vostra gitarella della domenica come tante altre, con la sola differenza del numero sulla bici.
Poi nel 2011 la data coincideva con il tuo esordio nella maratona.
Poi nel 2012 ti eri già iscritto ma quel giorno è venuto un acquazzone che lèvati e te sei andato con l'ombrello a vedere la partenza dei temerari.
Ma quest'anno scuse non ce n'erano e quindi presenti alla partenza!

La tua preparazione è stata abbastanza lacunosa: soli 700 km pedalati prima della gara in questo 2013, un po' perchè comunque ti alleni anche a piedi e a nuoto, e un po' perchè il tempo fino a qualche settimana fa ha fatto schifo. La biondina invece si è preparata molto bene, e i suoi km del 2013 hanno superato i 2.500. E poi lei aveva la motivazione aggiuntiva che c'era la possibilità di vincita della maglia di Campione Nazionale C.S.A.in di Mediofondo, visto che le donne iscritte erano poche.

Alla gara, al di là delle più rosee aspettative degli organizzatori, vi trovate in 900 divisi in griglie, e la preoccupazione comincia a salire perchè la biondina ha il numero 2 (da top runner) e si trova davanti in griglia, mentre tu sei nella seconda gabbia qualche metro più indietro. Sai già che alla partenza ci sarà da scombattere per ricompattare il gruppo. Parli di gruppo perchè stavolta avete fatto pretattica e vi siete accordati con altri ciclisti che dovranno fare pressappoco il tuo ritmo e si sono gentilmente offerti come gregari (di lusso) almeno fino al bivio tra la mediofondo e la granfondo.
E in effetti appena partiti e superate le prime due curve a gomito ti sei ritrovato ad arrancare ben oltre i quaranta all'ora ed è passato un paio di chilometri prima di raggiungere la biondina e gli altri.
E qui comincia la parte bruttissima: una ventina di chilometri in cui bisogna pedalare a velocità folli che non sono le tue, intruppato nel gruppone gomito a gomito con i professionisti che sfrecciano, su una strada piena di buche che non puoi evitare e che puoi solo affrontare con cattiveria e sperare che non si rompa niente.
Tantissima gente era ferma ai lati della strada per cambiare gomme esplose, a raddrizzare manubri che le buche hanno stortato e addirittura gente che si è fatta metà della gara con un raggio rotto della ruota anteriore. A voi è andata abbastanza bene, se si esclude il fatto che la strada sconnessa ti ha fatto perdere una borraccia termica e alla biondina il contachilometri (quello vecchio con il sensore, avesse perso il garmin GPS l'eco delle urla si sentirebbe ancora adesso).

E si arriva alle salite.
Qui, nonostante le menate pessimiste degli ultimi tempi, la biondina reagisce molto bene e tiene un passo più che decoroso che non ci fa perdere il contatto con la nostra locomotiva. Che però ad un certo punto ci deve lasciare, che loro hanno una cinquantina di kilometri e cinquecento metri di dislivello in più da pedalare.
Ma ormai nulla ci fa più paura e affrontiamo la seconda e più impegnativa salita con buon spirito e con belle sensazioni.

La seconda metà della gara è discesa di 15 km, uno strappo di 2,5 km con relativa discesa e gli ultimi 30 km di pianura. Per fortuna riuscite ad aggregarvi ad un gentilissimo gruppo del triathlon pavese (che tra l'altro hanno la divisa verde e nera come la vostra) che praticamente vi tira per tutto il tempo anche se avrebbero potuto mandarvi a quel paese. Ed erano pure simpatici! (non c'è niente da fare: i triatleti hanno una marcia in più ... anzi tre!)

Gli ultimi dieci chilometri sono stati un trionfo: in continua progressione e con l'arrivo a braccia alzate sotto l'arco. Tempo totale: 3h 31', media 29,3 km/h.
Oltre le vostre più rosee aspettative.

Ma non è bastato: la maglia di campionessa mediofondo la biondina non l'ha vinta ed è andata a una ragazza che ci ha impegnato quasi mezz'ora in meno. Ma è giusto così, non ha molto senso aggiudicare un titolo in una gara singola dove avrebbe potuto vincere una persona che partecipa per la prima volta, solo perchè c'è poca concorrenza!

Parte polemica: non hai mai avuto tanta paura di farti male in vita tua come in certi passaggi nel gruppone con la strada rotta. Non ti senti sicuro: hai paura di toccare dentro da un momento all'altro o di incappare in una buca e di trovarti con altri dieci ciclisti che ti passano sulla schiena. Ma questo pensi non sia colpa di nessuno ed è inevitabile, quindi devi fartela passare se in futuro vorrai partecipare ancora a gare di questo tipo.
Sull'organizzazione ci sarebbe qualcosina da discutere (tipo la mancanza di acqua ai ristori, la presenza di macchine in posti dove non dovevano esserci, l'orario di partenza troppo tardo, o la desolazione all'arrivo dopo che i primi hanno tagliato il traguardo) ma anche qui non avendo molta esperienza non sai se si tratta di mali endemici dello sport stesso, o se sono totalmente da imputare agli uomini che hanno organizzato la giornata.

Nota di colore: la biondina è riuscita a fare il tempo che ha fatto anche grazie ad un aiutino. Non so se si può considerare doping psicologico, ma ha corso con un regalo che il bimbo ci fa sempre quando andiamo a correre, o in bici, o a nuotare: il bracciale della potenza, che legato sul manubrio vi fa correre veloci come Francesco Bernoulli.
L'arma segreta!

PS: ancora un grazie sentito a Simona e Maurizio, che, oltre a farvi letteralmente da balia per la prima parte, vi hanno dato un ottimo esempio di spirito sportivo.

venerdì 14 giugno 2013

4° Triathlon Sprint Alta Val Tidone - Nibbiano (PC) 08/06/2013


Era un anno che aspettavi questo momento.
Più precisamente da agosto dell'anno scorso quando avevi gareggiato a Parma che avevi voglia di riprovare a fare una gara di triathlon. Perché, come avevi scoperto, il triathlon (almeno la distanza sprint) è tutto divertimento. Poco più di un'ora in cui ci butti dentro il meglio di quello che riesci a fare non solo in una specialità, ma in tre.
E poi per preparare degnamente una gara di triathlon sprint non è necessario dannarsi come devi fare per una maratona. Per uno sprint (o almeno per come lo fai tu) non servono tabelle, allenamenti lunghi, uscite di tre ore di corsa la domenica mattina a -7°C.

Ma quest'anno, rispetto all'anno scorso, c'è una importante novità: hai scelto di gareggiare in una gara in cui la frazione di nuoto era in acque libere e non in piscina. Per fare il paragone con la corsa, nuotare solo in piscina è come continuare a correre in pista: serve, dà anche soddisfazioni, ma te hai fisico e attitudine da fondista, quindi prima o poi devi uscire dalla pista e cominciare a correre sulla strada!
Il problema è che per correre nel lago (in questo caso, ma anche nel mare) è necessaria un'attrezzatura specifica che, occhei, non costa come una bici da corsa, ma sicuramente è più costosa di un paio di scarpe top di gamma e che userai immensamente meno.
Noleggiata per l'occasione del negozio VIVO Piacenza.
Competenza e professionalità!

La muta da triathlon è uno di quegli oggetti che all'inizio odi profondamente, ma poi ti chiedi come hai fatto finora a vivere senza. La fase della vestizione è una vera tortura: vasellina, contorcimenti, tira e tira ma cerca di non segnare il neoprene, trattieni il respiro che ti aiuto con la zip. E se poi devi aspettare un po' prima di entrare in acqua cominci a sudare copiosamente tanto che è meglio cominciare l'idratazione prima di gareggiare. Ma quando sei in acqua (magari bella gelata come quella del lago) con la spinta idrostatica che ti garantisce, non puoi che benedire la muta che ti fa fare un bel 30% di fatica in meno.

Ma dopo queste considerazioni sciolte passiamo alla cronaca della giornata.
Cominciamo a dire che non eri solo. Stavolta ti eri portato il gruppo di supporto che faceva il tifo e gestiva la parte logistica. Più precisamente la biondina e il bimbo più la zia stordita fotografa ufficiale della manifestazione (grazie ancora per le belle foto!!).
A dire la verità c'era anche la compagnia per la gara vera e propria: infatti era presente la premiata congrega gli spilli nel ginocchio nella persona del tuo socio triatleta (quest'anno tesserato FITRI) bako e del suo amico TJMB entrambi alla seconda uscita stagionale. Ma le cose non sono andate molto bene per loro: quando il mezzo tecnico ti abbandona nel momento del bisogno (ruota forata) non puoi far altro che imprecare fortissimo e cominciare a pensare a quando rifarti.

Arrivati sul luogo e dopo esserti inventato un parcheggio di fortuna, si comincia il lavoro artistico della preparazione del cambio: bici, scarpini da bici, casco, occhiali, calze, scarpe da correre, maglietta, integratori, numero da indossare. C'è gente che va in giro con delle valige!
E piano piano, mentre il cielo si oscura e cominciano a cadere le prime gocce, si avvicina l'ora dell'inizio della gara, e si indossa la muta.
Tu sei quello con più massa e meno capelli

Intanto che uno degli organizzatori teneva il briefing, a te e a tutti i concorrenti già pronti e stipati in attesa di entrare in acqua comincia a salire imperiosa l'adrenalina e la voglia di cominciare.

Pronti ...

... partenza ...

... tonnara!!

E qui giù botte. Che non sei partito proprio davanti perchè non eri ben conscio delle tue reazioni, ma partire nella pancia del gruppo vuol dire almeno per i primi due minuti, prendere e dare manate. Che poi nel caso specifico l'acqua era molto torbida di un colore verde molto intenso, e in subacquea non vedevi praticamente niente: quello che nuotava davanti a te facevi prima a toccarlo che a vederlo.
Comunque le braccia e i polmoni rispondono bene e, al di là di qualche sbavatura come una rotta non sempre ideale e una manata data ad un tronco galleggiante, riesci a raggiungere la spiaggia bene e con un tempo ottimo.
Il problema è quando sei uscito e ti aspetta il T1: la muta è una brutta bestia e perdi un sacco di tempo a prepararti per la bici. Ma poi quando sei in sella riesci a cambiare gli automatismi abbastanza in fretta e le gambe rispondono entusiaste all'appello.
circa duecento metri dopo questa foto il bako forerà e sarà costretto
a tornare alla base sconsolate e imprecante!

Il percorso ciclistico non è fatto per i passisti puri perché siamo comunque sull'appennino e dopo qualche chilometro in discesa (che è ottimo per riprendere fiato dopo il cambio) c'è un cento metri di dislivello positivo comunque pedalabile da fare quasi tutto con il 52. Poi boa e ritorno alla zona cambio, con il pensiero di un po' di pioggia a infastidirti e a rendere più insicura la discesa.
Ed è proprio la discesa la parte che ti è piaciuta meno, perché mentre in salita hai fatto una buona prova e ti sei tolto lo sfizio di superare un po' di persone, in discesa non sai com'è possibile, ma sembrava che tutti andassero più forte di te.
Arrivato alla zona cambio, scendi dalla bicicletta e rischi seriamente un paio di volte di cadere sul tappeto in discesa che porta alla tua postazione. Saranno state le gambe legnose per lo sforzo o i tacchetti degli scarpini, ti è sembrato di correre sulle uova.

La frazione a piedi comincia con una bella salita dalla zona cambio che ti mozza il fiato e ti costringe a rallentare sensibilmente. Ma dopo qualche centinaio di metri (e nel bel mezzo di un altro bel temporalino) riesci a prendere un passo che ti stà comodo e che porterai fino alla fine. Anzi, c'è da annotare un arrivo nettamente in progressione. Forse figlio anche dell'emozionante tratto corso in cima alla diga e del tifo del tuo pubblico personale.

A questo proposito ti ricorderai per sempre il bimbo che a pochi chilometri dall'arrivo quando ti vede arrivare ti urla: dai papà, stai andando velocissimo! Sorpassali tutti!! E te che mentre guardavi le facce divertite degli altri atleti e del pubblico pensavi a quanto è puro e contagioso il cristallino entusiasmo della fanciullezza.

Tempo finale: 1h 15' 25"
Parziali approssimativi che hai preso tu col cronometro: nuoto 12' 20", bici 37', corsa 21".
Questo tempo ti è valso il 68° posto su 136 partecipanti maschi. Stai esattamente a metà classifica e per te è un risultato di tutto rispetto.

La gara è stata entusiasmante, organizzata con precisione svizzera (sia la gara che la logistica pre e post) e in un contesto molto bello nella sua particolarità. Per avere il massimo dei voti secondo te sarebbero serviti il servizio cronometraggio con il chip e la medaglia ricordo per i finisher (anche se la maglietta è molto bella).

E per esternare quanto ti sei divertito, vuoi fare uno strappo alla regola non scritta che ti sei dato in questo post e allegare una foto in cui ti si vede in faccia. E' una foto che la zia stordita ti ha fatto a pochi chilometri dall'arrivo: eri stanco ma la tua espressione pensi spieghi più di mille parole quanto è divertente nuotare, pedalare e correre.
YEEAAA!!!!!!

PS in cui l'epica va a farsi benedire:
Sarà stata colpa del fatto che all'arrivo sei rimasto per qualche minuto con la maglietta bagnata con un po' di vento ad asciugarti, ma appena arrivato a casa hai cominciato a sentire malessere e brividi: febbre a 38°.
E' durata solo la sera e parte della notte, ma ti sei sentito uno sfigato colossale!

lunedì 10 giugno 2013

Perfida albione - il matrimonio

Sottotitolo: una cerimonia e un ricevimento dal sapore inusuale ma affascinante.
Post legato a questo.

Con la classe e l'eleganza che contraddistinguono gli inglesi, all'inizio dell'anno era arrivata alla tua casella di posta la partecipazione all'evento: il matrimonio di Isabella e Thomas, la prima è la figlia di una cara conoscente/parente della biondina e pertanto italo-inglese, il secondo è (era) un perfetto sconosciuto dall'aspetto e modi tipicamente british.

E' passato un bel pezzo prima di prendere la decisione di rispondere positivamente al cortese invito, perché in famiglia (ma soprattutto la biondina) si era un po' in dubbio su due aspetti della vicenda: non siete parenti stretti e sapevate che era una cerimonia per pochi intimi, non è che ad andare si faceva la figura di quelli imbucati che non centravano niente (eccoli lì i soliti italiani che se c'è da mangiare e bere a sbafo sono sempre i primi)? e poi (non conoscendo quasi nessuno e quasi per niente la lingua) avreste dovuto dipendere totalmente da Angela, la madre della sposa, non è che sareste stati di peso?
Superate queste perplessità con senno di poi puoi dire di aver fatto bene ad andare!

Dopo aver spiegato nel post precedente il viaggio e i gli altri giorni inglesi, cominciamo a parlare del matrimonio vero e proprio. Si è trattato di rito civile, e quindi non essendo necessaria una chiesa, sia il rito che il ricevimento si sono svolti entrambi nello stesso luogo: Le Manoir aux Quat'Saisons, uno splendido complesso che concentra albergo di lusso, ristorante, struttura per matrimoni e eventi e un enorme giardino.

La bella giornata di sole e il fatto di essere a fine maggio ha reso il posto veramente incantevole, pieno di colori e di profumi.

Ideale set per le foto degli sposi ma anche per le foto degli invitati.

E cornice ideale per qualche passeggiata durante e dopo il ricevimento.

Ma torniamo alla cronaca: siete arrivati in taxi (purtroppo una macchina normale, non il tipico taxi black cab londinese) con solo dieci minuti di strada e sul posto erano già arrivati tutti gli invitati e anche lo sposo. Gli invitati, va detto perché è un dato importante, ammontavano ad un totale di 37 persone. In Italia un numero simile non è semplicemente pensabile per un matrimonio.
La sposa arriva in perfetto orario a bordo di una macchina d'epoca con il padre.

La cerimonia vera e propria avviene in una stanza sobria, con un camino acceso e una grande vetrata sull'esterno ma di piccole dimensioni, pressappoco pari a quelle del tuo soggiorno, che rendono il tutto ancora più intimo e amichevole. A presenziare il rito una signora di una dolcezza infinita che con la sua voce bassa e sorridente ti fa sentire veramente come se fossi nel soggiorno di casa tua.

Poi si passa nel giardino del ristorante per il cocktail di aperitivo. Qui due cose da ricordare e una di cui ti vergogni. Partiamo dalla parte imbarazzante e diciamo che mentre venivate presentati ai parenti dello sposo e agli amici della coppia come i cugini della sposa, con la vostra limitatissima conoscenza dell'inglese (che non va al di là di quelle due frasi di convenienza) avete fatto la figura degli italiani ignoranti. Come in effetti siete.

La prima delle cose bellissime da ricordare è stata la presenza del coro formato dai ragazzi che studiano nella scuola dove lavora la sposa: quattordici ragazzi non ancora maggiorenni che cantavano a cappella pezzi prevalentemente swing di 40/50 anni fa. Bravissimi e molto caratteristici nei loro gilet dalla forte personalità.

Tu naturalmente non conoscevi le canzoni che cantavano, se non quella che hai ripreso qua sopra: si tratta di Sh-boom dei The Chords, che sei riuscito a recuperare solo perché presente nella colonna sonora di Cars.

L'altra cosa gradita soprattutto dal bimbo è stata la scoperta di un nuovo gioco: il croquet, a cui avete dedicato buona parte del pomeriggio, con anche tutta una serie di varianti fantasiose e creative.

Quando è venuto il momento di sedersi al tavolo, si è palesato quanto eravate distante dal pranzo di nozze tradizionale italiano. Tavole curatissime (con quattro forchette, tre coltelli e una pletora di bicchieri) e camerieri che non lasciavano le bevande sul tavolo, ma riempivano di volta in volta con solerzia i bicchieri lasciati vuoti. E haute cuisine francese.

Antipasto: tartare de saumon, salade de concombre, caviar d'oscietre e créme au raifort.
Nella foto seguente la seconda parte di quello che hai scritto sopra, qualunque cosa sia quello che hai scritto sopra.

Primo: ravioli de petit pois, asperges et morilles.
... e tu che pensavi che ravioli fosse il plurale di raviolo ...

Secondo: suprême de canard rôti, endive caramellisée, yuzu, sauce au thé de jasmin.
Di questo purtroppo ti sei dimenticato di fare la foto, peccato! Ma ti riprometti di cercare meglio su facebook, che magari salta fuori.

Dolce: meringue mollœuse à la vanille de Thaiti, fraises et rhubarbre
Come fotografo di cucina non vali granché: le digital card dei gormiti e Saetta McQueen che fanno capolino nell'inquadratura demoliscono un po' la composizione.

Poi dolce e caffè in giardino.
Tutto ottimo e dalla spiccata personalità. E per quanto riguarda il fatto che le porzioni non erano quelle a cui ti abituano i ristoranti italiani, Il vantaggio è che tra quello che non ha mangiato il bimbo e quello che non ha mangiato la biondina, tu hai mangiato doppia porzione di tutto.

La famigerata bomboniera, che dalle vostre parti di solito è oggetto di cattivo gusto e/o inutile (e pertanto oggetto di scherno e derisione) in questo caso è stato, se uno è un gretto materialista, una boccettina di superalcolico di eccelsa qualità (per quanto puoi esserne esperto tu), ma se uno invece è un inguaribile romantico si tratta di un puro balsamo concentrato di amicizia, un prezioso rimedio da solitudine, tensioni e noia.

Questa è la cronaca. Più o meno completa. Più o meno accurata.

Poi ci sono le sensazioni, i sorrisi, le strette di mano.
In una espressione (in verità più americana che inglese: le good vibes.
E di quelle quel giorno abbiamo fatto scorta.

martedì 4 giugno 2013

Perfida albione - il viaggio

Sottotitolo: cronaca di una fine settimana lungo in Inghilterra tra voli low-cost, figure di tolla, paesaggi affascinanti e belle persone. Prima parte di un trittico di post.

Domenica mattina partenza da Bergamo Orio al Serio con volo Ryanair direzione London Stansted tu, la biondina e il bimbo. Passato il ceck-in e il controllo documenti con una certa apprensione (non è che la valigia pesa troppo? la carta di identità del bimbo sarà a norma? Il metal detector ci riserverà qualche sorpresa?) andate nella zona imbarchi.  Lui non è la prima volta che viaggia in aereo (è da due anni circa che tutte le volte che vede un aereo in cielo dice che va a Formentera), ma comunque un certo grado di apprensione è presente tra i genitori, perché saranno solo poco meno di due ore di volo, ma possono diventare un inferno con un bambino spaventato e/o che sta male.
Però il bimbo parte bene: ha le giuste aspettative e anche una discreta dose di impazienza.
E sull'aereo si comporta in modo esemplare: cintura allacciata quando il segnale è acceso, quasi tutto il tempo della partenza e dell'atterraggio a guardare fuori dal finestrino affascinato, e per i momenti di noia molesta devi ringraziare san tablet.

Arrivati in anglaterra e dribblati i tedeschi con la maglietta rossa contenti e quelli con la maglietta nera e gialla incazzati reduci dalla finale di Champions League della sera prima (ma che erano accumunati dalla lattina di birra in mano alla mattina), siete accolti da Angela e Dennis, i vostri premurosissimi e splendidi ospiti e anfitrioni per questa vacanza, che puoi cominciare a ringraziare adesso e finire tra una settimana.

Prima cosa decidete di andare a casa loro a Cambridge per pranzare e passare la prima parte del pomeriggio. C'è subito da dire che dopo una settimana orrenda dal punto di vista meteorologico e specialmente un sabato sotto l'acqua, se ti avessero detto che dovevi andare in Inghilterra per poter stare in maglietta a prendere il sole non ci avresti creduto. Eppure siete riusciti a stare un po' a scaldarvi nel prato inglese della loro tipica e bella casa inglese.
Nel primo pomeriggio non avevate molto tempo prima di partire, ma siete riusciti lo stesso a fare una passeggiata dalla zona residenziale fino al limitare del centro storico, sul ponte del fiume Cam.
Dove i turisti della domenica pomeriggio prendono il sole sulle imbarcazioni a noleggio o sulle rive del fiume che in questa stagione dà il meglio di sé.

Poi è l'ora di spostarsi in macchina fino a Oxford, dove il giorno successivo ci sarà il matrimonio. La strada non è proprio poca (circa 90 miglia) e sarà stata la stanchezza, il traffico sostenuto di una bella domenica pomeriggio, sarà che stare seduto davanti a sinistra ti dà una brutta sensazione, alla fine sia te che la biondina siete arrivati abbastanza provati.
Ma passa alla svelta anche perché l'albergo era bellissimo, con la tipica aria poeticamente britannica e una molto più prosaica  piscina riscaldata che il bimbo ha voluto a tutti i costi provare anche se aveva il raffreddore.
Nella categoria figure di tolla potete annoverare che mentre tu e il bimbo vi stavate asciugando e rivestendo nello spogliatoio della piscina, senza alcun apparente motivo lui si mette a cantare a squarciagola fratelli d'italia in mezzo a un gruppetto di (fortunatamente) imperturbabili inglesi.
A coronare la giornata la bellissima vista che si godeva dalla vostra camera dell'emozionante tramonto sulle campagne dell'Oxfordshire.
Della giornata successiva, cioè il lunedì del matrimonio e del suo ricevimento, parlerai in un post successivo a parte che hai già incominciato, e che finirai il prima possibile. Parola di lupetto.

Manca di parlare del martedì. Giornata che, grazie ancora alla gentilezza dei nostri ospiti, avete passato come turisti nel centro di Oxford prima di tornare all'aeroporto per il rientro in Italia. Giove Pluvio (o il suo corrispettivo del pantheon celtico) ha previsto per voi l'emozione di una tipica giornata inglese e quindi dalla mattina appena sveglia a mezz'ora prima del decollo avete goduto di pioggia abbondante, freddo e vento che hanno disturbato un po' l'escursione. Ma non ti puoi lamentare: meglio martedì che il lunedì del matrimonio, per esempio.

Arrivati a Oxford prima tappa al Pembroke College, dove vive e studia Lorenz, fratello della sposa. Un College dove la parte nuova inaugurata pochi mesi fa:
si amalgama e integra con la parte storica.

Dopo pochi passi si entra in una dei più belli e imponenti college della città: il Christ Church, con i suoi chiostri grossissimi, la sua cappella storica e i giardini in fiore. Ma che tu vuoi ricordare soprattutto per il refettorio: un trionfo di salone con soffitto a travi intagliate e pieno di quadri e stemmi. Mentre eri dentro e ti guardavi in giro con la bocca aperta, continuavi a pensare a quanto fosse simile alla mensa di Hogwarts nei film di Harry Potter, per poi scoprire sulla guida che quella parte del film era proprio stata girata lì.
Finito il giro turistico tutti a mangiare in un tipico locale di fronte al College: il Cafè Loco, dove per un oretta ti è sembrato di essere in un set di quelle commedie brillanti che andavano di moda qualche anno fa.
Qui il bimbo ha aggiunto un altro sandwich alla sua collezione, mentre tu hai provato l'handmade fish cake.
Finito di mangiare e passato anche un lasso di tempo ragionevole aspettando che spiovesse (che è relativo: in Italia ci sono locali che appena hai posato la forchetta sul piatto si avvicina il cameriere con il conto in mano e lo sguardo truce per farti sloggiare, mentre lì sembravano tutti più rilassati), prendete il coraggio a due mani e affrontate il tempaccio infame per l'ultima passeggiata in centro con annessa visita a un paio di negozietti per i souvenirs.
Il bimbo era stanco ed è riuscito fino ad addormentarsi nel passeggino con una copertura antipioggia d'emergenza.

Finito di prendere l'acqua, altro viaggio in macchina verso l'aeroporto e ritorno a casa stanchissimi ma felici per la bella esperienza.

Per le conclusioni e alcune considerazioni portate un po' di pazienza che è in cantiere un altro post un po più serio.

sabato 1 giugno 2013

Al bimbo piacciono le feste

La festa della fine dell'asilo si fa quando alla fine dell'asilo manca un mese.
Questo è il paradosso che si palesa nell'istituto del bimbo, in quanto la festa coincide con la giornata internazionale della famiglia.
Non lo sapevi perchè non è molto pubblicizzata, ma il 15 maggio di tutti gli anni (fin dalla prima edizione del 1994) si celebra nel mondo quella che l’Onu stessa ritiene «il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini» (preambolo della Convenzione Onu sui Diritti del Bambino, 1989/1990).
Con il fatto poi che i bambini fanno un vero e proprio spettacolo, con canti, balli, sfilata sul palco e per finire presentazione ufficiale dei remigini (i bimbi di sei anni che a settembre lasceranno l'asilo per la scuola elementare) ne fa una vera e propria festa di fine anno scolastico.

La sfiga totale è che mentre l'anno scorso ti hanno raccontato che nel cortile dell'asilo in un assolato pomeriggio di fine maggio c'erano nonne che collassavano dal caldo, quest'anno faceva il freddo tipico del mese di MAGGEMBRE con acqua copiosa e vento tagliente.
Quindi dopo la messa delle 16 in basilica, dove il bimbo (seduto accanto ai suoi amici e attorno alla maestra annalisaportapazienza) ha fatto il bravissimo cantando anche le canzoni di chiesa, una marea di ombrelli si è spostata nei locali dell'asilo per la festa. Più precisamente nei due saloni della struttura che sono stati presi d'assalto da bimbi e parenti in un ingorgo che manco il nodo autostradale di Bologna il primo sabato di agosto.
Mentre si faceva merenda in un salone, in quello con il palco (intanto che le maestre stavano cercando di radunare i loro bambini per prepararli) c'è stata una sorpresa. Un gruppo di mamme ha regalato ai presenti un'esibizione di ballo.


Non perdetevi il finale con i bambini che rotolano sul palco!!

Naturalmente c'è anche la biondina.
Due mesi di prove al giovedì sera.
Lei che con te continuava a lamentarsi: e non sono capace, e non mi ricordo i passi, e se poi sbaglio, e se... Ma alla fine l'hai trovata molto brava, ben oltre la media dell mamme presenti, al di là di quelle tre che ballano da anni ed alcune anche per lavoro. L'unico appunto che gli hai fatto è stato quello che poteva sorridere un po di più: sarà stata la concentrazione e la tensione del momento, ma sembrava quasi imbronciata.

Dopo questo gustoso siparietto, entrano in scena i bimbi piccoli, che accompagnati dalle maestre eseguono una canzoncina sulla fratellanza tra i popoli e una piccola poesia sui diritti dei bambini. Poi il pezzo forte: il balletto dei bimbi maschi che viene presentato dalle maestre come il saggio di ginnastica.



Il bimbo è stato bravo bravissimo. Le sue insegnanti sono contente di come si comporta in generale e in particolare di come partecipa con entusiasmo ed attenzione a questo tipo di attività.
E quello che si può definire un animale da party.